capitolo 6

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La mattina successiva mi trovo puntuale come un orologio svizzero nel parcheggio della Wittmann

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La mattina successiva mi trovo puntuale come un orologio svizzero nel parcheggio della Wittmann. È stata una brutta levataccia, sia per il mal di testa che mi ha colpito non appena ho aperto gli occhi, sia per l'orario ma ho preferito prendermela con calma in modo da non sfidare troppo la sorte, o meglio il traffico, nella I-80. Ora ho capito che almeno quaranta minuti li devo tenere in conto per arrivare qui.

Faccio un bel respiro prima di recuperare la tote bag di pelle nera e uscire dalla macchina. L'aria frizzantina del mattino penetra nelle mie ossa nonostante il cappotto, provocandomi un brivido di freddo. Bramo il ritorno di temperature più elevate.

Mi incammino verso l'entrata e torno a rimuginare sulle parole di Ethan. Mi ha dato l'occasione di sistemare le cose, sento che ho finalmente il controllo della mia vita però questo senso di inquietudine non vuole andarsene. E se Jocelyn avesse un piano B? E se le azioni di zio Ethan scatenassero la sua furia? E se Kyle decidesse di vendicarsi?

L'immagine di James con il volto tumefatto di botte nel privé del Purple mi fa scombussola lo stomaco e a momenti rigetto la colazione.

Sono una regina fantoccia nel mio regno, ho il potere solo nella carta. Jocelyn e Kyle sanno benissimo dove colpire, quali fili tirare per farmi agire come vogliono loro.

"Vedi Riley, questa è sempre stata la tua più grande debolezza. L'amore."

Già, su questo hai ragione Kyle.

Non mi sono resa conto di essere ferma davanti alle porte scorrevoli finché qualcuno non mi tocca la spalla. "Ehi, tutto bene?"

Mi riscuoto dalla strana piega che avevano preso i miei pensieri e volto il capo. Una ragazza giovane, alta qualche centimetro in più di me, mi sta sorridendo in modo genuino, anche se scorgo un filo di preoccupazione nelle sue iridi azzurre. Bel modo di farsi notare eh?

Annuisco. "Sì sì, tutto bene. Ero solo un po'... presa dall'emozione della prima volta ecco."

Bugiarda.

Si rasserena. "Sei nuova?"

"Sì." Allungo una mano. "Piacere, Riley Gilles Wayne. Sono il nuovo ingegnere di pista."

Queste sei parole sono magiche, quando le dico sembrano portare automaticamente il buonumore a chiunque indossi una divisa con il logo della Wittmann. Vedo la speranza delinearsi nei loro occhi, il peso nelle loro spalle farsi più leggero. È difficile non arrendersi quando arranchi gara dopo gara, quando vedi che le cose non vanno mai per il verso giusto.

"Adelaide Gillen, ma tutti mi chiamano Ada. È un immenso piacere conoscerti." Ricambia la stretta con vigore. "Entriamo. Presumo che tu non abbia il badge vero?"

Annuisco. "Ieri avevo il pass per i visitatori ma l'ho restituito quando me ne sono andata."

In realtà l'ho lanciato via da me come se fosse fatto di carboni ardenti ma dettagli.

Ready Set Go - Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora