Dopo aver attraversato altri scenari siamo scesi e ci siamo diretti verso un chiosco per bere una limonata. La seconda della serata, per me.
L'aria era diventata calda e afosa in mezzo alle giostre e alle persone ed io continuavo a sventolarmi un depliant sul viso. Non ricordavo neppure piú cosa c'era scritto sopra.
Leo d'altro canto sembrava fresco e riposato come sempre. Mi sono chiesta come facesse.
Il ragazzo che serviva al banco ci ha dato le bevande in bicchieri di carta gialli e Leo mi ha preso la mano -stava diventando un'abitudine- e mi ha condotto un po' in disparte.
-Vuoi che andiamo in un posto piú tranquillo?- mi ha chiesto passandosi un mano sul collo.
-Come vuoi,- ho risposto alzando le spalle -qui in effetti fa un po' caldo.-
-Sembra che tu ti stia per sciogliere- ha detto scruttandomi. Io mi sono sentita a disagio. -Ti faccio vedere quel posto di cui ti parlavo all'inizio, é fresco. Vieni?-
Mi sono illuminata e ho sorriso. -Vengo- ho risposto.
Siamo usciti dal Luna Park e ci siamo diretti verso il posto dove avevamo lasciato la moto. Leo mi ha condotto dentro il boschetto che si é rivelato nascondere diverse salite. Alla faccia del posto fresco, mi sono detta. Nonostante quello, lí dentro era una favola. I raggi della luna filtravano dalle chiome degli alberi, creando ombre strane tutto intorno a noi. Sembrava di essere all'interno della storia di Biancaneve, solamente che io non ero spaventata. In un'altra situazione forse lo sarei anche stata, ma con Leo al mio fianco mi sentivo al sicuro. Peró non mi fidavo dei miei piedi e un paio di volte sono inciampata sopra qualche radice che emergeva dal terreno.
-Il posto dove stiamo andando,- non ho fatto a meno di chiedere -é sicuro o no? Voglio dire, non ci sono strani animali che si aggirano nei dintorni o malintenzionati o persone bevute o...-
-Persone bevute?- mi ha interrotto ridendo -Devo comprare il tuo dizionario Bip Bip, apprenderei molti, nuovi ed esilaranti vocaboli.-
-Dai! Non hai risposto, devo preoccuparmi?-
-Nah non devi preoccuparti. Ogni tanto viene solo qualche "persona bevuta"ad offrire un drink ma...-
Gli ho tirato una gomitata sulle costole.
-Okay, okay é un posto innocente nel piú puro dei significati-
Dopo qualche minuto siamo arrivati nei pressi di un grande albero posto ad arco con i rami che creavano un muro invallicabile, in cima all'ennesima salita.
-Non vorrai mica portarmi oltre quell'albero, vero?- ho chiesto confusa. Lui per tutta risposta si é infilato sotto un ramo e ha teso la mano. Mi sono morsa il labbro e mi sono accucciata, cercando di seguirlo. Attraversarlo é stata un'impresa ma alla fine ne siamo usciti indenni...bhé capelli a parte, ovviamente.
Il paesaggio che mi si presentó davanti era fuori ogni mia aspettativa: era una grande distesa di erba, con solamente qualche albero solitario ogni tanto. Il bosco si stagliava tutt'intorno creando una specie di recinto. Il terreno era pieno di fiori ed erba. Sospettai che alla luce del giorno doveva essere verdissima.
Leo si é diretto verso un grande albero che stava in bilico sul precipizio dove si affacciava la radura. Si é seduto con le gambe a penzoloni nel vuoto e mi ha fatto cenno di raggiungerlo. Io mi sono avvicinata titubante ma lui mi ha rivolto un grande sorriso e ogni mio dubbio si é dissolto immediatamente. Mi sono seduta in parte a lui, con la spalla appoggiata all'albero.
-É bellissimo- ho sussurrato.
Lí il vento soffiava forte, mandando i miei capelli in mille direzioni diverse. La notte lo aveva fatto diventare freddo, ma gradevole, anche se alla lunga un po' fastidioso.
Nella valle sottostante brillavano alcune luci solitarie e gialle che in un certo senso facevano stonare quelle eccitanti e colorate del Luna Park. Ho cercato con lo sguardo il mio paese, la mia casa, la mia biblioteca. Non sono riuscita ad individuare nessuno di essi. Mi rendevo solamente conto adesso di quanto poco conoscessi quel pezzo di mondo che ostinavo a chiamare come casa. Ho spostato gli occhi sul cielo ammirando quelle stesse stelle che poco piú di un'ora prima stavo guardando dalla mia amaca. Da qui se ne vedevano di piú ed erano anche piú brillanti.
Sono rabbrividita a causa di un colpo di vento particolarmente freddo e mi sono stretta al petto le braccia.
Leo deve averlo notato. -Tira sempre un'aria fredda quassú-
Io: -Mmh, non mentivi quando dicevi che andavamo in un posto piú fresco quindi-
Lui: -Eh già, si sta da dio-
Io: -Sí é un bel posto-
Lui: -Concordo, vengo spesso qui. É il mio angolo felice diciamo- si é messo a ridere.
Io: -Ci vieni con qualcuno?-
Lui: -No, sei la prima persona che porto qua in realtà-
Io: -Quale onore- mi sono portata le mani sulla faccia teatralmente.
Lui ha ridacchiato.
Io: -Leggi mai quassú?-
Lui: -É quello che veramente faccio ogni volta. Un buon libro in mano e via! Mi arrampico fin qui.-
Io: -Wow deve essere proprio un sogno.-
Lui: -Lo é.-
Ho sorriso sognante e mi sono rimessa a contemplare il paesaggio. Mi é venuto in mente che avevo "Cime Tempestose" nella borsa -non uscivo mai di casa senza un libro- peró comunque non sarei riuscita a leggerlo con quella poca luce. Ho sospirato. Sarebbe stato perfetto leggerlo su questa "collina tempestosa".
Lui: -A cosa pensi di tanto bello da farti sospirare?-
Sono arrossita.
Io: -Pensavo a come dev'essere bello leggere "Cime tempestose" in questo posto...si fonderebbe benissimo con il paesaggio e l'atmosfera sarebbe stupenda..."Cime tempestose" sulla Collina Tempestosa...-
Mi sono bloccata con un suono strozzato. Se non fosse stato Leo in parte a me avrei potuto giurare che chiunque avesse ascoltato questa frase sarebbe scoppiato a ridere. Di solito mi capitava cosí a scuola o con i ragazzi della mia età...nessuno mi capiva e mi prendevano per matta. Tutti tranne Ale. Per questo mi ero interrotta, la forza dell'abitudine.
Leo mi guardava e straordinariamente sembrava interessato e mi ascoltava come se stessi facendo il discorso piú bello del mondo. Ho accennato un sorriso e ho tirato fuori il libro dalla borsa e gliel'ho mostrato. Lui l'ha preso in mano e ha dato un'occhiata alla copertina che raffigurava delle montagne dipinte ad acquarello.
-Sembra una figata, ne ho già sentito parlare ma non l'ho mai letto. Di cosa parla?- ha detto cominciando a sfogliarlo a caso.
-Anime turbate, amori che fanno tremare la morte, odi profondi, vite rovinate ed istinti omicidi...robe cosí- ho risposto. Non sorprendetevi se avevo appena finito "Romeo e Giulietta" e sapevo già di cosa parlava questo libro.. Di solito leggo piú libri contemporaneamente. Mi sento una specie di genio del male per questo -risatina diabolica fuoricampo-.
Leo mi ha guardato colpito. -Sinceramente pensavo qualcosa di piú tranquillo, a vedere questa copertina non si direbbe che parli di odio e morte e bla bla.-
-Sí bhé, é un romanzo abbastanza strano tutto sommato. Ma cavolo é bellissimo. Non é come gli altri libri ottocenteschi... É unico nel suo genere secondo me-
-Adoro quando mi parli dei libri usando il tono di una commentatrice- ha detto sorridendo.
Sono rabbrividita di nuovo, ma questa volta non per il freddo.
-Ancora freddo?- ha chiesto.
-Sí un po', ma tranquillo. Sempre meglio del caldo- ho mentito.
Lui mi ha preso una mano e se l'é portata alla guancia. -Fredda- ha detto.
Non sapevo cosa stava succedendo al mio corpo, avevo caldo ma avevo freddo. Sicuramente non sarei andata a spiegargli queste cose a lui, poi sí che passavo veramente per matta.
-Ah bhé, le ho sempre fredde- ho risposto fingendo di non accorgermi neppure che la mia mano stava toccando la sua guancia. Stavo ricominciando a contemplare le luci quando all'improvviso accaddero due cose contemporaneamente: Leo mi tiró piano a se circondandomi con le braccia e stringendo forte, mentre nel cielo nero cominciavano ad apparire mille fuochi d'artificio dai colori sgargianti che emettevano fragorosi boati. Sorpresa ho alzato la testa di scatto mandandola a sbattere sotto la mascella di lui. Leo ha buttato fuori l'aria con un colpo di tosse.
-Aio! un giorno o l'altro mi stendi Bip Bip-
Mi sono portata le mani alla bocca rimettendomi contro l'albero e ho sgranto gli occhi rendendomi conto di avergli fatto male. -Oh caspio scusa!- intanto i fuochi esplodevano piú insistenti nel cielo.
Lui si é messo a ridere mentre si massaggiava il mento e ha allargato le braccia. -Dai vieni qui, cosí ti scaldi- l'ho guardato esitando e mi sono morsa un labbro. -Dai ormai ci conosciamo- ha insistito e allora io mi sono tuffata contro di lui appoggiando la testa sulla sua spalla. Lui mi ha stretto forte e mi ha accarezzato distrattamente il braccio con i pollice. Ho chiuso gli occhi respirando il suo profumo e un sorriso mi é apparso sulle labbra. I botti dei fuochi mi hanno riportato alla realtà e gli ho guardati rapita. Alcuni avevano anche delle forme diverse, erano una meraviglia. Ho alzato lo sguardo per vedere se anche a Leo piacessero. Lui stava guardando me. Aveva una strana espressione, come se lo avessi colto con le mani nel sacco. I suoi occhi verdi sembravano grandi e neri. Ho accennato un sorriso e lui di colpo ha avvicinato il suo viso al mio. Ho trattenuto il fiato in attesa che l'impossibile avenisse, ma le sue labbra si sono limitate ad appoggirsi sulla mia fronte in un dolcissimo bacio. Ho sospirato.
-Vorrei tanto scappare da questa vita- ho detto, all'improvviso.
-Anche io Amelia-
-Essere libera- ho continuato.
-Sí- ha sussurrato, le labbra ancora vicine al mio viso.
-Come nei libri?-
-Come nei libri. Come Chris.-
-Ancora un anno Leo. Finiamo la scuola e poi possiamo scappare da tutto questo.-
Lui mi ha fissata. -Solo...promettimi che staremo insieme. Andremo in Alaska, a Parigi, a Londra, dove vuoi tu. Ma stiamo insieme ti prego. Ora che ti ho ritrovata...- si é interrotto bruscamente.
-...Che mi hai ritrovata?- ho chiesto confusa e stupita dal trasporto con cui aveva pronunciato quelle frasi.
-Per questo c'é tempo... Ti spiegheró tutto, ma promettimelo.-
-Te lo posso promettere, ma non siamo troppo avventati? E poi non ci sto capendo nulla...-
-No, fidati di me Amelia.- mi ha stretto forte la mano incrociando le mie dita con le sue.
-Mi fido Leo, mi fido anche troppo, ma é la ragione che dice che é tutto un grosso errore.-
-Lo so, non é colpa tua- mi ha stretto in un abbraccio forte e protettivo come se potessi sfuggirli da un momento all'altro. Ero piú confusa che mai dalle sue parole e ancora di piú quando lo ho sentito singhiozzare silenziosamente sulla mia spalla.
-Ehy tranquillo,- ho sussurrato, poi mi sono scostata da lui all'improvviso consapevole delle sue lacrime -ma stai male Leo?!-
Lui si é limitato a scuotere la testa -Sono felice Amelia-
Ho sorriso sciogliendomi a lui e alle sue parole.
Ero ebbra di quegli occhi belli, quella bocca, di quei capelli, persino di quell'invisibile cicatrice sulla fronte, perfino di quelle mani con i polpastrelli un po' callosi, che li baciavo e li baciavo e li baciavo....senza rendermene conto, perdutamente.Qualcuno intanto ci osservava, con il buio a suo favore.
Se solo avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo momento di felicità.
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Tra le montagne in Alaska
General FictionIn ogni vita prima o poi accade qualcosa di straordinario. Amelia non ci ha mai creduto. Il suo sogno? Viaggiare. La sua certezza? I libri. Ma poi arriva lui e le scombussola la vita e tra citazioni, progetti e follie, presto impareranno che il l...