Capitolo 2

4 2 0
                                    




Rajani non chiuse occhio per tutta la notte, le sue palpebre rimasero chiuse, ma lei era vigile e pensierosa.
Non avrebbe più dovuto lasciare quella stanza, non si sarebbe presentata alla notte degli elementi, era troppo pericoloso, ma ciò nonostante, voleva rivederlo, era il suo modo per sfogare la rabbia che aveva represso fino a quel momento, parlargli, fargli capire che anche lei era un essere umano, anche se sotto mentite spoglie, lui doveva conoscerla e sapere che esisteva, anche se pensava che il suo nome fosse Maya.
Il sole cominciava a salire in cielo e Rajani si sedette sul bordo del letto e in attesa che qualcuno venisse a chiamarla, indossò il suo abito, abbinato al velo rosso porpora fermandolo poco sopra l'attaccatura dei capelli.
Guardandosi allo specchio vide solo un involucro vuoto, abbellito da stoffe pregiate e gioielli dorati.
Osservò le sue dita, si era ripromessa di non pensarci più, ma era inevitabile per lei, da quando lo aveva scoperto, qualche giorno prima, non riusciva a pensare a nient'altro, delle piccole fiammelle comparvero sulla sua mano. La agitò per spegnerle subito. Nessuno doveva sapere.
Come tutte le mattine, prima che la colazione fosse servita, una delle istitutrici voleva incontrarle nella sala comune, in cui le quattro sorelle sedevano in cerchio attorno ad un tappeto.
«Buongiorno, sorelle» esordì la donna accomodandosi tra Rajani e Meena.
«Buongiorno, signora istitutrice» ripeterono in coro. Non era consentito loro conoscerne il nome, quindi, per ognuno di quelle donne, ne avevano inventato uno.
Lei era la signora in blu, perché, quando avevano cominciato le loro lezioni, lei era l'unica tra quelle donne ad essere sposata.
«Se siete pronte, possiamo cominciare questa giornata, in onore di sua altezza» si lisciò la gonna di stoffa leggera, poi continuò. «Ripetiamo: sua altezza sarà un grande re»
Le ragazze ripeterono le sue parole, mentre la rabbia cresceva in Rajani.
Il volto del principe Yuvraaj, per quanto poco vivido, si palesò nella sua memoria.
«Grazie a noi sarà potente e proteggerà il nostro popolo» continuarono.
Lo odio. Pensava nel frattempo.
«Il nostro sacrificio renderà grande il regno di Shoat Brana»
Che lui bruci tra le fiamme. I suoi pensieri si fecero sempre più crudeli, talmente tanto che quasi dimenticò di ripetere le frasi dell'istitutrice.
«Infine diciamo: anche questa giornata vivrò in onore di sua altezza, il grande principe Yuvraaj»
Io vivo solo per me...

La colazione fu servita subito dopo, Rajani bevve solo del te nero, era amaro, ma andava bene comunque.
Le successive ore sarebbero trascorse in compagnia di un'altra istitutrice, la chiamavano "la quasi sposa", all'inizio, poi era divenuta "la neo sposa".
«Sorelle, come ben sapete, ogni giorno è un giorno più vicino al rito. Per quanto lo vorremmo, sua maestà non vivrà per sempre e il principe presto tardi dovrà prendere il suo posto. Dovete accogliere il vostro compito con gioia, sarà un onore sedere sulla barca del sacrificio e navigare verso sua altezza quel giorno»
«Anche morire sarà una gioia?» Sussurrò all'orecchio di Naira che ridacchiò in risposta.
Uma le rimproverò con uno sguardo di traverso. Il suo velo marrone era un tutt'uno coi suoi capelli che svolazzavano fuori.
Rajani riportò la sua attenzione alla neo sposa, che non l'aveva sentita.
«Se avete qualsiasi domanda su quel giorno potete porla tranquillamente, non abbiate paura, sarà un giorno glorioso, è bello che vi interessiate»
Rajani deglutì, una domanda le venne in mente, forse non era quella che la donna si sarebbe aspettata, ma parlò comunque.
«Cosa succederebbe se il principe morisse prima di suo padre?»
Il volto della donna impallidì e Rajani si beccò tre sguardi di fuoco da parte delle sue sorelle, nessuna di loro avrebbe avuto l'audacia di chiederlo.
«Non è mai accaduto e mai accadrà una cosa del genere» la voce dell'istitutrice era acuta, pensò che non stesse dicendo la verità, così rincarò la dose.
«Perdonatemi, signora, temo sia impossibile che nei millenni nessun principe sfortunato sia morto giovane»
La donna deglutì, se avesse potuto le avrebbe impedito di parlare.
«Non sono pervenute scritture riguardo a eventi simili, signorina Rajani. Non vedo perché mai dovremmo interessarci di una cosa simile. Sua altezza vivrà e sarà re»
Il comportamento di quella donna non fece altro che insospettirla, c'era qualcosa che non le stava dicendo, qualcosa che non avrebbe dovuto scoprire.
Ecco cosa avrebbe cercato in biblioteca quella notte.
«Era solo una curiosità, nulla di più, che sua altezza mi perdoni» chinò il capo.
Le sue sorelle si rilassarono.
«Dite in coro: Lunga vita al principe Yuvraaj»

«Come hai potuto farle una domanda simile?» Meena pettinava i suoi capelli con cura, liberandoli dai fermagli dorati.
Si adornavano per la cena come se stessero andando a un ballo di corte.
«Era solo una curiosità» Rajani alzò gli occhi al cielo.
«Potrebbe pensare che speriamo il principe muoia!» Naira rimosse il velo argentato accuratamente fermato tra i ricci e lo ripiegò.
«Non lo speriamo?» Chiese lei come fosse ovvio.
«Certo che no!» Meena era impallidita, più di quanto non lo fosse già, vista la pigmentazione bianchissima del suo incarnato e dei suoi capelli. Gli occhi, dello stesso azzurro dei suoi abiti, la scrutavano come se fosse pazza.
Naira sbuffò.
«Io un po' lo spero» esordì Uma in tono cupo.
«Visto!» Osservò Rajani.
«Ma loro comunque non devono saperlo» ribatté lei.
Rajani sospirò mentre si infilava la camicia da notte.
Avrebbe voluto condividere con le sue sorelle il suo segreto e rivelare loro che aveva conosciuto sua altezza, ma temeva le loro reazioni, non avrebbero capito.
«Sorelle» la regina Denali entrò nella stanza senza bussare.
Le ragazze condividevano uno sguardo colpevole, tranne Rajani, lei sperava solo che non avesse sentito i loro discorsi.
Si inchinarono, dissimulando l'imbarazzo.
«Anche questa giornata per voi è giunta al termine. Vorrei che prima di chiudere gli occhi, questa notte, pensaste con convinzione al grande onore che vi è toccato, nascendo lo stesso giorno del mio adorato figlio Yuvraaj»
Come sempre. Pensò Rajani.
Ogni sera, quella donna entrava nella stanza e, con sguardo severo, diceva loro le tesse identiche parole.
Rajani aveva smesso di ripeterselo parecchio tempo fa.
«Sarà fatto, come desiderate» rispondevano in coro con le teste chine.
«Vi auguro sonni tranquilli» si voltò tutta d'un pezzo e camminò fuori dalla stanza.
«Per poco non ci sentiva» le rimproverò Uma.
«Io e Meena non stavamo infrangendo nessuna regola, mi pare» osservò Naira.
Rajani era stanca di discutere. «Buonanotte, sorelle» biascicò recandosi nella sua camera da letto.
Quando sentì che le voci oltre la porta si zittirono sgattaiolò fuori dalla finestra, controllando che non ci fosse nessuno.
Come sempre trovò la finestra aperta per metà e si infilò nel piccolo spazio.
Quella sera le candele erano accese, non le era mai capitato di trovare la stanza illuminata.
Guardò tra gli scaffali alla ricerca delle pergamene che le interessassero, si diresse tra i titoli che riguardassero il rito o le dinastie dei re.
Passò lo sguardo su ognuno di loro.
"I nomi dei re" poteva essere uno dei libri che le interessava, così lo infilò nel sacco di iuta che aveva portato con sé, a seguire notò "Il sacrificio: metodi e riti", anche quello poteva interessarle. In fine afferrò "La legge del sacro rito: linee di sangue e successioni" lì avrebbe sicuramente trovato le risposte che cercava.
Una folata di vento alzò la polvere tra i libri, facendola starnutire.
«Chi c'è?» Sentì.
Oh no...
Riconobbe persino la sua voce, era ancora lui, possibile che fosse ovunque? È casa sua, certo che si possa trovare in ogni luogo. Si rimproverò.
Rajani si nascose dietro gli alti scaffali, cercando di scorgerlo nel buio.
Improvvisamente attorno al principe si accese una luce e la candela, che il vento aveva spento, si riaccese.
Il suo potere era quello del fuoco.
Ironia della sorte. Pensò.
Il principe si aggirava furtivo tra gli scaffali, prestando attenzione a ogni singolo rumore, mentre Rajani gli sfuggiva silenziosa, era una fortuna che quella luce le permettesse di individuarlo.
Un rumore metallico quasi la fece sussultare e per poco non rischiò di cacciare un urlo.
«Oh, altezza, vogliate perdonarmi» una voce, sicuramente quella di una guardia, proruppe nel silenzio della stanza. «Ho visto la luce spegnersi e ho pensato fosse successo qualcosa»
«No, avevo sentito un rumore, pensavo si fosse introdotto qualcuno nella biblioteca, ma probabilmente eri tu, è tutto a posto» rispose la voce di Yuvraaj.
«Se avete bisogno chiamatemi pure, altezza» la voce della guardia echeggiò per tutta la stanza.
«Certamente»
Le candele si riaccesero all'interno della stanza e il principe prese posto dietro uno scrittoio.
Il respiro di Rajani era decisamente troppo veloce, così come il suo cuore.
Corse via dalla stanza, risalendo silenziosa lungo la parete e finalmente tornò nella sua stanza.
Si chiese se avesse mai corso un rischio simile senza accorgersene.

Ciao lettori!
Rajani è senza paura, ma a volte le cose si mettono male...
Spero che abbiate apprezzato questo capitolo! Fatemelo saperee 🧡

Sacritale - racconto di un sacrificioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora