SCOTT.
«Perché non hai invitato anche lei, Scott?»
«Perché non è la mia ragazza, Phoebe» rispondo alla bionda che sbuffa.
«No? Che strano vi comportate esattamente come due fidanzati.»
«E invece no, altrimenti lei sarebbe qui in auto con noi» le faccio il terzo dito e lei scuote la testa.
«Niente eh, non ti vuoi proprio decidere a fare un passo verso di lei?» ora è Billy che parla e faccio di no con la testa.
«Non sono pronto, non merita di soffrire a causa mia.»
«Perché ora non sta soffrendo secondo te?»
«Non è colpa mia, non stiamo insieme» alzo le spalle anche se so di aver appena detto una colossale stronzata. Io e lei non stiamo insieme ma io ci soffro lo stesso e so che lo stesso potrebbe essere per lei.
Per tutta la settimana ho cercato di tenerla lontana, ho dovuto lottare con me stesso per non cercarla proprio perché il nostro rapporto sta diventando troppo intimo. Mi sento sempre più legato a lei e mi manca l'aria. Mi manca l'aria non perché mi pesa stare con lei o perché mi sento asfissiato ma perché so che quando le cose vanno troppo bene poi combino qualche casino e non voglio, non con lei. Lei non lo merita e per quanto io non capisca bene se il le piaccio quanto lei piace a me so che mi vuole bene e non voglio che soffra a causa mia.
«Le ho parlato prima, è proprio carina.» spalanco gli occhi a quelle parole di Phoebe, che ha combinato ora?
«Che le hai detto?»
«Niente, che sono la ragazza di Billy e che mi avete parlato di lei.»
«Solo questo? Non le hai detto altro?»
«No Scott, tranquillo. Al massimo le ho detto che sei un bravo ragazzo, simpatico, dolce... ho parlato solo bene di te» dice sbattendo le sue lunghe ciglia.
«Ok ma non farlo più, non voglio che sappia cose di me che non le ho ancora detto.»
«Non sono stupida, Scott.»
«Io ti sto solo avvisando.»
«Era con un ragazzo moro, ha detto che era un suo amico... non sei geloso?»
«È il suo migliore amico e vivono anche insieme» quando ci penso mi ribolle il sangue nelle vene, ma so che tra di loro non c'è nulla e mi calmo. «All'inizio sì, mi dava fastidio, ora no. Lo conosco e so che sono solo amici. E comunque lei non è la mia ragazza, che diritto avrei di essere geloso?»
«Nessuno, certo. E tu quando le chiederai di uscire così da avere qualche diritto in più?»
«Mai, non si merita un guaio come me.»
«Scott...» Billy vuole iniziare ma lo fermo subito.
«No Billy, non ricominciamo, per favore.»
«Vabbè dai, lasciamo stare» capisce che non può farmi cambiare idea e smette di parlarne.Arriviamo al locale ed insieme a noi ci sono anche altri ragazzi della squadra: c'è Alessandro Buongiorno, Frank Anguissa, Amir Rrahmani, Khvicha Kvaratskhelia e Cyril Ngonge. Abbiamo prenotato un tavolo e ci mettiamo lì tranquilli. Iniziamo a bere qualche drink e poi balliamo un po' in pista. Qualche ragazza mi avvicina ma sono ancora troppo sobrio per finire a scopare in un bagno lercio di una discoteca. E poi sto aspettando qualcuno di mia fiducia. Quel qualcuno, Jimmy, arriva poco dopo e mi porta una ragazza che riconosco, è Simona. Stasera ho tanta voglia di sfogare un po' di adrenalina accumulata dopo la partita e le avevo promesso che l'avrei richiamata quando avrei voluto fare sesso. Quando la vedo la saluto calorosamente e poi la porto al tavolo dove Billy e Phoebe capiscono subito.
«Ancora Scott? Ancora?»
«Stasera voglio spegnere il cervello e divertirmi.»
«E Sandra?» è Phoebe a parlare e io la guardo male.
«La vedi? È qui con noi Sandra? Non mi pare. Sono libero e faccio come mi pare.»
«Sì, fai come vuoi» mi dicono entrambi. Lo fanno per il mio bene, lo so, ma a volte sono veramente pesanti.Restiamo lì al locale ancora per un paio di ore, poi io e Simona ce ne andiamo nella mia stanza d'hotel e facciamo sesso. Erano una decina di giorni che non lo facevo, ero carico a pallettoni, anche perché quando sto con Sandra mi devo sempre trattenere e poi dopo un po' esplodo. So che non è giusto e che se lei lo venisse a sapere non ci farei una bella figura ma io sono single e voglio essere libero di fare ciò che voglio senza nessun tipo di restrizione.
«Scott...» è appoggiata al mio petto anche se vorrei tanto mandarla via e poter dormire tranquillamente. Odio quando iniziano a parlare e vogliono conversare dopo il sesso.
«Sì?»
«Chi è Sandra? Ho sentito i tuoi amici prima fare questo nome...»
«Nessuno che deve interessarti. Ora dormiamo, ok?»
«Sì, ok.»
Non la chiamerò più, sta già diventando troppo intromettente. Dormiamo e la mattina dopo va via presto. La pago e la saluto ringraziandola.
È lunedì e non ho alcun impegno. Di solito i lunedì li passo con Sandra e stamattina mi manca da morire. Le scrivo? Con che coraggio? Ieri l'ho fatta andare a casa e io me ne sono andato a ballare scopandomi un'altra. Come faccio ora a cercarla?
Ci penso per tutta la giornata e la sera però, crollo. Faccio schifo lo so, le sto sempre intorno senza mai darle nulla di concreto ma che ci posso fare se mi manca come l'aria?
Mi faccio una doccia, metto addosso la prima tuta pulita che trovo e scendo. Mi fermo a comprare delle sfogliatelle che lei adora e vado a casa sua. Busso e quando sente che sono io apre subito.
A volte mi sento davvero in colpa per come mi sto comportando con lei e so che dovrei smettere ma è più forte di me, non riesco.«Ehi Sandra» le sorrido e lo fa anche lei anche se non come sempre. Forse avrà lavorato oggi, sarà stanca, non so.
«Tutto bene?» mi chiede e io annuisco.
«A te?»
«Bene.»
«Ho portato le sfogliatelle» cerco di dirlo bene in italiano con scarsi risultati ma lei non mi prende in giro come suo solito. Annuisce e mi prende il vassoio dalle mani per poi ringraziarmi.
C'è qualcosa che non va, palesemente.
Ne mangiamo un paio e poi andiamo in camera sua. Ci mettiamo a letto e guardiamo qualche puntata di Gossip Girl. Le chiedo se è stanca e fa di sì con la testa senza nemmeno girarsi verso di me.
«Il gol ti è piaciuto?» mi piace renderla partecipe della mia vita anche se cerco di farlo il meno possibile. Non si direbbe ma giuro che mi trattengo con lei. Vorrei portarla con me ovunque e portarla anche con i miei amici ma mi trattengo, non posso.
«Credo di sì, non so. Sai che non ne capisco nulla» alza le spalle e io non aggiungo altro perché non la vedo in vena di chiacchiere.Ogni tanto mi incanto a guardarla. Guardo lei più che la puntata. Mi piace osservarla mentre è concentrata su altro. Osservo il suo profilo, il suo naso perfetto, le sue labbra carnose, le sue ciglia lunghissime e so, una volta in più, che è l'unica che voglio veramente ed anche l'unica che probabilmente non avrò mai. Ma è meglio così, mi ripeto, non merita di soffrire.
Torno a guardare la serie tv e la commentiamo insieme fino a che lei non si addormenta. La osservo mentre dorme e vorrei stringerla forte a me. Vorrei poterla baciare e vorrei poter fare l'amore con lei. Vorrei poterle sussurrare all'orecchio, mentre è su di me, che è l'unica donna che mi ha fatto perdere la testa. Vorrei fare con lei tutte le cose e dire tutte le cose che non ho mai fatto con nessuna e che non ho mai detto a nessuna. Appoggio anche io la testa sul cuscino e mentre fantastico su cose che non succederanno mai, mi addormento. O almeno così credo che siano andate le cose. Perché la mattina dopo, quando mi sveglio, la trovo seduta a letto con le ginocchia strette al petto che guarda nel vuoto.
«Ehi Sandra, buongiorno. Va tutto bene?»Che ho combinato ora?
Mi guardo e sono vestito e anche lei lo è, quindi non dovrei aver fatto nulla di male anche perché lo ricorderei visto che non ero ubriaco.Continua a guardare nel vuoto per qualche istante, poi si gira verso di me e noto i suoi occhi lucidi e rossi. Ha pianto? E perché?
«Il problema sono io, vero? Non ti piaccio fisicamente?» mi chiede e mi sembra una pazzia bella e buona.
«Ma di che stai parlando, Sandra?»
«Perché vai con le escort e a me non mi sfiori nemmeno?»Scoperto. E ora che le dico?
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My weakness - La mia debolezza | Scott McTominay
Fiksi Penggemar"Non ho mai permesso a nessuno di conoscere le mie debolezze, le ho sempre tenute nascoste e le ho custodite nel profondo del mio cuore. Poi sei arrivata tu che mi hai fatto sentire normale per la prima volta nella mia vita, mi hai fatto sentire fel...