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Sono di nuovo al bunker da solo .
Solo io e la mia chitarra.
Dopo quella conversazione non è successo nulla di nuovo.
I rapporti si sono rafforzati facendo ritornare quell'aria serena tra tutti, senza nessuna tensione apparente almeno.

Allora perché mi ritrovavo da solo con i miei pensieri?
Avevo bisogno di pensare.
Di ricollegarmi con me stesso .
Ne avevo bisogno dopo quella vicinanza con Pietro.
Non che mi diapiacesse ovvio però non dovevo illudermi.
A lui non sarei mai piaciuto.
E questa situazione mi rende stanco.
Ma di tutto.

Porto le braccia intorno alla chitarra come ad abbracciarla e non trattengo più le lacrime.

Rimango per tutta la notte .
Non mi andava di andare a casa e stare da solo ma manco di andare dagli altri e infastidirli con la mia presenza.
Non ero dell'umore.
Che poi , stavo da solo anche al bunker quindi in realtà non aveva nulla senso ma in un certo senso per me si.
Era diverso.
Non so come ma una solitudine diversa.

Il sole ormai è alto da un po.
Sento i ragazzi entrare.
Sento le loro risate che mi riscaldano il cuore.
Mi alzo dal divano sistemando la chitarra nella custodia e li raggiungo.

《Ciao ragazzi》
Li saluto tranquillamente cercando di mascherare il fatto di non aver dormito per nulla.

《Ciao Caph , stranamente mattiniero》

Mi misi a ridere alle parole di Dario e mi grattai la nuca imbarazzato.

《Mentre il tuo ragazzo ha deciso di tardare anche oggi》

A quelle parole mi strozzai con la mia stessa saliva e iniziai a tossire diventando tutto rosso.
Facevo concorrenza ai capelli di Piccolo.
Guardai male proprio lui e gli riservai un bel dito medio.

《Sei l'ultimo che può parlare Piccolo》

Risi divertito vedendo il suo viso cambiare colore e per un momento la stanchezza svanì.

Mi andai a prendere un caffè dalla macchinetta prima di cominciare un'altra giornata di lavoro.
Lo zuccherai per bene per poi degnarli nuovamente della mia presenza .

Mi misi ad ascoltare alcune basi di Jackson insieme al resto dei ragazzi e lo abbracciai da dietro soddisfatto.

《Come faremmo senza il nostro egomostro!》

《Di cosa hai bisogno leccaculo?》
Mi rispose ridendo.

Sapeva che davo affetto solo a Pietro .
Affetto sincero,  avvolte manco mi accorgevo di quello che facevo .
Il mio corpo andava verso di lui in automatico.
E quando lo facevo con gli altri significava solo voler qualcosa.
Mi conoscevano bene .

《Della tua magia tesoro, mi pare ovvio 》
Gli feci l'occhiolino e senza farlo replicare andai a prendere dei fogli e glieli diedi.

《Comunque Ghera aveva pensato di organizzare un barbecue , vuole sapere se ci siamo》

Manco il tempo di rispondere a Dario che compare dalla porta il diretto interessato.
Appena lo vediamo gli saltiamo tutti in braccio .
Infondo a quel ragazzo dovevamo tutto.

《Compra tanto alcol papà Ghera 》
Diciamo in coro scoppiando poi a ridere.

《Mi farete diventare povero ragazzi》

Ci stacchiamo da lui continuando a ridere e gli mando un bacio volante.

《Ci ami comunque,  anzi , ci ami proprio per questo》

Le nostre risate cessarono quando comparve Pietro tutto assonnato.
Sorrisi nel vederlo in quelle condizioni .
Sembrava un bimbo .
Appena si avvicinò a me lo abbracciai e gli lasciai un bacio tra I capelli.

《Buongiorno principino》
Sussurro dolcemente al suo orecchio.
Lo vidi sbadigliare e cercai di trattenere una risata.

《Tu ci sarai al barbecue?》
Continuai .

Lo vidi annuire.
《Ma solo se dopo andiamo nel mio posto, dove ti ho portato un pochino di giorni fa》

Annuisco guardandolo negli occhi e continuai a stringerlo a me coccolandolo sotto lo sguardo interrogativo ma anche intenerito degli altri.

《Ora vi lascio provare》
Salutammo Ghera e ritornammo tutti intorno a Jackson.

Passammo la giornata a provare qualche canzone in acustica e iniziai a lavorare con jackson sulle nuove.

Ci fermammo praticamente solo a pranzo e poi verso sera per raggiungere Ghera e aiutarlo , andando direttamente dal bunker senza passare dalle nostre rispettive abitazioni.

Anche la serata passò in maniera molto tranquilla , tra risate e beer pong.
Quella serata ci serviva.
Avevamo tutti bisogno di staccare la mente dopo quei giorni così frenetici e pieni di caos.
E ghera sembrava averlo capito.

Vedere Fares così felice e più tranquillo mi scaldava il cuore.
Volevo vederlo sempre così.
E ora proprio con lui ci stavamo dirigendo verso quei campi di fiori che tanto ci avevano accolto quel giorno che porterò sempre dentro di me .
Uno dei giorni che non dimenticherò mai.

Il tragitto seppure in silenzio non era per nulla imbarazzante.
C'eravamo solo noi e i nostri sguardi e questo contava.

Ancora noi sotto quel cielo pieno di stelle.

the evening of miraclesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora