Dayita teneva sua figlia tra le braccia, la cullava mentre piangeva.
Era nata da meno di un giorno, non aveva ancora un nome, aveva atteso il ritorno a casa di suo marito, per dargliene uno.
«Vorrei chiamarla Rajani» suggerì lui. Gli occhi fissi verso la finestra, oltre cui la sera regalava la vista di una luna piena brillante.
«Sarebbe magnifico, Ganesh» Dayita non poteva smettere di guardarla, era la sua prima figlia, non vedeva l'ora di vederla crescere, di sentirle pronunciare le sue prime parole e percorrere i suoi primi passi.
Non avevano molto da offrirle, non erano ricchi, ma di sicuro non le sarebbe mai mancato l'affetto.
«Aprite, aprite, subito» le urla della sorella oltre la porta, uniti a colpi insistenti sul legno fecero trasalire Ganesh, che si apprestò ad aprire.
La donna stava in piedi sull'uscio con gli occhi sgranati e il volto pallido, d'istinto Dayita strinse la bambina più forte tra le braccia.
«Fratello,» cominciò «avete sentito cosa è accaduto?» Ganesh rimase immobile a guardarla, le suggerì di continuare con uno sguardo. «Proprio questa mattina, la regina, ha dato alla luce un erede»
Il volto di Ganesh divenne pallido, Dayita si sentì mancare la terra sotto ai piedi.
«Non è possibile» lo sentì sussurrare.
«Verranno a prenderla, fratello» finalmente entrò nella stanza e trovò il coraggio di guardare la nipote.
«Toglietevi di mezzo!» Qualcuno urlò fuori dalla porta ancora a aperta.
Le guardie di palazzo irruppero in casa, seguite da una piccola folla di curiosi.
«Per ordine del re» cominciò un uomo.
Dayita non riusciva a vedere chiaramente per via delle lacrime che le offuscarono la vista.
«Le quattro bambine nate questa mattina dovranno essere scortate al palazzo reale. Esse avranno l'onore di vivere per l'erede al trono, fino al giorno della sua incoronazione, quando, grazie al loro sacrificio, egli verrà investito dei poteri dei quattro elementi» la guardia pronunciò quelle parole con voce piatta, come se lo avesse già fatto tante volte.
Dayita, era talmente felice fino a pochi minuti prima, che non aveva pensato a quella possibilità.
A Shoat Brana, solo gli uomini nascevano col potere di controllare uno dei quattro elementi: aria, fuoco, acqua e terra, le donne non li possedevano.
Quando un nuovo re nasceva, nascevano anche quattro bambine, le quali sarebbero state destinate a immolarsi per permettergli di avere accesso ai poteri dei quattro elementi.
Non poteva credere che quel destino crudele toccasse proprio a sua figlia.
Una delle guardie si avvicinò, sollevando l'elmo dalla sua testa per guardarla meglio.
«Qual è il suo nome?» scrutò Dayita da capo a piedi.
Rivolse uno sguardo al marito, rassegnato, guardava di nuovo fuori dalla finestra, non avrebbe fatto nulla per impedire loro di portarla via e, in cuor suo, Dayita, sapeva che sarebbe stato tutto inutile.
«Rajani, figlia di...»
«Non c'importa di chi sia figlia, ormai appartiene al re» l'uomo la zittì bruscamente.
Dayita non ricordò mai come fosse successo, ma ad un certo punto si ritrovò senza Rajani tra le braccia, con la consapevolezza che non l'avrebbe mai più rivista fino al giorno della sua morte.
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Sacritale - racconto di un sacrificio
FantasíaA Shoat Brana gli dei concedono agli uomini il potere di dominare uno dei quattro elementi: aria, terra, fuoco o acqua, solo all'erede al trono è concesso di ottenerli tutti, grazie al sacrificio delle sorelle, quattro donne predestinate a morire pe...