Quattro

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Una volta sistemati i libri e mandati a casa tutti i bambini mi sono diretta verso la sala "Lettura" della biblioteca. Leo mi aveva aiutato a riordinare tutto, voleva scusarsi per essermi finito contro, aveva detto. In seguito lui se ne era andato per i fatti suoi e io ero rimasta da sola ad aspettare che i genitori venissero a prelevare le loro dolci creaturine. Ho fatto un sospiro pensando a lui, speravo fosse ancora all'interno del negozio. Non mi era mai capitata una cosa del genere con nessun ragazzo che non fosse stato frutto della fantasia di qualche scrittore. Non pensavo che i ragazzi potessero farmi questo effetto, non nella vita vera. Ho aperto le porte della sala lettura quasi con ansia, ma la trovai deserta. Che mi aspettavo? Ovvio che se ne era andato, stupida fantasia. Mi sono allontanata in fretta dalla porta e ho cominciato a salire le scale che portavano al mio secondo reparto preferito. Dopo quello adibito ai "Romanzi di letteratura straniera", quello dei "Viaggi" occupava un posto speciale nel mio cuore. Sinceramente non avevo idea del perché Gina avesse differenziato in due settori diversi dei libri che sostanzialmente contenevano gli stessi argomenti... intendo "Turismo" e "Viaggi". Bhé comunque non sapevo neppure perché io preferissi uno piuttosto che l'altro, sul serio, erano bene o male gli stessi libri... I misteri. Amavo quella parte del negozio, punto. Forse era la stanza, non so. Avete presente quella sensazione che vi viene quando vi piace qualcosa e volete solo quella determinata cosa anche se poi non é un gran ché e ne vedete di piú belle ma lo stesso non ve la fa dimenticare? Ecco lo so che é un gran casino la mia testa, forse succede solo a me, ma i libri di quella stanza mi facevano quell'effetto. Anche la stanza stessa del resto. Passavo pomeriggi interi ranicchiata su una specie di nicchia vicino alla finestra che mostrava i tetti delle case vicine a sfogliare libri di posti e città lontane mai visitate. Ci avevo messo un cuscino rosso, in quella nicchia, per renderla piú comoda...anzi non "un cuscino" ma "Il Cuscino", diciamo che era un oggetto che rientrava nella categoria "mi attizzi ma non so il perché", quindi ci stava a pennello in quella stanza. Comunque amavo l'idea di viaggiare benché non avessi mai fatto un viaggio in vita mia. Ero sempre stata nel mio piccolo paese lontana da tutto e da tutti. Il mondo lo avevo visto solamente grazie a quei libri, in un certo senso posso dire di averlo visitato tutto. Sbirciare quei posti bellissimi dai panorami mozzafiato o quelle strane case tutte colorate oppure ancora la natura incontaminata delle enormi distese d'erba dell'America settentrionale, mi lasciava sempre cosí talmente affascinata da dubitare davvero che nel mondo potessero esserci luoghi che sprigionassero cosí tanta bellezza. Improvvisamente mi venne da pensare che tutto questo pensiero avesse cambiato soggetto... Toglitelo dalla testa Amelia. Ma non ci riuscivo. Pensai al libro che lui aveva raccolto pochi minuti prima...Alaska. Non avevo mai letto libri che parlassero delle terre selvagge dell'Alaska in particolare quello che aveva Leo non lo avevo neppure mai visto, mi chiesi di cosa parlasse. Incuriosita ho cominciato a cercare tra gli scaffali dei libri simili. Erano tutti in ordine alfabetico quindi sono andata sul sicuro.


Arizona...Arkansas...Alabama...Alaska!
Ho preso il libro dallo scaffale e ho letto il titolo: "Alaska, manuale per intrepidi esploratori", okay mi ispirava. Sulla copertina c'era raffigurato un grande prato verde con al centro un grizzly dal pelo fulvo che fissava l'orizzonte con i suoi occhi neri e pensierosi. Alle sue spalle si stagliava una grande montagna innevata, quasi azzurra e bianca come il cielo. Ho cominciato a sfogliare le pagine e le immagini che ne seguirono mi rapirono completamente. Adoravo ogni singola cosa di quei paesaggi. La neve possedeva mille sfumature diverse di bianco e sembrava cosí immacolata che doveva essere un sogno camminarci sopra, anzi forse non ci avrei neppure trovato il coraggio di calpestarla, pura ed inviolata com'era. Le fotografie scattate agli animali sembravano qualcosa di proibito, come se qualcuno avesse rubato per un istante un bricciolo della loro essenza: selvaggia e inevitabile come la neve e la natura che li circondava.


Ho alzato per un momento lo sguardo guardando di sfuggita i libri sull'Alaska che erano rimasti ritti come sentinelle obbedienti sullo scaffale. Stavo per ritornare al mio libro quando un movimento ha attirato il mio sguardo. Qualcosa si era mosso nella fessura che avevo lasciato spostando il "manuale per intrepidi esploratori". Mi sono chinata un po' é ci ho scruttato attraverso. Non c'era nulla, si vedeva semplicemente la libreria del corridoio opposto...me lo saró immaginata, ho pensato. Speravo solamente che non fosse stato un ragno, odiavo i ragni. Esserini neri, pelosi, con otto gambe, mille occhi... e piú grandi erano piú mi facevano schi...per poco non sono caduta all'indietro. Nella fessura erano apparsi due occhi scuri, verde bosco. Ho lanciato un gridolino coprendomi la faccia con il mio amico manuale. Poi ho sentito una risata provenire dall'altra parte del muro di libri. Il mio stomaco si é come attorcigliato riconoscendolo.

Tra le montagne in AlaskaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora