New entry in famiglia

187 24 0
                                    

Scott ha mantenuto la sua parola e da quando è partito per l'Inghilterra, dove vive la sua famiglia, siamo sempre in contatto con messaggi e chiamate, e la sera non possono mancare le immancabili videochiamate.

«Dove sei?» guarda alle mie spalle e capisce subito che non sono a casa mia.
«Sono dai miei, nella casa dove sono cresciuta. Passerò qui gli ultimi giorni di vacanza» spiego e lui annuisce.
«Dove si trova?»
«In un paese poco fuori Napoli che si chiama Casoria.»
«Quando torno mi ci porti?»
«A Casoria?» trattengo una risata e lui alza un sopracciglio. «Non c'è niente di che qui...»
«Voglio vedere lo stesso. Posso?»
«Certo... e come mai?»
«Voglio vedere dove sei cresciuta, dove uscivi da adolescente con le tue amiche, dove hai dato il tuo primo bacio, dove andavi a scuola... voglio sapere tutto di te» è così interessato a me e alla mia vita che mi vengono i brividi.
«Ti porterò nei posti più importanti per me, promesso.»
«Perfetto.»
«Tu invece dove mi porterai?»
«Anche sulla luna se me lo chiedi» i suoi occhi sono chiarissimi oggi, quasi riesco a specchiarmici dentro.
«Sei sempre stato così romantico tu?»
«Con le escort o quelle con cui passavo solo poche ore a notte non avevo bisogno di essere romantico. Questo è lo Scott McTominay versione Sandra. Solo per te.»
«Credo di essere davvero fortunata ad averti conosciuto, Scotty» sorrido e lui sospira a quel soprannome che odia.
«Non sai quanto...» mi fa il terzo dito e ce la ridiamo insieme.
Sto per parlare di un altro argomento con Scott quando qualcosa mi interrompe.
«Ale! Vieni un attimo?» la voce di mia madre che mi chiama dalla cucina come quando ero adolescente mi distrae da Scott.
«Scusa» dico a lui e poi raggiungo mia madre. «Che c'è mamma?»
«Mi puoi prendere un attimo l'olio dalla cantina fuori? Mi è finito e io ho le mani sporche.»
«Sì» vado a prenderlo e glielo porto. «Ti serve altro?» faccio per chiedere quando mio padre rientra in casa. «Ciao papi» lo saluto.
È il ventisette di dicembre ma lui lavora lo stesso, è la sua passione e non riesce ad abbandonare la falegnameria nemmeno per un giorno.
«Ciao bella di papà» mi raggiunge e mi lascia un bacio tra i capelli. Scott dallo schermo del cellulare assiste a tutto e sorride seguendo tutta la scenetta.
«Perché ridi?»
«Siete una bella famiglia. Fammi salutare il tuo papà e la tua mamma.»
«Ma non sanno parlare inglese» dico con un filo di voce e lui alza le spalle.
«Parlo io in italiano» dice e stavolta quella che ride sono io.
«Te la senti?» gli chiedo e lui annuisce subito.
«Sì» rispondo con un cenno della testa e poi chiamo i miei genitori.
«Mamma, papà... un mio amico voleva salutarvi» li faccio venire accanto a me e subito guardano nel display.
«Ma non è Francesco?» chiede mia mamma quando non vede il mio inquilino nello schermo.
«Alessà ma chi è stu guaglione? Tiene una faccia conosciuta...»

Non so cosa aspettarmi da questa conversazione, sono seriamente preoccupata.

«Ciao signori D'Agostino, io sono Scott» dice in un italiano più che accettabile.
«Scott? E che nome è Scott?» mormora mia madre facendomi ridere.
«Non è italiano mamma, è scozzese...»
«Scozzese come quei due guagliuncielli che si è comprato quest'anno il Napoli?» appena nomina il Napoli gli occhi di Scott si illuminano.
«Io gioco nel Napoli! Io!» dice entusiasta più che mai e io mi batto una mano sulla fronte ridendo.
«Ma che sta dicendo questo, Alessà?»
«Sì papà, hai capito bene. Non è solo scozzese come i nuovi calciatori del Napoli, lui è uno dei due nuovi calciatori scozzesi del Napoli. È Scott McTominay» spiego e mio padre sembra incredulo. Scott continua a sorridere in video e annuisce alle mie parole.
«Uh ma che stai dicendo? Ah sì, 'o russulillo! Sei fortissimo guagliò» gli dice e lo scozzese sorride ancora più di prima.
«Grazie. Io comunque ho visto i mobili che lei fa a casa di Sandra, sono belli, vorrei anche io nella mia casa nuova. Può aiutare me?»

Addirittura sa assembrare frasi complete e anche abbastanza complesse in un italiano decente, non me lo aspettavo.

«Certo Scott, quando vuoi mi dici cosa ti serve e te lo preparo. Fatti portare in falegnameria da Sandra quando vuoi» mio padre risponde cordiale e in italiano, do un sospiro di sollievo.
«Grazie signore D'Agostino» risponde Scott e mi viene voglia di buttarmi nello schermo del mio cellulare e raggiungerlo dall'altra parte d'Europa per abbracciarlo e stringerlo forte a me.

«Chiamami Giuseppe.»
«Va bene. Comunque volevo dire che io voglio bene a Sandra, lei vuole bene a me. Per te va bene, Giuseppe?» gli risponde e mio padre mi guarda un attimo.

Gli sta chiedendo il permesso per stare con me? È la dolcezza in persona come sempre.
Guardo mio padre e aspetto la sua risposta, che ha in testa ora? Dio mio, che imbarazzo.

«Certo per me va bene, mi fa piacere Scott» ribatte mio padre e io non so se ridere o piangere.
«È stato un piacere conoscervi» li saluta con la mano e i miei ricambiano.
«Anche per noi. Ciao ciao.»
«Va bene, mi chiamate quando la cena è pronta? Io vado in camera mia» li saluto e me ne torno in camera. Mi butto sul letto e mi copro il viso con una mano.
«Che c'è?»
«È stato imbarazzante.»
«Ho sbagliato qualcosa? Dimmelo se è così perché per me è la prima volta in una situazione del genere. Avevo un'ansia...» sospira rumorosamente e poi chiude gli occhi per qualche attimo come a ritrovare la calma.
«Non hai sbagliato niente, sei stato molto carino e cordiale ma non eri tenuto a farlo.»
«Te l'ho detto che con te voglio fare sul serio, no?»
«Me l'hai detto...»
«Sempre se tu sei d'accordo eh, se esagero dimmelo che ti ripeto non ho esperienza nel campo.»
«Sono d'accordissimo.»
«Perfetto. Comunque loro sono davvero carini, siete una bella famiglia. Sei figlia unica?»
«Sì» annuisco.
«Anche tu sei dai tuoi, no?»
«Sì, più o meno. E comunque non sono un tuo amico. Ora l'italiano lo capisco e gli hai detto che sono un tuo amico» mi guarda serio e io penso a che rispondergli.
«E che dovevo dirgli? Meglio che non sappiano troppi dettagli.»
«Possono stare tranquilli, non ci sono dettagli scabrosi su di te. Hanno una figlia d'oro.»
«Eh ma il genero...» azzardo e lui se la ride.
«Colpito e affondato. Sto facendo il bravo però, te l'ho promesso.»
«Lo so. Mi manchi da morire, non vedo l'ora che torni, voglio stare con te.»
«Sì lo so, dobbiamo continuare Gossip Girl» dice sbuffando fingendosi annoiato.
«Sì, Gossip Girl. Penso che al tuo ritorno la tv non la accenderemo proprio» mi mordo per un attimo le labbra dopo quel commento malizioso e lui fa di sì con la testa.
«Non vedo l'ora. Adesso stacco che devo andare a cena. Ci sentiamo dopo?»
«A dopo buon appetito.»
Dopo cena prima di andare a dormire mi richiama ma stiamo poco in videochiamata perché dice che vuole riposare e così prima delle undici ci salutiamo.

Il giorno dopo ci sentiamo coi messaggi dalla mattina presto ma stranamente non mi chiama proprio. Gli chiedo anche se posso chiamarlo cinque minuti ma mi dice che non può, strano. Lui adora stare a telefono, parlerebbe anche per ore ed ore. Avrà i suoi motivi sicuramente. Io resto fino a pranzo dai miei e poi me ne torno a casa mia. Faccio una doccia, svuoto la valigia e cerco di rilassarmi un po'. Prendo una busta di patatine e mi metto sul divano cercando un film da vedere. Dopo un po' di zapping lo trovo ma inizia a squillarmi il cellulare: è Scott.

«Pronto?»
«Sandra dove sei?»
«Ehi Scott, buona sera. Anche per me è bello sentirti...»
«Dai scema... dimmi dove sei» non capisco il perché di questa sua domanda. Non mi sembra arrabbiato né sospettoso ma non capisco perché insiste tanto.
«Sono da me, sono tornata a casa qualche ora fa.»
«Sei in pigiama?»
«Scott ma che significano queste domande?» mi sta mandando al manicomio.
«Rispondi senza fare troppe storie» sbuffa e io lo assecondo.
«Sì. Prossima domanda, commissario?»
«Vestiti e scendi, sono giù da te.»

Sorpresa.

My weakness - La mia debolezza  | Scott McTominayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora