Capitolo 5

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Dopo aver recuperato in fretta il coltello Rajani cominciò a correre verso la torre, noncurante degli occhi della gente, il buio avrebbe nascosto lei e le sue lacrime, scorrevano calde lungo il viso di Rajani

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Dopo aver recuperato in fretta il coltello Rajani cominciò a correre verso la torre, noncurante degli occhi della gente, il buio avrebbe nascosto lei e le sue lacrime, scorrevano calde lungo il viso di Rajani.
Aveva fallito, doveva tornare dalle sorelle e dir loro che era una buona a nulla, che le aveva deluse nonostante loro avessero creduto che fosse riuscita nel loro intento.
La mano le doleva mentre si arrampicava lungo la parete e quasi non scivolò strappando un lembo del vestito, che per fortuna non cadde via.
Nella sua stanza Rajani si tolse il velo e il vestito con rabbia, poi si versò addosso l'acqua del catino e si avvolse nella sua camicia da notte piangendo tutte le sue lacrime.
Aprì la porta lentamente, sapeva di trovarle lì, doveva affrontarle, erano rimaste per qualche minuto a fissarla con aria sconvolta, poi finalmente dissero qualcosa.
«Rajani!» Esclamò Naira «Non ti senti bene? Cosa è successo alla tua mano?»
Lei scosse la testa.
«Ho fallito» singhiozzò nascondendo il viso tra le mani.
«Rajani, non preoccuparti» Uma le si avvicinò per accarezzarle i capelli. «Vieni siediti, così potrai raccontarci tutto.» La esortò.
Lei spiegò di come il coltello era scivolato via dalle sue mani e di quanto Yuvraaj fosse stato gentile ad aiutarla.
«Ritenterai, se vorrai» Meena le passò una mano sulla spalla.
«Mi sento una persona orribile,» tirò su col naso in preda ai singhiozzi «ma non posso arrendermi, ve lo devo, per tutte le volte che, con le mie fughe, vi ho messo in pericolo e, credetemi, non sono state poche» guardò un punto fisso nel vuoto.
«Il danno è fatto, mi ha vista in volto, adesso potrebbe riconoscermi» confessò in fine.

Yuvraaj si recò in giardino subito dopo la colazione, il volto portava ancora i segni del colore della sera precedente, avrebbero impiegato un po' per andar via.
Suo fratello Rakesh era ancora completamente truccato, sdraiato sul prato a contemplare il sole.
«Diventerai cieco se continui a fissarlo»
Sentendo la sua voce si alzò in tutta fretta, ricomponendosi.
«Pensavo ci fosse nostra madre insieme a te» si rilassò.
Yuvraaj rise.
«Sai quanto le dà fastidio quando ci addormentiamo in giardino dopo una festa» si giustificò.
«E le dà molto fastidio anche quando beviamo fino a ubriacarci, fratello» gli rivolse uno sguardo autorevole.
«Si festeggia una volta ogni tanto, non vedo cosa ci sia di male nell'alzare un po' il gomito» osservò arrotolandosi le maniche della camicia.
Yuvraaj lo ignorò, si limitò a spostarsi per andare a passeggiare in giardino.
Ancora si chiedeva chi fosse quella donna e come si era provocata quella ferita, si rese conto di non averglielo chiesto.
Aveva capito che fosse giovane, ma non così tanto, poteva avere meno dei suoi anni a giudicare dal suo volto, senza dubbio non avrebbe mai pensato che fosse una vedova se non fosse stato per i suoi vestiti.
«Fratello,» gli urlò Rakesh correndogli dietro «ti vedo pensieroso, cosa ti turba» aveva l'aria curiosa, non era una domanda innocua, voleva sapere.
«Nulla, affari da futuro re» lo scacciò.
«Oh! Povero Yuvraaj, pensa a quando sarà super potente, chissà che cosa orribile» lo schernì.
«Non è divertente Rakesh, possibile che tu non prenda mai nulla sul serio» il suo rimproverò fu talmente duro che il fratello indietreggiò.
«Non è necessario che io sia serio, tutte le responsabilità di questa famiglia pendono sulla tu testa, non sulla mia» il fratello fece un gesto con la mano che imitava la forma di una corona.
Yuvraaj sospirò. «Sei solo immaturo»
«Certo, a te piacciono le persone mature» rise.
Yuvraaj gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Ti ho visto ieri sera con quella donna...»
«Yuvraaj, figlio di Ram» poteva sentire i passi svelti di sua madre percorrere i gradini dell'ingresso e pestare l'erba umida di rugiada.
«Adesso la senti! E io, per una volta, non sarò lo scandalo principale della mattinata, è fantastico»
«Madre» come sempre le rivolse un inchino.
«Cosa ti è passato per la testa? Sei completamente impazzito?» Gli domandò.
«Non capisco a cosa vi stiate riferendo» si guardò intorno in cerca di una via di fuga da quella conversazione, si trovò a sperare che Denali si accorgesse del disegno ancora vivido sulla faccia del figlio più piccolo.
«Come ti è venuto in mente di chiedere ad una donna che indossava il velo del lutto di unirsi alla danza del fuoco, è di mal auspicio» gli urlò.
Yuvraaj sospirò ancora una volta.
«Chi è quella donna, Yuvraaj? Rispondi.» Gli intimò.
«Non lo so, non la conosco» non sapeva perché le stesse mentendo, eppure lo stava facendo.
«E perché avresti deciso di invitarla a ballare se non sai chi sia?» Sua madre non era certo una stupida, sapeva della sua bugia.
«Stava ad un angolo, da sola e l'ho invitata, era alla festa dopotutto, perché non farlo?» Alzò le spalle con noncuranza.
«"Perché non farlo?" Dice lui! Perché non è usuale che i principi invitino le vedove a ballare, tanto per cominciare...» gli occhi della madre erano due furie.
«Avete ragione, madre, sono stato uno sciocco, perdonatemi».
Rakesh nel frattempo sghignazzava tra sé.
«Non devi mai più fare una cosa simile, sei l'erede al trono, gli scandali non ti sono concessi» così lo lasciò in giardino e andò via in un fruscio di tessuti blu.
«Il figlio perfetto ha fatto un grave errore e si è scusato per questo... che dolce, educato, futuro re» suo fratello continuò a ridere di lui.
«Non sono il figlio perfetto...» ripensò a Maya, al modo in cui aveva resistito, con coraggio, al dolore dell'ago che penetrava nella pelle della ferita. «Rincontrerò Maya»
«Maya?» Rakesh smise di ridere. «La conosci, dunque»
«Conosco il suo nome,» disse «ma nostra madre non deve saperlo»
«Non credo ci fossero molte vedove a quella festa, non che io ricordi, la troverà»
«No, che non lo farà. L'ho invitata io, era mia ospite... e poi l'ho già cercata, non la trovo, nessuno, in paese, conosce una giovane vedova di nome Maya» confessò.
«L'hai cercata? Yuvraaj, cosa stai facendo?» Adesso Rakesh era molto serio.
«Ero solo curioso di sapere chi fosse, era al matrimonio di nostra sorella. È una donna enigmatica, a tratti strana, ma non so... ero solo curioso, tutto qua»
«E la rivedrai, perché?» Suo fratello sollevò un sopracciglio per inviarlo a dargli spiegazioni.
«Perché devo scucire dei punti dalla sua mano»
«Adesso sei un medico?» Rise nervosamente.
«Sono solo stato gentile con una suddita del nostro regno, è il minimo che il futuro re possa fare»
«Certo» scosse la testa. «Non metterti nei guai» gli poggiò una mano sulla spalla con fare compassionevole e poi anche lui andò via.
Yuvraaj restò nuovamente sol coi suoi pensieri. Dove avrebbe potuto trovarla? Aveva capito fin da subito che c'era qualcosa di strano in lei, non era usuale che una donna fosse sempre da sola, se era vedova si presentava coi figli e se non aveva figli coi genitori, zii, cugini, qualcuno che le scortasse, ma lei sembrava non avere nessuno nonostante avesse nominato una famiglia più volte.

Quella sera Rajani si ritirò prima del
solito, non appena Denali andò via, sgattaiolò nella sua camera e chiuse la porta.
Per fortuna era riuscita a nascondere la mano dietro al velo o sotto alle gambe per tutta la giornata, ma una settimana sarebbe stato più complicato.
Guardò attentamente il filo che le attraversava la pelle, bruciò.
Ricordò quanto fossero diventate calde le sue mani, troppo calde, calde proprio come quelle di Yuvraaj.
E se avesse perso il controllo di quel potere? Se avesse incendiato la torre e ucciso tutti senza rendersene conto.
Chissà se al mondo esistevano altre donne come lei.
Si guardò le fiamme sulle punte delle dita, era affascinata e spaventata allo stesso tempo da quella sensazione, si sentiva invincibile, eppure così fragile.
«Rajani» Naira bussò alla sua porta. «Potresti farci entrare?»
Lei non avrebbe voluto vedere nessuno, ma non voleva rifiutare la loro vicinanza, per la prima volta sentiva di avere un vero legame con loro.
Si alzò riluttante e andò ad aprire la porta.
«Come sta la tua mano? Fa male?» Domandò Uma sedendosi sul materasso.
«Solo se la tocco o la muovo» rispose sincera. «Mi serve del filo nero» ricordò all'improvviso.
Mena si alzò dal letto e tornò dopo qualche minuto con quello che aveva chiesto.
«Potreste farlo voi? Non riesco in questo momento» Rajani mostrò loro lo squarcio sulla gonna.
«Vorresti incontrare il principe con un vestito rattoppato? Non dovresti essere una donna ricca o una cosa simile?» Meena scosse la testa contrariata.
«Non ho altre alternative... e non so cosa lui pensi di Maya, non esiste, sa solo il suo nome e...» Rajani non lo aveva ancora detto alle sorelle, aveva paura della loro reazione.
«E?» Naira la esortò a continuare.
«Mi ha vista in faccia» Chiuse gli occhi per non vedere gli sguardi di disappunto delle sorelle.
«Rajani...» la richiamò Uma. «Come hai potuto?»
«Ero in preda al panico e al dolore» si giustificò «Provaci tu a farti ricucire una mano»
Uma sbuffò. «Spero che non abbia mai modo di vederti e riconoscerti»
«Questo sarebbe un bel problema» osservò Meena.
«Lo sapevo che prima o poi ci avrebbero scoperte» Naira si portò una mano alla testa respirando affannosamente.
«Naira, potresti mantenere la calma per favore?» Uma rimproverò anche lei.
«Se mi scopriranno mi assumerò tutte le colpe, non vi metterò in pericolo, non c'è nessun motivo perché sospettino di voi» fissò un punto indefinito della sua stanza.
«La responsabilità è di tutte» Uma la afferrò per le spalle e la costrinse a spostare gli occhi nella sua direzione.
«Proprio così, Rajani, abbiamo deciso insieme di uccidere il principe e se ci riusciremo la gioia e la libertà sarà per tutte noi e dovremo ringraziarti per sempre» confermò Meena.
«Ma se la scopriranno...» continuò Naira in tono lamentoso.
«Se ci scopriranno non avremo niente da perdere, moriremmo comunque, devono tenerci in vita fino alla morte di re Ram, siamo già prigioniere, Naira» Rajani si sentì rincuorata col supporto di Uma e Meena, ma le preoccupazioni di Naira la spaventavano, se si fosse pentita e avesse confessato?
Tutte quelle preoccupazioni si ammassarono sul suo petto e risalirono fino alla gola, annodandosi, impedendole di deglutire.
«Ho bisogno di aria» Si alzò dal letto e uscì in balcone.
L'aria era fresca della sera era piacevole. Trovò le sue sorelle proprio accanto a lei, con le mani poggiate sul parapetto.
«Cosa fai, Rajani, vuoi buttarti giù?» Scherzò Uma.
«Sia mai» urlò una voce dalla finestra in basso. Rajani avrebbe riconosciuto quella voce ovunque. Si voltò di scatto come se lui potesse vederla.
«Chi è lì?» Urlò Naira raccogliendo ogni briciolo di coraggio che le era rimasto.
«Perdonatemi, non potrei parlare con voi, quindi andrò via e fingeremo che questo scambio non sia mai avvenuto»
Nessuna delle sorelle osò più parlare, corsero in camera e chiusero la finestra.
«Era lui?» Chiese Meena con gli occhi sgranati.
«Era lui» confermò chiudendo gli occhi e sospirando.

Ciao lettori!
Il principe perfetto ha commesso un passo falso 🤭
Chissà se sarà l'ultimo...
A presto!🧡

Sacritale - racconto di un sacrificioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora