«Di' un po', i tuoi genitori quando vi hanno concepiti hanno chiesto aiuto a Belzebù, non è così?»
Trattengo lo sghignazzo, mentre poso il mio borsone sulla panchina che affianca il campo da tennis in cui io e Ulyscemo daremo vita a un'altra delle nostre sfide. Lui, alla panchina accanto, dal suo lato del campo, è in piedi con gli occhi che covano il palese desiderio di potermi dare fuoco.
«Nient'affatto, siamo solo il frutto del loro grande amore» rispondo serena, mentre sfilo dalla borsa aperta la mia bottiglia d'acqua e inizio a sorseggiarla a piccoli sorsi. «E ancora non hai conosciuto il maggiore, Reid. Forse lui lo apprezzerai, tutti quanti in famiglia concordiamo che è il cervello di noi Ellis.»
«Non che ci voglia molto, in confronto a te e al mezzano. Probabilmente persino un bambino che ha appena imparato ad allacciarsi le scarpe può essere considerato il cervello della famiglia, rispetto a voi.»
Lo guardo divertita, dopo aver preso un ultimo goccio d'acqua. «Metti da parte il tuo veleno, Ulyscemo, lo so che Seb ti sta iniziando a piacere.»
«Non affidarti troppo ai tuoi istinti, Ellis, sono gli stessi che ti inducono a credere che i film Barbie siano dei film decenti.»
Sono felice di vederlo di nuovo vipera, temevo che, dopo l'ultima discussione avuta con lui, il fine settimana, e l'evento attacco di panico, avrebbe ripreso la carriera da attore. Che ne sia cosciente o no, sta abbassando in parte uno dei tanti muri dietro cui si protegge non solo da me ma anche dal resto del mondo.
«Cos'è questa storia del mentire non sapendo di mentire?» mi domanda all'improvviso, stupendomi.
Richiudo il tappo sulla bottiglia, per poi rimetterla nella tasca esterna della borsa. Sapevo che prima o poi avrei dovuto parlargliene, temo tuttavia le conseguenze della verità. «Io e i miei fratelli abbiamo fatto una promessa» spiego alla fine. «Dopo L'incubo, cioè, dopo quanto mi successe a scuola, una volta che loro vennero a sapere tutto, mi fecero giurare che da quel momento in poi non gli avrei più nascosto e mentito su nulla. Ho promesso che se qualcosa mi preoccupava, ne avrei parlato con loro, non me lo sarei più tenuta per me, e tu sei stato il mio ultimo turbamento più grande, non lo nego, quindi ho parlato di te a loro.»
Le sopracciglia gli si contraggono tra la confusione e l'irritazione, ma non è sembra particolarmente adirato, il che mi solleva. «Ovviamente, solo per le parti che mi coinvolgevano» mi affretto a specificare. «Non riuscivo a capire se eri uno stronzo per davvero o per finta e non avevo idea di come comportarmi, se mandarti a fanculo e basta o provare a capirci qualcosa, così ho chiesto il loro parere. Sebastian è rimasto particolarmente... perplesso, nello scoprire che a volte alcuni mentono non sapendo di mentire, recitano ma non sono del tutto coscienti di star recitando. Lo conosci ancora poco, ma ti sarà ormai chiaro che lui è una persona onesta e sincera al massimo, è uno dei suoi più grandi vantaggi e al tempo stesso un suo immenso difetto.» Un altro risolino sfugge alle mie labbra. «Da ragazzina, lo odiavo per questo, o, per meglio dire, lo invidiavo così tanto da odiarlo. Al di là del suo unico neurone, Seb si risparmia tantissime turbe mentali e molti problemi, facendo così. Anche se, ovvio, non lo fa apposta, ma è comunque un bel modo di vivere la propria vita, sotto certi aspetti.»
Non risponde, si è di nuovo fatto rigido. Potrei pensare che è ancora alterato, ma ne dubito. Come al solito, a discapito della sua dilagante espressività, comprendere quel che pensa è pressappoco impossibile. Mi domando se arriverà mai il giorno in cui si sentirà abbastanza a suo agio per rivelarmi tali pensieri, perché, per quanto spaventato dall'idea di esser umiliato, avverto dentro la sua necessità incosciente di sfogarsi con qualcuno, avere per la prima volta un orecchio disposto ad ascoltarlo senza infangarlo con giudizi spietati e costanti. Ma per il momento è meglio non spronarlo di più, non voglio correre il rischio di pestare troppo il piede sull'acceleratore e finire così per far sfracellare entrambi.
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Autopsia di un'anima
Literatura FemininaAshley Ellis, ventisei anni, è tutto ciò che una donna non dovrebbe essere per la società e l'antitesi della classica protagonista minuta, timida e indifesa di ogni romanzo rosa. Un metro e ottantasette, muscolosa, viso e fisico estremamente androgi...