Capitolo 7

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Quella sera la regina Denali non era giunta per dare loro la solita "buonanotte", le domestiche le avevano informate che alcuni ospiti erano giunti al palazzo. Rajani pensò che quella era la sera giusta per recarsi in biblioteca senza che Yuvraaj fosse presente, così sgattaiolò fuori dalla finestra e scivolò giù prestando attenzione ai punti sul palmo.
La biblioteca era buia e silenziosa come la ricordava.
Si concentrò sul suo dito e con cautela produsse un fiamma, che poggiò sullo stoppino per farsi un po' di luce.
Cercò attentamente tra gli scaffali, ma i libri che aveva riportato al principe adesso non c'erano più, sicuramente li aveva tenuti con sé per evitare di perderli ancora una volta.
Era delusa, voleva sapere di più, ma non sembrava esserci altro che potesse trattare l'argomento del sacrificio, trovò diversi volumi e pergamene che trattassero la storia di Shoat Brana, li prese e li portò subito nella sua camera, nonostante arrampicarsi sulla parte con i libri e senza il supporto dell'altra mano fosse difficile.
Poggiati sullo scrittoio, tornò giù in giardino e si sedette sull'erba, era soffice e umida, le solleticava piacevolmente le mani.
Dopo aver incendiato gli alberi non aveva più sentito tutta quella rabbia crescere dentro al petto, era come se avesse buttato fuori tutto ciò che di brutto teneva dentro sé, ma di certo non poteva accadere ancora, doveva imparare a gestirlo in qualche modo, ma come? Avrebbe forse dovuto cercare dei volumi su quell'argomento? Sì, forse avrebbe dovuto, ma non quella sera, era stanca, voleva solo riposare un po'.
«Maya» la voce di Yuvraaj echeggiò per il corridoio, ma non se ne curò, nessuno poteva sentirlo.
La donna si voltò «Ditemi, altezza» si inchinò.
«Mi dispiace non essere venuto a parlarvi prima, ma l'altra sera mi siete sembrata molto riservata riguardo alla vostra famiglia» cominciò.
«Perdonatemi?» Chiese lei come se non sapesse a cosa si stesse riferendo.
Quante giovani vedove di nome Maya potevano esserci nel continente di Iruawor?
«Ditemi almeno come sta la vostra mano, a breve dovremmo...»
«Altezza non capisco di cosa stiate parlando» la donna suonò confusa, possibile che fosse un'incredibile coincidenza.
«Voi non eravate alla notte degli elementi?» Percepì un involontario velo di delusione.
«Ero ad Ahimesa, non vedo come potessi essere qui, altezza» adesso che gli era così vicino, poteva vedere che i lineamenti del viso, per quanto fossero poco visibili, non somigliassero a quelli di Maya.
«Posso vedere il palmo della vostra mano destra?» Si sorprese di sé stesso per averlo chiesto.
La donna fu riluttante, ma sollevò comunque la mano e gliela mostrò.
Non c'era l'ombra di alcuna ferita, né i punti che le aveva dato, né una cicatrice, nulla, si era sbagliato.
«Vogliate perdonarmi per il malinteso, Maya. Vi auguro una buonanotte»
La donna si inchinò, ma lui non attese che si risollevasse per andare via.

