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Quello che è successo ieri non riesco ancora a capacitarmelo, Ares ce l'ho solo io Lucchese, si mi piace chiamarlo così, mi ha chiesto scusa, non di persona ma comunque un po' lo apprezzo, da ieri non l'ho ancora visto, perché è uscito con suo pad...

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Quello che è successo ieri non riesco ancora a capacitarmelo, Ares ce l'ho solo io Lucchese, si mi piace chiamarlo così, mi ha chiesto scusa, non di persona ma comunque un po' lo apprezzo, da ieri non l'ho ancora visto, perché è uscito con suo padre e credo sia tornato abbastanza tardi.
Beh i fiori... Si devo ammettere che sono i miei preferiti, non potevo sprecare quel bellissimo mazzo, allora li presi e li diedi a Lorena che li mise in un vaso in camera mia.

Io mi sono ripresa totalmente, e stamattina ho il tanto atteso, almeno da me, l'incontro con una psicologa, alla fine avevo ragione che era per me, come sempre d'altronde.
Sono le 10 e ho l'incontro tra un ora, ma stranamente papà non l'ha fatta venire da noi, ma andremo noi ad andare nel suo studio, purtroppo io a causa del "lavoro" di mio padre le uscite fuori dalla villa sono esclusivamente per le emergenze.
Alla fine il famoso Oliveri Garcia si è rivelato essere un'architetto.
Ora devo sbrigarmi a preparare, oggi piove e fa abbastanza fresco, quindi ho deciso di mettere un maglione azzurro di Hermes con un jeans di Fendi nero, e ai piedi della décolleté YSL abbastanza comode, per la borsa, ovviamente, opto per una delle mie Kelly di Hermes azzurra, e mi trucco come al solito.
All'interno della borsa metto: un profumo di Versace, casomai che sudo, un gloss di Charlotte Tilbury, il telefono, le AirPods, dei fazzoletti, e un'elastico; spero di aver messo tutto, io vado fuori veramente poco, in un anno le volte in cui esco si possono contare sulle dita di una mano, e ovviamente con mio padre o con la nonna, quindi non sono molto esperta di queste cose.
I capelli non vorrei si rovinassero, quindi li lego in una mezza coda.

Scendo le scale e trovo mio padre che parla con Giuseppe, significa che Ares è in casa.

Claire: papy sono pronta! Esclamo con un sorriso sul volto
Papà: certo tesoro vai con Guglielmo che ti accompagna in macchina, io arrivo subito.
Esco con Guglielmo che mi regge l'ombrello e salgo su una Lamborghini Urus, ovviamente nera perchè non dobbiamo d'are nell'occhio, credo che mio padre abbia puntato una pistola alla tempia della psicologa per fare delle sedute a me, nessuno vorrebbe mai avere a che fare con dei mafiosi doc.

Dopo 5 minuti partiamo, papà è seduto davanti con l'autista, e io nei sedili posteriori, ovviamente sia lui che mio padre con armati, dietro che davanti di noi viaggiano le macchine delle guardie di papà, per assicurarsi che nessuno ci pedini.
Arriviamo davanti a un'imponente edificio, sarà 15 piani minimo, e all'interno è arredato molto bene in modo moderno.
Saliamo al nono piano e ci accoglie ad un bancone una ragazza che avrà avuto 30 anni credo, i suoi capelli sembravano molto secchi, ma le sue unghie mi piacevano molto.
Papà è davanti di me e appena mette piedi nella stanza appoggia la suo pistola sul bancone della ragazza, come per farsi riconoscere.
In meno di un minuto arriva un'altra ragazza, ma quante tipe ci sono qui?
Questa che è appena arrivata mi guarda dall'alto al basso, e appena mi guarda in faccia sorride, ok non mi era mai successo, di solito mi guardano male, sia per il mio aspetto molto curato, sia per la famiglia di cui faccio parte.
Ragazza: salve signor Gambino, e salve signorina Claire, il signor Matthew vi sta aspettando nel suo studio, mi segua pure.
Pensavo fosse una ragazza, vabbè.
Mio padre con le guardie mi anticipano e controllano prima lo studio, per vedere se ci fosse qualche pericolo per me, escono dalla stanza ed io entro.
Mai mi sarei immaginata quello che avrei visto davanti, trovo un bellissimo uomo castano, quasi biondo che avrà avuto circa 25 anni, aveva un po' di barba e degli occhi talmente azzurri che sembrano bianchi, che scrive al computer, e che appena mi vede mi sorride;
Si alza in piedi mi porge la mano e si presenta;
Matthew: salve signorina Claire, io sono il signor Miller, ma mi può chiamare Matthew; dice con un tono molto sicuro di se.
Claire: piacere mio, spero che mio padre non l'abbia messo sotto pressione; io con gli sconosciuti cerco sempre di essere gentile
Matthew: ma si figuri, si accomodi pure lì, io vado a prendere degli schedari e arrivo subito; mi siedo un un divano nero di pelle nera, si vede che è sintetica, ci sono delle enormi finestre davanti a me che illuminano di luce naturale la stanza che è piena di librerie con libri di ogni genere, chissà se lui li ha letti tutti.
Sento la porta aprirsi e noto che è rientrato Matthew con un fascicolo nero, appena lo apre noto il mio nome scritto nella prima pagina,
Matthew: d'accordo signorina, io nella prima seduta avrei dovuto fargli delle domande, ma suo padre ha già risposto a tutto, quindi possiamo cominciare subito;
Mentre parlavamo, lo osservai attentamente, era veramente bello, aveva quel fare che mi piaceva veramente, sicuro di sé ma gentile ed educato al tempo stesso;
Ad un certo punto si sedette affianco a me e mi mise una mano sul ginocchio, continuando quello che stava dicendo come se niente fosse, era ovvio che ci stesse provando con me, ma a me non dava fastidio, anzi, avevo un vero dio greco davanti e non mi sarei di certo tirata in dietro.
Una volta finito mi strinse una mano e mi mise una mano sul fianco, ma prima che io potessi uscire dalla porta mi richiamò;
Matthew: Claire io con tutte le mie clienti mi scambio il numero, sono uno psicologo molto disponibile, così se hai bisogno potresti chiamarmi o potremmo vederci; io annuii
Claire: certo mi sembra un'ottima idea. Gli do il mio numero e dopo di che esco dalla stanza

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