5- Incontri e scontri

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Morgana non si accorse del re, né lo vide poco dopo andare via. Continuò a leggere e a ridere.
La lettura riusciva sempre a mettere di buon umore ma non conoscendo la regina a fondo non aveva idea di quali titoli potesse trovare di suo gradimento.
Perciò fece quello che le riusciva sempre bene: sdrammatizzare e ironizzare.

Certamente leggere le istruzioni di una friggitrice ad aria non era il massimo ma era già qualcosa. Morgana desiderava avere un primo vero contatto con la donna che sembrava, dall'esterno, persa in chissà quale mondo e pianeta.

Lo scatto della porta che si aprì la fece sobbalzare.

-E tu chi diavolo sei?

Eccola l'arpia.
La dama di compagnia della regina, Adelaide, entrò a gamba tesa interrompendo quel momento leggero e simpatico.

Morgana non era proprio il tipo da lasciarsi intimidire ma c'era qualcosa nello sguardo di Adelaide che aveva sempre avuto il potere di rizzarle i capelli.

-Sono la cameriera di sua maestà , signorina. Margaret è ammalata.

L'altra la guardò con un cipiglio severo in volto.

-E da quando in qua una cameriera si mette allo stesso livello di sua Altezza? Sei una cameriera? E servi allora.

Morgana non fece una piega. D'altro canto si aspettava il suo arrivo da un momento all'altro.
La vide allontanarsi e ritornare verso la porta.

-Vai a preparare del tè. La regina ha ospiti.

Detto questo riaprì la porta e una donna bellissima fece il suo ingresso.
Morgana la conosceva bene. Era Cassandra, la fidanzata del re. No, forse non erano più una coppia, ma lei si ostinava ad andare e venire dal castello come se stesse a casa sua.

Vide la donna avvicinarsi alla regina, e senza nemmeno rivolgerle un inchino si sedette al suo fianco

-Stai ancora qui? Spicciati!

Morgana sobbalzò.

-Certo, vado subito.

Si dileguò subito fuori.

Quando arrivò in cucina aveva un diavolo per capello. Adelaide e tutte le persone che erano come lei non le piacevano proprio.

-Che succede bambina?

-Oh Kiki, niente di ché ma se non è chiedere troppo potresti mettere qualcosa di abbastanza forte da bruciare le corde vocali di quelle arpie?

La cuoca scoppiò a ridere.

-Adelaide e la sua commare sono arrivate? Si spiegherebbe il tuo pessimo umore. Ma tu, - disse ancora puntandole contro un mestolo di legno -che cosa ci facevi negli appartamenti della regina, a quest'ora?

Morgana cominciò a guardare attorno a sé. Finse di non sentirla.

-Signorina?

-Eh?

-Ti ho fatto una domanda.

Sospirò sconfitta e ammise le sue colpe.

-Mifacevatroppatenerezzacosìleholettoqualcosa.

-Non si è capito niente, cara. Riprova, questa volta più lentamente.

-Mi faceva troppa tenerezza, se ne stava lì tutta sola, e io...io ho voluto farle compagnia.

-Mi era sembrato di sentire la parola "letto". Non ti sarai mica messa a poltrire sul suo letto reale!

-Ma mi credi così stupida? E poi non eravamo in camera sua ma nel salottino. E sì, io le ho letto qualcosa, ecco. Uccidimi pure per questa violazione del protocollo.

Kiki le si avvicinò e le accarezzò il viso con fare materno.

-Oh bambina vivi qui da sempre e non hai imparato un'acca del protocollo. Altro che uccidere. E comunque...che cosa le avresti letto?

-Una sciocchezza.

-Del tipo?

-Ma niente.

-Morgana!

-Unricettariodiottimisecondicotticonlafriggitriceadaria.

-Di nuovo? Parla piano!

-Un ricettario.

-Un ricettario?

-Mmh-mmh.

-Che ricettario?

-Di...ricette?

-Che ricette?

-Secondi piatti.

-Secondi piatti?

-Mmh-mmh

-E dove l'avresti recuperato questo ricettario se da qui non sei passata proprio?

-Io...be'.

All'improvviso fu come se alla cuoca di palazzo si accese una lampadina.

-Morgana?

-Eh?

-Non avrai mica disturbato i timpani della regina con quel ricettario incluso in quel regalo osceno che Marcel mi ha fatto lo scorso Natale e che io ho regalato a te perché a momenti mi veniva un infarto, vero?

-Chi io? Mah no.

-Morgana?

-Il thè è pronto. Mi sa che non posso restare a chiacchierare con te. Mi piacerebbe molto, sia chiaro, ma proprio non posso.

Scappò dalla cucina, si dileguò proprio, ma in quella giornata tanto assurda la fortuna non era proprio dalla sua parte.
Risalendo di corsa le scale per raggiungere gli appartamenti della regina si scontrò con un muro. Un muro vivo e vegeto, fatto di carne e ossa solo che...e lei gli aveva appena imbrattato quello che aveva tutta l'aria di essere un costosissimo completo.

-Hai proprio un vizio del cazzo tu!

Il contratto: Un Amore...RealeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora