Capitolo 8

4 1 0
                                    

Lei e Yuvraaj non si erano dati un vero appuntamento, lui le aveva detto che la settimana successiva sarebbe dovuta andare a scucire i punti e così aveva fatto: erano trascorsi esattamente sette giorni dalla notte degli elementi e lei vagava da sola per il giardino buio.
Sperò di intravederlo, aveva paura di avvicinarsi troppo all'ingresso...
Forse però avrebbe potuto trovare una soluzione.
Si avviò verso la finestra della biblioteca, sapeva che poteva trovarlo lì.
Bussò timidamente sul vetro, ma nessuno sembrava arrivare, nonostante la luce delle candele irradiasse la stanza.
«Altezza» chiamò. «Siete qui?»
Dei passi incerti attraversarono la stanza e una figura alta e snella le si avvicinò, non era Yuvraaj, ma gli somigliava molto, aveva gli stessi occhi grandi e gli stessi zigomi taglienti, era un po' più alto e magro, anche più giovane ovviamente, era suo fratello, il secondogenito, colui che, a sua insaputa, sarebbe divenuto l'erede al trono.
Sussultò quando le si avvicinò, ma si costrinse a mantenere la calma e inchinarsi.
«Maya?» Domandò.
Lei restò di sasso, come faceva a sapere il suo "nome"?
«Sì, sono Maya» rispose «Perdonate la mia intrusione, stavo cercando il principe Yuvraaj»
«Non siete la stessa Maya che ha cenato con noi questa sera» osservò lui con lo sguardo perso.
«Perdonatemi?» Inclinò la testa di lato.
«Siete la donna con che mio fratello ha invitato a ballare durante la notte degli elementi» disse più a sé stesso che a lei.
«Io... sì» ammise.
«Siete qui per la vostra mano immagino»
Rajani annuì, quell'uomo sapeva troppo.
«Vado a chiamare mio fratello, entrate pure»
«Altezza, io...» non trovava le parole giuste per esprimersi.
«Nessuno a parte Yuvraaj saprà che siete qui, se lo sapesse mia madre lo ucciderebbe» rise e si dileguò.
Magari fosse vero. Pensò.
Ma compiere quella triste azione toccava a lei e solo a lei.
In meno di quanto avesse pensato, Yuvraaj entrò nella stanza e lei si inchinò prima che lui la raggiungesse.
«Maya, siete voi?» Il suo sguardo era curioso.
«Certo, sono io, altezza» confermò.
«È successa una cosa che ha dell'incredibile, sono giunti a palazzo l'ambasciatore e la sua famiglia, la loro figlia si chiama Maya e anche lei è...» si bloccò come se volesse evitare di dire "vedova" «avevo creduto foste voi»
Rajani sperò che nessuno fosse venuto a conoscenza della sua esistenza, ma non fece domande.
«Vi siete sbagliato, altezza» rispose col viso basso.
Il principe annuì e cominciò a camminare per il castello.
«Altezza,» lo fermò «io non dovrei essere qui, se qualcuno mi vedesse...» spiegò.
«Nessuno baderà a noi, le guardie sono molto discrete, ma... come siete entrata?» Domandò confuso.
Come glielo avrebbe spiegato?
Si maledisse mentalmente per non aver pensato a questo dettaglio.
«Io ho scavalcato le mura di cinta, altezza, senza farmi vedere, spero che non pensiate male di me» abbassò ancora di più il capo.
Lui aveva gli occhi sgranati.
«Maya, avreste potuto farvi male» non la stava guardando come se fosse una criminale e questo la rincuorò.
«Non posso rischiare che la mia famiglia sappia che fuggo via durante la notte» inventò una bugia dopo l'altra, ormai le sembrava semplice.
«Nessuno ci vedrà, posso assicurarvelo, seguitemi»
Rajani seguì di nuovo il principe fino alla piccola stanza in cui le aveva ricucito la mano, di tanto in tanto incontravano qualche guardia, ma non sembravano degnarli di uno sguardo, forse pensavano fosse l'altra Maya.
Una volta nella stanza Rajani si tolse il velo.
Ottenne la stessa reazione della prima volta da parte di Yuvraaj.
«Ormai avete visto il mio volto, non è cambiato in una settimana» gli sorrise.
«No, certo» lui ricambiò e afferrò un piccolo attrezzo tagliente.
Quando afferrò la sua mano Rajani percepì ancora l'eccessivo calore della sua pelle.
L'attrezzo di metallo tagliò il filo provocandole un pungente solletico, quasi si ritrasse.
«Non mi avete detto come vi siete ferita, Maya» tirò un altro filo lentamente.
Lei ripensò al coltello che scivolava via dalla sua manica e alla sua mano che si stringeva sulla lama.
«Non ne ho idea» mentì ancora «mi sono poggiata al cespuglio e mi sono tagliata, forse un ramo» spiegò.
«Un ramo non potrebbe procurare un taglio così profondo e lineare» osservò lui.
«Una pietra forse?» Provò a cercare un'altra spiegazione.
«Forse» le rivolse uno sguardo circospetto.
I suoi occhi scrutarono attentamente la ferita per accertarsi che si fosse ben cicatrizzata.
«Sembra che stia guarendo» confermò.
«Vi ringrazio molto e mi dispiace di essermi introdotta in questo modo» Anche rajani osservò la sua mano, era rimasta una crosta spessa e ruvida lungo il palmo.
«Non preoccupatevi, capisco che siete in difficoltà, mi fa molto piacere esservi stato di aiuto»
Le luci si spensero mentre uscivano dalla stanza.
«Vi potrei chiedere un'ultima cosa?» Domandò. Era l'unico modo per agire indisturbata.
«Certamente»
Smetti di essere gentile. Pensò.
«Mi mostrereste la vostra libreria? Non penso di averne mai vista una così bella» Il velo, che aveva rimesso sul capo, le oscurava la vista e la fece inciampare sull'orlo del vestito che si era strappato sul punto in cui Uma l'aveva ricucito, così, lontana da occhi indiscreti, lo portò dietro la testa.
«Mi farebbe piacere» accettò senza sapere quali sarebbero state le conseguenze del suo gesto.
Le mani di Rajani tremavano mentre attraversavano il corridoio, vedendo le guardie in lontananza riabbassò il velo, adesso le era quasi impossibile osservare gli intarsi dorati alle pareti, se non fosse stato per la luce delle candele che vi si rifletteva sopra non li avrebbe notati.
La biblioteca era vuota e buia, il fratello di Yuvraaj era andato via, erano soli lì dentro, nessuno avrebbe mai immaginato che lei, Rajani, fosse la colpevole di quell'omicidio, tutti avrebbero cercato Maya, una donna che non esisteva.
Le candele si accesso improvvisamente, era stato Yuvraaj.
Lei si guardò intorno, finché non percepì la presenza di Yuvraaj proprio di fronte a sé.
Portò le mani ai lati del suo volto e fece scivolare il velo lungo il suo viso, fino a liberare il suo campo visivo.
«Così riuscite a vedere meglio» sussurrò.
Rajani annuì, immobile sui suoi piedi, incapace di rispondere in alcun modo, quasi non sia accorse che il principe le stava mostrando gli scaffali dove i libri erano riposti, sembrava conoscere quel posto come le sue tasche, non sapeva che per lei era lo stesso.
«Questo è l'angolo che mi piace meno» si grattò la nuca in imbarazzo.
Rajani stava provando a sollevare il vestito per afferrare il coltello, ma non era semplice mentre camminava.
Yuvraaj non le stava prestando particolare attenzione, era intento a leggere i titoli dei volumi.
«Perché non vi piace? Se posso chiedere» Rajani camminava con le mani dietro la schiena, sollevando la gonna lentamente, così da non dare troppo nell'occhio, arrivò a toccare il metallo freddo con le punte delle dita.
«Qui la maggior parte dei libri parlano delle sorelle» disse.
La mano di Rajani si congelò sul manico del coltello.
«Mi dispiace pensare a loro, alla loro vita e al fatto che dovranno morire proprio di fronte a me. Non so se sarò mai pronto a quel giorno, né se sarò mai in grado di accettarlo» lo vide sospirare.
Rajani aveva il pugno stretto attorno al manico del coltello.
Adesso. Si disse. Fallo, Rajani, senza paura, senza rimorso.
«Ecco perché non leggo mai libri su di loro, salto i capitoli che le riguardano e soprattutto non voglio conoscere i loro nomi»
La mano di Rajani si aprì e strinse l'altra, lasciando che il vestito ricadesse e nascondesse il coltello.
«Mi dispiace molto» fu tutto quello che riuscì a rispondere.
Brava, hai fallito.
«Posso confessarvi un segreto?» Il suo sguardo si fece intenso.
«Non lo rivelerò mai a nessuno» era sincera, non lo avrebbe fatto.
«A volte vorrei conoscerle, sapere chi siano, cosa facciano, che aspetto abbiano. Pensare che sono donne della mia stessa età, rinchiuse all'interno di una torre, indifese e sole, che non conoscono il mondo e che attendono giorno della loro morte, mi rattrista molto»
Rajani si chiese perché continuasse a farlo parlare, doveva solo piantargli un coltello in gola e fuggire via e lui stava complicando le cose con la sua pietà.
«Potreste impedirlo?» Si chiese se la sua domanda suonasse troppo speranzosa.
«Vorrei, ma non credo sia possibile, non finché non sarò il re, forse allora potrei cambiare le cose, ma per le attuali sorelle sarebbe troppo tardi. Poi mi chiedo: sarebbe possibile andare contro il volere degli dei e restare impuniti?» Rajani e le sorelle non avevano pensato a quel particolare quando avevano deciso di uccidere Yuvraaj. Avevano pensato alle guardie, alla regina Denali, alla loro libertà, ma mai alla volontà divina.
Rabbrividì.
«Forse non è possibile» disse più a sé stessa che a lui.
«Spero solo che mio padre abbia una lunghissima vita,» sorrise «è in ottima salute in fondo»
«Non c'è motivo di preoccuparsene adesso, altezza» le mani di Rajani ribollivano, per la paura di trovarsi lì con il principe, la rabbia di non aver compiuto la sua missione, la tristezza di sapere che presto o tardi quel giorno sarebbe arrivato.
Le mani di Rajani si chiusero sul coltello ancora una volta, doveva farlo, doveva trovare il coraggio, per vivere.
«Vi faccio preparare una carrozza?» Stava chiedendo, ma lei non rispondeva. «Maya?» La chiamò ancora.
«Altezza, siete voi?» Una voce irruppe nella stanza.
Rajani lasciò ancora il coltello dove si trovava e si coprì il volto.
Sussultò.
«Sì, sì, sono io» urlò.
«Non preoccupatevi, c'è l'altra donna qui in casa, non sarà sospetta la vostra presenza» la rassicurò.
L'aveva completamente dimenticato.
«Cosa ne pensate della carrozza» chiese.
«Avete bisogno di aiuto? C'è un intruso?» Domandò la voce sempre più vicina.
«No, va tutto bene, grazie» concluse.
«Non posso accettare la vostra carrozza, altezza, ma vi ringrazio» Rajani corse via veloce, lasciando la stanza attraverso la finestra, sentì gli occhi di Yuvraaj seguirla lungo il giardino, così si nascose tra gli alberi mentre lui pensava che stesse fuggendo dalle mura.
Attese che le luci si spegnessero, poi tornò nella solitudine della sua stanza.
Tutto il suo corpo bruciava, ma non poteva lasciare che il suo potere si liberasse ancora, fuori dal suo controllo, si sforzò di mandarlo via, di trattenerlo e pianse, pianse tutte le sue lacrime per la delusione che avrebbe arrecato alle sue sorelle e a sé stessa, quando in quel giorno avrebbe dovuto camminare lungo il ponte, attraverso il fiume e poi bruciare in sacrificio.

Ciao lettori!
Yuvraaj ha rovinato i piani delle sorelle con la sua gentilezza. Povera Rajani, mi dispiace per quello che le sto facendo vivere (non è vero)
Fatemi sapere cosa ne pensate 🧡

Sacritale - racconto di un sacrificioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora