5

11 9 2
                                    


Il grande giorno è arrivato: tra mezz'ora inizio ginnastica artistica, e mai nella mia vita sono stata così in ansia. Ho passato gli ultimi giorni a inventare piani per evitare di andare. Piani geniali, tra l’altro, ma ovviamente non ho avuto il coraggio di metterne in pratica nemmeno uno. E così eccomi qui, davanti all'armadio, a chiedermi cosa indossare. Non che ci sia molta scelta: jeans e felpe, nulla di adatto. Panico.

Non potevo avere una sorella maggiore a cui rubare i vestiti in casi di emergenza? Sarebbe stato tutto più facile.

<Lena, scendi!> La voce di mia madre mi raggiunge dal piano di sotto.

<Mamma, non trovo niente da mettere!> rispondo, cercando di sembrare disperata.

<Ma sei fuori? Ti cambierai lì!>

Lì? Davanti a tutte quelle persone? Ma è fuori discussione! Comunque, non c’è tempo per lamentele, quindi decido di accettare il destino e scendere.

<Alla buon'ora! Su, sali in macchina.>

Mentre salgo, chiudo gli occhi e mi preparo mentalmente a quello che potrebbe succedere.

Uno: faccio una figura straordinaria e scopro di avere un talento nascosto.

Due: inciampo all’ingresso e rido solo io.

Decisamente più probabile la seconda.

Arrivati. Non voglio scendere. Forse potrei fingere uno svenimento… Missione attivata!

<Scendi, o ti devo tirare giù io?>

Missione fallita.

Scendo dalla macchina come un condannato a morte e mi avvio verso la palestra. Devo ammettere che l'esterno non è male, pareti di mattoni arancioni con graffiti colorati. Carino, ma non abbastanza da farmi dimenticare che devo entrare lì dentro.

Appena varco la soglia, sono investita da musica a tutto volume e vedo ragazze correre come gazzelle.

<Devi essere Lena Davis, giusto?>salto un metro dalla paura.

Potresti almeno evitare di apparire alle mie spalle così, senza preavviso? Mi giro e vedo una donna sui cinquanta, con occhiali enormi e un sorriso troppo energico per i miei gusti.

<Io sono Loren, la tua istruttrice. Vai pure nello spogliatoio e cambiati, poi vieni nella zona in fondo.>Annuisco e la guardo allontanarsi.

Entro nello spogliatoio sperando sia vuoto. Le mie preghiere sono state ascoltate! Apro la borsa e quasi svengo: mamma ha comprato un completino giallo fluo. Ora sembreró vestita da evidenziatore. Non ho scelta, lo indosso.

Mi faccio una coda alta e vado verso la zona della palestra indicata da Loren. Mi unisco al gruppo, cercando di non fare troppo caso agli sguardi delle altre ragazze.

<Iniziamo con 15 minuti di corsa veloce!> annuncia Loren.

Quindici minuti? Io dopo sette sono già pronta a dichiarare bandiera bianca. E non sto scherzando: a metà del riscaldamento, penso seriamente di lasciare un polmone sul pavimento.

<Adesso passiamo alle ruote e alle rovesciate! Mettetevi in fila.>

Ruote? Rovesciate? A me non riescono nemmeno due flessioni messe in croce! Decido di avvicinarmi all'istruttrice, balbettando: <Ehm... scusi, è la prima volta che faccio questo sport... non so fare queste cose.>

<Provaci lo stesso, è facile! Concentra la forza nelle braccia e salta!> Facile. Come no.

Mi metto in posizione, alzo le braccia e cerco di concentrare tutta la mia forza. Faccio un respiro profondo e mi lancio. E... ovviamente mi blocco a metà. Cado come un sacco di patate con un tonfo che probabilmente si è sentito fino al parcheggio.

sussurri nella follaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora