Cap.9

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Appena finì il suo hamburger, mi scoccò un bacio sul collo, davanti a tutti, probabilmente per far notare a lui e a tutti gli altri che stessimo insieme ma, Mattia non si scompose minimamente, anzi, iniziò a fissarmi sempre più intensamente, provocandomi un estremo fastidio che Alberto notò subito. Decisi di andare fuori per scappare da quella situazione, cosa che ho sempre fatto: non sono mai riuscita a prendere in mano un problema e tentare di risolverlo, sono sempre fuggita via e questo faceva di me la ragazza di cui approfittarsi, che tutti vedevano buona, a tratti ingenua.

"Dove vai?" chiese Alberto insospettito
"Esco a prendere una boccata d'aria fresca" dissi io sicura, cercando di trasmettergli un minimo di tranquillità
"ti accompagno, intanto io fumo"
"Albè ho bisogno di stare sola cinque minuti"
"va bene tranquilla, sicura che sia tutto ok però?"
"si davvero, non ti preoccupare"
"ti raggiungo tra un pò va bene?"
"va bene, vado"

Nemmeno il tempo di mettere piede fuori che mi ritrovai dietro l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento: Mattia. Iniziò ad urlarmi contro e a supplicarmi di tornare insieme insomma, solite sceneggiate che faceva sempre, ormai ci ero abituata. Prima, nel periodo della nostra frequentazione, rimanevo parecchio scossa da questi suoi atteggiamenti, quella volta a differenza di altre rimasi totalmente indifferente e questo lo innervosì parecchio. Provò svariate volte a toccarmi e a strattormi verso la sua Bmw nera, le lacrime però iniziarono a rigarmi il volto quando le sue mani si attorcigliarono forti al mio collo impedendomi quasi di respirare e privandomi di ogni forza.

Proprio in quell'istante uscì dal locale Alberto, lo mandò vià semplicemente con il suo sguardo: duro e carico d'odio poi, per sfogare la sua rabbia gli colpì il viso con un pugno in pieno volto . Si limitò a questo, almeno per il momento, forse perché voleva evitare di mostrarmi il suo lato cupo, nascosto a me per tanto tempo, o forse preferì tranquillizzarmi piuttosto che agitarmi ulteriormente. Cercai di evitare l'argomento, o comunque di sorvolarlo, nonostante piangessi come una bambina ma, insistette più volte nel parlargliene vista la gravità della situazione.

"Perché fai finta che non sia successo niente?", chiese esausto.
"No, semplicemente non mi va di parlarne", risposi con voce flebile.
"Per me dovresti sfogarti in qualche modo, non puoi affrontare tutto da sola sempre", ammise serio.
"La storia con lui la sai bene, solo che non accetta il fatto che lo abbia lasciato andare per stare con te."
"Non è una scusa per metterti le mani addosso, se la vedrá con me" affermò con certezza
"perfavore Albè no, ho gia tanti pensieri in testa non voglio anche questo, ti prego, ha imparato la lezione" affermai alzando leggermente il tono della voce
"va bene, non ci pensiamo per ora"
" spero che se ne faccia una ragione io non ce la faccio più davvero"
"Prima o poi dovrà accettarlo, oppure glielo farò accettare io" ribadì con durezza
"dai smettila"
"non la smetto, è una cosa grave e anche se non lo ammetti so che ci stai e ci starai male"
"me la caverò ugualmente"
"senza il mio aiuto?"
"si albè senza di te"
"un abbraccio per stare meglio non lo vuoi?" chiese guardandomi con i suoi occhi dolci color miele
"forse si"
"vieni qua dai, tieni la mia felpa, stai tremando miriam!"
"si ho un pò freddo effettivamente" ammisi io
"stai un pò meglio adesso?" domandò preoccupato
"si, grazie che ci sei"
"non devi ringraziarmi, avresti fatto lo stesso per me, io lo so me lo sento"
"spero che questa situazione finisca davvero, sta diventando stressante per me tutto questo"
"deve finire, marcherò un pò il territorio stà tranquilla"
"Che c'è sei geloso adesso?" chiesi ridacchiando
"Ma chi io? Ovvio che no!"
"Secondo me si, qui la situazione si è capovolta caro". Sorrisi di sbieco.
"Forse, non ti darò tutta questa soddisfazione cara" ribadì lui.
"va bene, lo prendo come un sì" feci una smorfia.

Non replicò, anche perché entrambi eravamo consapevoli di quanto gli desse fastidio qualsiasi presenza maschile mi girasse intorno. La conversazione si chiuse lì, mi riaccompagnò a casa poco dopo, ripetendomi più volte di rispondere ai suoi messaggi. Annuii semplicemente.

Mettere da parte le mie paure per me significò molto, non è sempre facile per tutti seguire il proprio cuore e per quanto la cosa mi spaventasse, non desideravo altro che lasciarmi andare completamente. I suoi occhi sinceri mi hanno sempre dato la forza di affrontare tutto e mi hanno permesso di andare oltre ogni pregiudizio. Il mattino dopo, le cose andarono meglio, Alberto mi scrisse circa per le 6:00 del mattino, poco prima di andare a lavoro, questa volta, lo risposi appena sveglia, senza procrastinare troppo.
"Buongiorno ♡"
"Buongiorno a te ♡"
"Finalmente una risposta"
"Volevo farti patire un po' "
"Stasera ti va se ci vediamo?"
"Si, non ho niente in programma."
"Ti passo a prendere per le 21:00"
"Va bene, a dopo"

La conversazione si concluse così, mi resi conto, come sempre dopo, di essere stata troppo frettolosa e di non aver nemmeno chiesto dove avesse intenzione di portarmi, di conseguenza passai ore immersa nell'armadio, nel tentativo di trovare qualcosa di adatto per ogni evento.

Alla fine scelsi un top celeste ricamato e una gonna di jeans, come scarpe semplici sneakers nere. Passai il resto della giornata a pensare a cosa avremmo fatto insieme durante tutta la serata, ogni volta non sapevo mai cosa aspettarmi, aveva la capacità di sorprendermi anche solo con una frase.

 Passai il resto della giornata a pensare a cosa avremmo fatto insieme durante tutta la serata, ogni volta non sapevo mai cosa aspettarmi, aveva la capacità di sorprendermi anche solo con una frase

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ciao ragazz* come state?
come vedete Miriam e Alberto si stanno avvicinando molto, peccato per l'intruso: Mattia.
Cosa potrà mai succedere secondo voi?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo
supportatemi con una 🌟

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