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La leggenda narra che la famiglia Ellis sia dotata di un super potere grande quasi quanto quello di Ulyscemo di saper mangiare qualunque tipo di cibo senza sporcarsi mai e quello di Meg di conoscere tutti i gossip del mondo.

Le botte di culo.

Essendo la leggenda sempre narrata da nonna Titti – la stessa che afferma che Atlantide esiste davvero e si trova vicino all'Australia, solo come scusa per potersi far regalare da figlio e nuora un biglietto per l'Australia così da vedere i suoi amati koala, fregandosene altamente delle sue mille allergie – bisogna sempre prenderla con le pinze, ma rispetto a tutte le altre leggende narrate da nonna Titti è senz'altro quella con un minimo di fondo.

Di fatto, nonna Titti conobbe il marito nonché suo più grande amore proprio a causa delle sue allergie. Gli antistaminici dell'epoca che le aveva prescritto il dottore le provocavano tremendi effetti collaterali tra cui una sonnolenza profondissima. Una notte, mentre era in treno per tornare a casa dal suo lavoro come cameriera, si addormentò, andò proprio in catalessi, e un uomo tentò di derubarla approfittandosi della cosa.

Ad accorgersi di quel tentativo di furto fu Marcus Ellis, mio nonno, che la difese da quel ladro. Si pestarono proprio a sangue, in realtà, nel vagone mezzo vuoto, e nemmeno i controllori furono capaci di fermarli.

L'unica persona che fu in grado di porre fine una volta per tutte a tale rissa fu proprio nonna Titti.

Una volta essersi risvegliata e aver visto davanti a sé la scena di due omaccioni che se le davano di santa ragione, comprendendo la situazione da quello che si dicevano, si sollevò in piedi, avanzò verso di loro e diede al ladro il gancio destro più meraviglioso, bello e soddisfacente della sua vita – così afferma lei, almeno. Un gancio destro tale da stendere all'istante il ladro, colpito in piena faccia, con tanto di naso rotto e denti davanti massacrati.

Mio nonno Marcus si innamorò all'istante di lei.

Questo potere, la botta di culo, stando sempre a quanto dichiara nonna Titti – la stessa che dice che Re Artù esiste davvero e sta dormendo in una campagna segreta della Scozia per convincere figlio e nuora a regalarle un biglietto per l'Inghilterra – si è trasmessa di generazione in generazione e ha contagiato anche i membri acquisiti della famiglia Ellis come lei e poi mia madre.

Se da adolescente non credevo minimamente a questa leggenda a causa dell'incubo, nel corso degli ultimi anni, maturando, ho iniziato a farlo sul serio.

Sarà perché in un modo o nell'altro riesco sempre a trovare parcheggio in centro città.

Sarà perché la mattina in cui Sebastian mi mise di nascosto il pupazzo di una tarantola gigante sotto il cuscino, quando glielo lanciai in testa, gli feci cadere pure i venti dollari che reggeva in mano e così glieli rubai.

E soprattutto perché nel corso della mia vita ho perso sì tante scommesse, specialmente con Reid in merito all'unico neurone di Sebastian e a quante idiozie poteva compiere senza volerlo.

Ma mai le scommesse più importanti.

Ho voluto di nuovo credere in questo super potere di noi Ellis, con la scommessa di Ulyscemo. Ho deciso di farlo perché dentro di me sentivo che era importante.

Superstiziosa? Forse sì, ma comunque non avevo alternative. Ulysses avrebbe ripudiato qualsiasi mio altro tentativo di dialogo pacifico, avrebbe continuato ad evitarmi e in alcun modo mi avrebbe dato possibilità di instaurare una sorta di relazione sana tra noi due. Inoltre, non avrebbe mai accettato di mettersi in gioco con nessun'altra proposta da parte mia se non quella di vedermi traslocare all'istante.

Ho perciò scelto di correre il rischio, di attraversare i binari senza sapere quando passava il treno.

Un altro pregio o difetto della nostra famiglia, a seconda dei casi.

Autopsia di un'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora