Col passare dei giorni la ferita sul palmo di Rajani si faceva sempre più secca, il dolore ormai era svanito ma le prudeva comunque.Non teneva la mano avvolta nella fasciatura come Yuvraaj le aveva consigliato, altrimenti, prima o poi, qualcuno se ne sarebbe accorto, doveva essere prudente e non lasciare nulla al caso.
«Credete che dovrei ucciderlo proprio il giorno in cui mi scucirà i punti dalla mano? Non trovate che sia... cattivo?» Chiese Rajani una sera di quella settimana.
«Forse un po' lo è» concordò Naira mordicchiandosi le unghie.
«Uccidere è cattivo, non cambierà con il momento che sceglieremo» osservò Uma infilando il filo da cucito nell'ago per rammendare il vestito di Maya.
Rajani rimosse il velo rosso dalla testa, quella sera le dava fastidio, cosa che di solito non succedeva.
«Non so se voglio farlo proprio mentre è così gentile con me» piagnucolò... anche quella era una novità per lei.
«Se è gentile lo sarà sempre, questo non deve distratti dai tuoi obiettivi. La scelta è molto semplice: lui o noi, Rajani» Uma rimaneva sempre coi piedi per terra, questa era una cosa che Rajani apprezzava molto.
«Potrebbe essere l'ultima occasione» Anche Meena aveva ragione, non era certa che l'avrebbe mai più rivisto dopo.
Si portò le mani sul volto. «Perché noi? Quante persone esistono a Shoat Brana? Perché proprio noi dovevamo nascere lo stesso giorno di Yuvraaj?»
«Adesso chiami il principe per nome?» Uma alzò un sopracciglio.
«È il suo nome...» si giustificò.
«Per noi è "il principe" o "sua altezza" ricordi?» Le rammentò Naira.
Come poteva dimenticarlo? Tutti i giorni ripetevano la stessa litania senza, cambiare, sostituire o modificare neanche una parola.
«Sì, certo» concluse.
Rajani oltrepassò il parapetto del balcone fuori dalla sua camera e si mise a passeggiare in giardino.
Era sera, era da sola e il silenzio la rassicurava, non c'era nulla che potesse farle del male, non c'era il principe, che sicuramente era in biblioteca, dove ultimamente usava recarsi durante la notte, non c'erano la regina, né le istitutrici, a inculcare nelle loro menti l'importanza di idolatrare sua altezza, non c'erano neanche le sorelle, che ormai riponevano in lei ogni loro speranza.
La rabbia crebbe feroce dentro lei, come aveva potuto pensare anche solo per un attimo che uccidere Yuvraaj la prossima volta che lo avrebbe visto non sarebbe stata una buona idea? Perché si stava facendo prendere dalla sua personalità? Non avrebbe neanche dovuto rivolgergli la parola, mai e invece adesso stava vacillando a causa della sua estrema gentilezza.
Sentì uno strano calore avvolgersi attorno al corpo, le sue mani bruciavano, così come era capitato qualche sera prima, mentre Yuvraaj le ricuciva la ferita, ma questa volta pensò di non essere in grado di contenerlo, ogni fibra del suo corpo sprigionava calore, doveva liberarlo o pensò che sarebbe esplosa.
Cacciò un urlo, le fiamme si librarono, esplosero dalle sue mani e incendiarono gli alberi.
Rajani guardò sconvolta ciò che aveva fatto, poi si osservò le mani.
La luce dorata delle fiamme si rifletteva nei suoi occhi sgranati.
Come ci era riuscita?
Osservò in lontananza le guardie che si avvicinavano e corse via, veloce, senza guardarsi mai indietro, inciampò sui suoi stessi piedi, ma si rialzò, senza neanche prestare attenzione al ginocchio dolorante.
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Sacritale - racconto di un sacrificio
FantasíaA Shoat Brana gli dei concedono agli uomini il potere di dominare uno dei quattro elementi: aria, terra, fuoco o acqua, solo all'erede al trono è concesso di ottenerli tutti, grazie al sacrificio delle sorelle, quattro donne predestinate a morire pe...