Alle prime luci dell'alba Rajani schiuse gli occhi in due fessure, il collo le doleva, la luce la accecò in modo esagerato.
Aprì le palpebre per rendersi conto che non si trovava nella sua camera, bensì i giardino, seduta contro la parete del palazzo.
Si alzò in piedi e, senza guardarsi intorno, si arrampicò su per la parete, come era stato possibile, non le era mai successo di addormentarsi fuori.
Sta' calma Rajani o peggiorerai solo la situazione. Disse a sé stessa.
Quando oltrepassò il balcone per trovarsi sulla veranda, vide le sorelle oltre la finestra che la guardavano preoccupate.
Uma si precipitò ad aprire le imposte per farla entrare «Dov'eri questa volta?» Ormai aveva abbandonato per sino il tono di rimprovero, forse si era rassegnata.
«Mi sono addormentata in giardino, è stato un incidente» spiegò lavandosi il viso con l'acqua del catino.
«Quanti incidenti ci vorranno prima che ti scoprano, Rajani?» Naira era irritata, la guardava dall'alto in basso con le braccia conserte, era la prima volta che la vedeva arrossire di rabbia.
Anche Meena la guardava con gli occhi azzurri infiammati.
«Prometto che non accadrà più» si guardò allo specchio e sistemò le gonne che indossava, non ci sarebbe stato il tempo di cambiarsi.
«Non fare promesse che non puoi mantenere, Rajani» I ricci scompigliati di Uma la facevano sembrare persino più arrabbiata.
«Signorine» si sentirono chiamare «Dove siete?»
Le ragazze aprirono la porta della camera di Rajani e si misero sull'attenti.
«Cosa succede, sorelle?» La donna in blu le scrutava in cerca di indizi su quanto fosse successo.
«Ho avuto un problema con il vestito e le sorelle si sono offerte di aiutarmi» inventò Rajani.
La donna annuì con convinzione «molto bene, possiamo cominciare la nostra giornata»
Come al solito presero posto attorno al tappeto, poi l'istitutrice riprese a parlare.
«Sua altezza sarà un grande re»
«Sua altezza sarà un grande re»
«Grazie a noi sarà potente e proteggerà il nostro popolo»
«Grazie a noi sarà potente e proteggerà il nostro popolo»
«Il nostro sacrificio renderà grande il regno di Shoat Brana»
«Il nostro sacrificio renderà grande il regno di Shoat Brana»
«Anche questa giornata vivrò in onore di sua altezza, il grande principe Yuvraaj»
«Anche questa giornata vivrò in onore di sua altezza, il grande principe Yuvraaj»
Ripetere ogni giorno quelle parole era una tortura ormai, Rajani si sentì surriscaldare, ma respirò, non poteva permettere che tutti scoprissero il suo segreto, tantomeno l'istitutrice.
Mentre prendeva un sorso di tè si guardò la mano, la pelle ormai era asciutta e il filo era diventato fastidioso, quella sera sarebbe andata da Yuvraaj a farlo rimuovere e poi, prima di andare via, lo avrebbe ucciso.
Ma come avrebbe fatto? Avrebbe preso un altro coltello per portarlo con sé, doveva riuscirci senza farsi male.
Quel giorno entrò nella stanza una nuova istitutrice, con un austero vestito blu e un velo, a suo avviso, eccessivamente lungo.
"La vedova blu" avrebbe potuto essere il suo nome.
La donna spiegò, senza troppi giri di parole, che il suo compito sarebbe stato quello di spiegare loro come muoversi e cosa fare nel giorno del sacrificio.
Si sarebbero messe tutte in fila, e avrebbero attraversato il ponte, fino a giungere dal lato opposto del fiume a piedi, lì avrebbero trovato delle giovani ancelle che avrebbero decorato i loro capelli e i loro veli con fiori e piante, poi si sarebbero sdraiate sulle zattere stringendo in mano mazzi di fiori.
Non avrebbero dovuto parlare, né guardare nessuno, dovevano tenere lo sguardo basso, fissare un punto fisso per tutta la durata del cammino, dall'altra parte il principe le avrebbe attese e una delle sue guardie fidate col potere di Aag avrebbe dato le zattere alle fiamme.
Rajani deglutì, vide le sorelle trasalire al suo fianco.
Non sarebbe stato piacevole per loro.
«Sarà un giorno meraviglioso, sorelle» la voce della donna era sottile e acuta, tutte le loro istitutrici trattavano il loro sacrificio come la cosa migliore che fosse capitata nelle loro vite.
«Potremmo fare cambio» esordì senza neanche accorgersi che lo aveva detto ad alta voce.
«Perdonatemi, sorella?» Se possibile il suo tono divenne più acuto.
«Volevo dire: possiamo cambiare quel giorno con questo, così da provare quell'immensa gioia proprio in questo momento»
Uma, che stava proprio alla sua destra, si irrigidì e poi rilassò.
Poteva sentire gli insulti che le lanciava mentalmente.
Le venne da ridere.

«Sei completamente matta, Rajani, come hai potuto dire una cosa simile?» Era un sorriso sghembo quello che intravedeva sulle labbra di Meena?
«Volevo solo sapere se le fosse piaciuto essere al nostro posto, non mi sembra una cosa grave» spiegò.
«Ci farai uccidere prima o poi» Si lamentò Naira.
«No, questo privilegio toccherà a sua altezza» poi sollevò il vestito nero per mostrare il coltello legato alla sua coscia con un laccio. «O forse toccherà a noi l'immensa gioia di uccidere lui»
Le sorelle le sorrisero.
«Quindi lo farai questa sera?» Le chiese Uma.
«Sì, come avete detto: questa potrebbe essere la nostra ultima possibilità» annuì, sentì il fuoco irradiarsi lungo i suoi arti e respirò lentamente.
«Buona fortuna, Rajani» le augurò Naira.
Le sorelle la abbracciano forte e poi sistemarono il velo sul suo volto.
«Vai» la spinse leggermente Uma.

Ciao lettori!
Povero Yuvraaj, c'è rimasto un po' di 💩
Vabbè, dovrà farsene una ragione...
Nel frattempo Rajani ci prova ancora. Ce la farà stavolta?
👁️👄👁️
🧡

Sacritale - racconto di un sacrificioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora