SIN FINAL FELIZ|M•B

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29 luglio, oggi andimo a new york per le amichevoli, ovviamente c'è anche Maria, accompagnamo i nostri uomini ahahah.
Apparte tutto sto affrondando queste ore in aeroporto con il cuore in gola e la mano incrociata con quella di Marc, il volo è lungo, ma il fatto di stare andando a New York è incredibile. Decolleremo a mezzanotte, quindi alle 12 arriveremo.
Abbiamo superato i controlli e siamo nelle sedie di ferro per ciò che è chiamata "sala d'attesa".

"Sei agiata?"
Domandò Marc poggiandomi una mano sulla coscia
"Un po'"
"Dai tranquilla, andrà bene, e guarda il lato positivo, guarderemo new york di giorno e di notte"
"Mi porti sull Empire State Building?"
"Dove vuoi, abbiamo però solo questi due giorni interamente liberi, il 31 ho allenamento e partita"
"Tranquillo"
Marc mi sorrise, uno di quei sorrisi che riescono sempre a farmi sciogliere il cuore, è lui, il ragazzo giusto, ormai da molto stiamo assieme ma lo amo sempre di più.

Salimmo in aereo, durante queste lunghe 12 ore, passate a dormire o a guardare qualche film romantico dove Marc finiva sempre per fare battute nella parte più cringe, atterraemmo, e dopo i controlli mi bloccai, così come il mio respiro, "Welcome to New York", la scritta che mi trovavo davanti.

Marc poggiò le sue mani sulle mia spalle da dietro di me, poi mi chiese all'orecchio
"Sei felice?"
Annuì semplicemente, per poi voltarmi verso di lui e lanciarmi fra le sue braccia, mentre lui mi circondava la vita con esse.

Dopo aver portato le valigie in hotel andammo a pranzare, era tutto così bello, bellissimo, andammo al sushi ricreando un specie di appuntamento a 4, e dopo esserci gonfiati come matti, Héctor e Marc ci diedero una notizia fantastica.
"Abbiamo una sorpresa per voi"
Parlò Héctor guardando me e Maria, che eravamo in silenzio incuruosite, sperando che continuassero a parlare.
"Andiamo a vedere la statua della libertà"
Stavolta parlò Marc, mentre io e Maria iniziammo a saltare come matte, ma poi una domanda mi venne spontanea
"Come ci andiamo?"
"Prandiamo la metro fino al sud di Manhattan, prendiamo il battello a Battery Park e scendiamo sull'isola, poi stessa cosa per il ritorno"
Ci spiegò Marc, mentre Héctor annuiva
"Quando andiamo alla metro?"
Domandò Maria
"Ci mettiamo dieci minuti a piedi, aspettiamo lì 5 minuti poi saliamo"
Detto questo, inziammo a camminare, mentre io ero sempre più meravigliata di tutto, mentre il mio sogno piano piano diventava realtà.

Vista la mia paura delle navi, nonostante il tragitto è molto corto, ero appiccicata a Marc, che mi cercava sempre di tranquillizzare, completando ogni tentativo con successo, poi scendemmo dal battello, non credevo ai miei occhi.
Era bellissima dalle foto, pensate dal vivo, era fantastica, davvero, era tutto perfetto.

Dopo essere tornati a New York, erano le 18, quindi siamo andati a preparaci per la cena, ci hanno detto di vestirci eleganti, e finché io e Maria ci preparavamo, loro andarono in un posto per parlare delle partite, quando tornarono noi stavamo finendo di preparci, ma visto che loro ci mettono 20 minuti erano pronti quando noi.

Alla fine per cena andammo effettivamente in un posto elegante, ma il bello veniva dopo, Héctor e Maria tornarono in hotel, mentre io e Marc salivamo in un taxi, non sapevo dove andavamo, Marc mi aveva bendata dicendo che era una sorpresa, percepivo solo scale mobili, ascensori, ansia e curiosità.

Dopo un mini gradino che mi aiutò ovviamente lui a superare, mi tolse la benda.
Lacrime, questo è ciò che riuscì a fare, piangere.
Eravamo sull Empire State Building, io e lui, insieme ad altre mille coppie
"Marc"
Balbettai
"Volevi andarci no?"
Annuì, abbracciandolo per la millesima volta in questa giornata.
"Ho un altra sorpresa"
"Ancora?"
Domandai in risata asciugandomi le lacrime.
Tirò fuori una scatolina Pandora, ma cosa sta succedendo? ripeto, è tutto perfetto, forse troppo.
Nella scatolina c'era l'anello a forma di cuore rosso, incisa la scritta "te amo", che non esitai a mettere
"TI AMO"
Urlai dandogli un bacio, mentre lui portava le mani ai miei fianchi
"Ti amo anch'io"
Mormorò, poi ci fece scattare qualche foto da degli sconosciuti.

STORIE

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