1- Come un tonno

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BUONASERA A TUTTE!
SONO TORNATA DOPO UN BEL PO' DI LATITANZA.
TORNO CON UNA NUOVA STORIA A MODO MIO COME SEMPRE.
SE VI VA SEGUITELA, VOTATE E COMMENTATE!
UN BACIO,
SAM💜

-Sire!- urlò una guardia, una delle tante che erano al suo servizio e al servizio della famiglia reale.

William, che conosceva quelle terre fin da quando era venuto al mondo, si nascose in un anfratto scavato su una parete di roccia. Era come una caverna, minuscola e poco confortevole e certamente non il posto ideale dove poggiare un didietro reale, ovvio, tuttavia era la sua unica possibilità per sfuggire a quel minuscolo esercito di soldatini rampanti che lo cercavano ininterrottamente da...mah quasi un'ora?

Volendo avrebbe potuto anche metterli a tacere tutti con uno schiocco di dita. Era il re di Dunmore, e anche non più bambino visti i suoi trentaquattro anni, ma il punto era proprio che William non voleva.
Quello che desiderava davvero, invece, era che lo lasciassero in pace almeno qualche ora, che il suo segretario e assistente non lo asfissiasse ancora con la storia del matrimonio, e che gli lasciassero godere di un po' di svago.

Non poteva di certo andarsene di nuovo dal regno, era appena rientrato da una vacanza!

William restò accartocciato in posizione quasi fetale per altri minuti, almeno fino a quando non sentì più nulla attorno a sé, né passi né voci; allora uscì dal suo nascondiglio quatto quatto con la testa che voltava ora destra, ora a sinistra.
Camminava quasi in punta di piedi e stava bene attento a non calpestare le foglie secche che ormai si erano quasi tutte staccate dagli alberi.

L'autunno era arrivato e tutta la foresta attorno al castello si era riempita dei tipici colori della stagione.

Ora che era al sicuro, il re, raddrizzò il corpo e i suoi passi si fecero sicuri, decisamente non attenti.
E la cosa si rivelò decisiva quando avanzando di un altro passo si ritrovò imbrigliato in una rete e trascinato su fino a uno dei rami di un albero.

-Merda! Perfetto, questa mi mancava oggi in effetti.- disse ad alta voce -Guarda che se ce l'avevi con me, potevamo quantomeno parlarne eh, mica c'era bisogno di fare tutta sta scena.- continuò il suo monologo con lo sguardo rivolto verso il cielo.

Sospirò. Era un re in trappola e stavolta in tutti i sensi.

Non aveva portato con sé nemmeno il telefono, inutile com'era nella foresta dal momento che non c'era mai campo lì e ora l'unica opzione possibile era anche quella che aveva evitato fino a pochi secondi prima: aspettare che passasse una delle sue guardie per farsi liberare.
Meglio di così non gli poteva andare.

Dopo un tempo che gli parve infinito ecco che William avvertì il suono di qualcosa a poca distanza.
Si mise comodo e in attesa.

-Muffin! Muffin, vieni bello!

Perfetto, una guardia ubriaca a quell'ora del mattino era quello che ci voleva. Uno che invocava i muffin in mezzo a una foresta o era ubriaco o tanto bene con la testa non ci stava.

Un verso simile a un ruggito, anzi no, a un ululato attirò la sua attenzione.
Tese il corpo e con le dita imbrigliate nella rete e guardò giù.

Sì, decisamente quello era il verso di un lupo, lo stesso che ora lo stava fissando male ringhiando e mostrando i denti aguzzi.

Quasi quasi ringraziava il fatto che fosse lassù e non laggiù.

-Muffin! Ah ma sei qui! Mi hai fatto prendere un colpo, bello.

E no, non c'era nessuna guardia ubriaca, era una donna quella, non avrebbe potuto sbagliare.

Nel frattempo quella bestia malefica continuava a ringhiare fino a quando non riuscì a farsi comprendere e la sconosciuta alzò lo sguardo e se lo ritrovò di fronte, intrappolato come un tonno.

-Oh mamma! Sta bene?

Stava bene? No, affatto, avrebbe gradito moltissimo essere a terra, magari vicino al lago che tanto amava e magari disteso in un tappeto di verde, tutto tranne che trovarsi in quella posizione assurda.

-Secondo lei sto bene? Sì, in effetti immagino che dalla sua prospettiva deve sembrare che io stia facendo un'escursione nelle mie terre ma, mi creda sulla parola, non è così.

Morgana lo guardava confusa.
Aveva scelto la giornata sbagliata per non indossare i suoi occhiali da vista perché senza di quelli, da lontano, non vedeva un tubo, era cieca come una talpa.
La persona che stava parlando avrebbe potuto essere chiunque, lei non vedeva che una sagoma.

-Non per disturbarla eh ma, che ne so, potrebbe chiamare qualcuno che mi aiuti a uscire da questa situazione spiacevole?

-Qualcuno? Chi?

-E io che ne so?

-Ah.

-Ah?

-Sì ehm... vabbè faccio io. Ma cerchi di avere pazienza che non ci vedo molto bene.

-Ma quanti anni ha?

-Ventisei, perché?- rispose ancora Morgana afferrando i bordi della gonna della sua divisa e prendendo ad arrampicarsi sull'albero regale su cui era rimasto appeso il povero re.

-Ma che fa? Stia attenta, per Dio!

-Stia tranquillo, so quello che faccio. Ci sono cresciuta qui.

William la osservò con molta attenzione. A prima vista sembrava una pazza, molto strana. Poi, a mano a mano che la vide avvicinarsi notò il suo viso angelico, la pelle d'ambra, i capelli erano un ammasso informe di ricci neri. Non aveva nessuna idea di chi fosse, non l'aveva mai vista prima.

La vide estrarre dalla piccola tracolla un coltellino e per un attimo si allarmò.

-Che diavolo vuole fare con quel coso?

Ma lei non gli rispose, piuttosto glielo mostrò tagliando i due lembi di corda legati a un ramo e in un attimo William scivolò giù.

-Cazzo, ma è fuori di testa?

Morgana scese dall'albero in pochi secondi, era qualcosa che aveva fatto migliaia di volte.
Si avvicinò all'uomo e alla rete e strappò anche quella. Solo quando gli fu vicino si accorse dell'identità dell'uomo.

-Oh porca paletta! Sire?








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