8- Vendetta

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C'era ancora un po' di crepuscolo quando Morgana arrivò alle stalle, la mattina successiva.
Non fu affatto sorpresa nel trovare il re ad aspettarla.
Tra le mani reggeva due termos e Morgana sperò che uno fosse per lei e che dentro ci fosse del caffè.

-Buongiorno, folletto.

-Lo avete detto anche ieri. A cosa devo l'onore per tale appellativo?

-Be' i folletti sono fastidiosi.

Morgana socchiuse gli occhi.

-E pure bassi.

Morgana incrociò le braccia al petto.

-E sono rumorosi.

-E quale delle tre mi rispecchia di più?

-Tutte.

Sospirò infastidita e divertita. Era più forte di lei: non riusciva mai a prendersi sul serio.

-Non pensavo ti saresti davvero presentata all'alba.

-A me piace svegliarmi presto. Mi piace il modo in cui il cielo si colora con il primo raggi del sole. Certo, subito dopo mi farei volentieri un pisolino e ammetto di averlo anche fatto, qualche volta. Ma non lo dite al capo del mio capo: ha tutta l'aria di essere uno irreprensibile.- ammise bisbigliando le ultime parole manco stesse dicendo un segreto a un'amica.

William scosse la testa divertito e le passò uno dei due termos.

-Vi ringrazio moltissimo, Altezza.- gli disse e appena le loro dita si sfiorarono fu colta da un'improvvisa scossa elettrica -Ehm...ecco, avete deciso di deporre l'ascia di guerra?

Il re la guardò, cioè la stava già guardando da un po' e sì, anche lui era stato colto da una strana sensazione quando i dorsi delle loro mani erano entrati in contatto.

-Ti sembro uno che molla?

-Mi sembrate vendicativo più che altro.

-Non lo sembro, lo sono. E tu, piccolo folletto nano, meriti ogni secondo della mia furia.

-Non dovreste essere galante con una povera donzella?

-No.

-Mmh.

-Pronta?

-Ve lo farò sapere quando avrò capito che cosa mi aspetta.

William sorrise divertito.

Morgana lo seguì alle stalle. Tutto fu parecchio chiaro quando lui gli passò una forca e una pala.

-No.

-Non puoi esimerti sono il re e te lo sto ordinando non chiedendo.

-Ma quello lì...

-Sì?

-Be'...non vi sembra troppo crudele?

-No. O perlomeno non tanto quanto quello che tu hai fatto a me ieri.

-Ma io in compenso vi ho deliziato della compagnia di una bella donna.

-Sì, bella è bella, ma piuttosto che passare il tempo con lei mi sarei fatto prete.

-Addirittura! Era la vostra fidanzata.

-Non ti sorge il dubbio che fosse stata ok non ci sarebbe stato nessun verbo imperfetto nella tua frase?

-Voi pensate di essere più ok di lei? Guardate che siete impossibile.

-Io?

-Voi.

-E tu stai cercando di distrarmi. Muoviti. Io mi metterò qui e ti guarderò tutto il tempo. Fai un buon lavoro eh, sai che Marcel ci tiene che le stalle siano pulite alla perfezione.

-Bella merda.

-Sono contento di vedere in te tutto questo entusiasmo.

Morgana lo fulminò con lo sguardo dopodiché borbottando si mise a lavoro.

L'odore era davvero davvero sgradevole ma l'orgoglio non le permise di fermarsi. Se il re pensava di metterla in difficoltà... ci aveva preso in effetti. Ma non si lasciò abbattere.

Alla fine della seconda ora di lavoro il sole era sorto completamente in cielo.

William non l'aveva persa d'occhio un attimo e si era divertito un mondo a vederla in difficoltà. Tuttavia quella ragazza aveva appena guadagnato molto della sua stima e del suo rispetto. Dopotutto mica era scontato che svolgesse quel lavoro alla perfezione. E invece, Morgana lo stupì così tanto che volle premiarla.

-Direi che hai scontato la tua punizione. Vieni qui.

-Agli ordini, Altezza, sono ai vostri comandi.

Il re storse leggermente il naso quando le fu vicino. Emanava un ordire tutt'altro che gradevole eppure non ci pensava nemmeno ad allontarsi da lei.

-Hai mai cavalcato prima?

-Ehm... sì.

William alzò un sopracciglio con fare curioso.

-Fammo indovinare: hai rubato uno dei miei cavalli.

-Rubare, che parolone! Direi che ne ho preso in prestito qualcuno qualche volta, mica è rubare.

-E me lo dici così?

-Spero ancora che mi rinchiudiate nelle segrete.

-Ti hanno mai detto che hai qualche rotella fuori posto?

Morgana alzò lo sguardo al cielo con fare ironico.

-Sai che noia passare tutta la vita senza bizzarrie?

William scosse la testa.

-Andiamo, dai, ci facciamo un giro a cavallo. Anche se puzzi da morire e starti vicino è una tortura.

-Chissà di chi è la colpa.

-Tua perché sei impertinente.

-Vostra perché vi siete vendicato di una donnina indifesa.

-Sulla donnina ci siamo, dal momento che sei alta quanto un bambino, è sull'indifesa che avrei qualche dubbio.

E prima che la ragazza potesse ribattere le mise una mano sulla bocca e la trascinò via.

Non si era mai divertito tanto.

Il contratto: Un Amore...RealeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora