Capitolo 7|| inazuma eleven GO

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Mi sento le gambe di gomma e non posso muovermi. Davanti a me ci sono due strade che spaventano allo stesso identico modo: uccidere o essere uccisi. Le mie mani tremano, il mio cuore batte al ritmo della pioggia che cade incessantemente sull'asfalto e non riesco a pensare. Non voglio far del male a nessuno. Io voglio proteggere Kariya, non voglio ucciderlo. È accecato dalla vendetta e questo è comprensibile. Se me ne avesse parlato prima, io… sarebbe forse cambiato qualcosa? Forse le sue ferite non sarebbero guarite ma almeno questa situazione non sarebbe mai esistita.

«Kirino!». La voce di Shindou mi risveglia dai miei pensieri. Il muro sta crollando pian piano e la sua espressione è una via di mezzo tra il addolorato e il preoccupato. Guardo la spada dietro di me e sulla lama vi scorgo il riflesso di me stesso, e appaio spaventato quanto sono adesso. Prendo un profondo respiro e riporto lo sguardo sul muro davanti a me. Stringo le mani nei pugni e conficco le unghie nei palmi. « Lascia cadere quel muro, Shindou». Mi guarda e forse sta aspettando che prenda in mano la spada. Alza le mani da terra e il muro si ritrae come se non ci fosse mai stato. C'è gente radunata sulla strada. Alcuni guardano stupiti, altri mormorano tra di loro e altri hanno dipinto sul viso un'espressione di puro terrore. Kariya fa un passo, riducendo la distanza che ci separa con un ghigno sul volto. I suoi occhi sono neri come il carbone e un brivido mi percorre tutto il corpo, fino alle punta dei capelli. « Ti ucciderò»,la sua voce è terrificante. Sembra posseduto.« Ti ucciderò e farò vedere a quel assassino mezzo pazzo quant'è difficile perdere qualcuno di importante davanti ai tuoi stessi occhi». Mi guarda, mi guarda intensamente e sento che c'è un contatto tra di noi, la consapevolezza di essere entrambi persone dalle vite spezzate, e non da noi stessi ma dagli altri, e stiamo facendo di tutto per non crollare. Inizio ad avvicinarmi anch'io e il suo sorriso si allarga. Mi avvicino abbastanza da sentire il calore del suo corpo, e Kariya alza una mano pronta a strangolarmi. La schivo e gli butto le braccia al collo,mentre il suo petto si solleva e si riabassa, e prego Dio che anche lui mi stringa a sé, perché anche se in teoria è gesto semplice, a volte abbracciare è complicato. Ogni muscolo del suo corpo si tende mentre lo stringo a me, avvighiandomi a lui come una sanguisuga, perché è questo che voglio essere in questo momento- qualcosa di cui può liberarsi solo con un grande sforzo. « Kirino», dice con tono basso della voce, e per un secondo sembra ritornato in sé. Scuoto rapidamente la testa.« No, ti prego, torna in te». Lui scuote la testa e o suoi cappelli mi sfiorano le guance. Le sue braccia mi afferrano per le spalle e intenta allontanarmi.« Kirino …non posso». Ha la voce strozzata e credo che pensi davvero di non potecerla fare mentre combatte contro sé stesso.«Certo che puoi». Respiro contro il duo orecchio e una lacrima scivola lungo la mia guancia, cadendo sulla sua pelle.« Fallo per me». Sento il petto di Kariya muoversi insieme al mio mentre lui cerca ossigeno, mentre le sue mani stringono o lasciano le mie spalle, come se non riuscisse a decidere dove andare o cosa fare. Raccolgo ogni briciolo di coraggio che mi resta, mi stacco dalle spalle di Kariya e lo guardo negli occhi con sguardo deciso.« Ti prego, portami via di qui», lo implorò con voce spezzata. Per un attimo, mentre mi guarda, vedo la rabbia nei suoi occhi diminuire.« Non posso farcela senza di te».

È come se fossimo nuovamente legati l'uno all'altro e i nostri cuori battessero all'insuono, irregolari e indomiti, ma insieme. E quella è l'unica cosa che conta. Solo io e lui, protetti dalle grida intorno a noi. Ma quel momento dura poco mentre spalanca gli occhi e una lama gli attraversa senza pietà il petto. Sgrano gli occhi a mia volta e cadiamo in ginocchio, insieme. Non riesco a muovermi o a respirare, riesco solo a pensare che è la fine. La fine della mia felicità. Ed è come se la vita non fosse soddisfatta, e allora succede una cosa inaspettata. Kariya si sgretola tra le mie mani, trasformandosi in petali delicati di ciliegio. Guardo davanti a me sconvolto e seguo la lama della spada fino a incontrare due occhi color ghiaccio. Sorride e ritrae la spada.« È stato inutile convertire una persona tanto incompetente in un demone. Non mi aspettavo che andasse subito alla conclusione di ucciderti, almeno poteva parlare». La spada si ritrasforma in pietra e la rimette con cura nella scatola.« Almeno è riuscito a trovare te e la  Bloody Cherry Blossom». Sento una gelida, ma al contempo rovente ondata di rabbia partire dalle punta dei piedi e arrivarmi fino alla bocca. « Sei stato tu a trasformare Kariya in un mostro». Mi alzo in piedi e la rabbia mi scorre così tanto nelle vene da farmi sentire male.« Non ti perdonerò»,mormoro alzando la testa e trafiggendolo con lo sguardo.« Non mi interessa chi sei, in definitiva non ti perdonerò!». Urlo, e mi bruciano i polmoni. Ma è una bella sensazione. Davvero una bella sensazione. Sto per avventarmi su di lui ma le dita di Shindou mi circondano i polsi. L'uomo davanti a me ride e sul suo volto appare un ghigno terrificante, arrogante mentre esamina la mia figura dall'alto in basso. Vorrei tanto cavargli gli occhi con la spada e la cosa mi terrorizza perché non è un pensiero che mi appartiene.« Penso che in questo momento deve essere uno dei tuoi ultimi pensieri. Io comincerei a correre, ragazzino». Sorrido incredulo. In questo momento mi sento diverso, quasi sicuro di me e questo non succede quasi mai. « Io ti ho avvertito». Chiude i occhi per un'istante e quando gli riapre ha lo stessi occhi rossi di Shindou, ma mille volte più spaventosi. Dentro di me sento un tonfo e un leggero grido lascia le mie labbra e sotto la mia pelle, il sangue comincia a retrocedere.

The Wish Of Maou|il tempo diabolicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora