cap.12

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Cercavamo entrambi di nascondere quanto attendevamo che uno dei due facesse il primo passo per raggiungersi.
La verità però è che odio la gente che preferisce scappare dal problema piuttosto che risolverlo.

Amo parlare, fare lunghe conversazioni, dimostrare all'altro che nel momento del bisogno io sono lì, sempre pronta ad ascoltare e consigliare ma, lui preferiva chiudersi a riccio tenendomi all'oscuro di tutto.

Una sola certezza avevo : era come se mi mancasse un pezzo, mi sentivo incompleta. L'unica cosa bella che avevo era il suo ricordo che mantenevo vivo nel mio cuore e cercavo di alimentarlo tutti i giorni, guardando ad esempio le nostre foto insieme o ripercorrendo le strade sulle quali ci incontrammo le prime volte.
Spesso andavo negli stessi posti che sapevo frequentasse nella speranza di rincontrarlo e di ricominciare tutto da capo, un'altra volta, convinti che non sarebbe mai stata l'ultima.

Quando tentavo di spiegare agli altri ciò che davvero provavo, loro rispondevano ingenuamente: "Vai avanti, troverai sicuramente qualcun altro." 
E io dentro di me pensavo: "Certo che lo troverò, ma cento di loro non saranno mai lui."
"Non perdonarlo, ti ferirà stargli accanto."
E io pensavo: "Se lo perdono, non ci separeremo più!"
"Guarda quel ragazzo, ti sta guardando, sicuramente ci vuole provare, dimenticalo e apri un nuovo capitolo della tua vita."
E io pensavo ancora una volta: "Può anche guardare, ma non è lo sguardo al quale voglio appartenere."
Questi erano i miei pensieri in quei giorni cupi: da un lato odiavo Alberto e tutto ciò che lo riguardasse, dall'altro non riuscivo a perdonarmi il fatto che nel momento del bisogno sono scappata via piuttosto che restargli accanto nei suoi momenti no.
Dopo due settimane della mia totale apparente indifferenza, arrivò quel giorno, quel fatidico e tanto atteso giorno dove me lo ritrovai all'ingresso della palestra con le barrette di cioccolato al latte, per le quali sapeva quanto io andassi pazza.
Cercai più volte di distogliere lo sguardo dai suoi occhi delusi, dai quali però si riusciva a percepire quanto giustificasse il mio comportamento.

Riuscii, anche se per poco, a non dargli retta e a proseguire dritta all'entrata, in realtà avrei soltanto voluto saltargli addosso e gridargli quanto mi fosse mancato.

Fallii miseramente quando i nostri occhi si incrociarono e per la prima volta, dopo ben tre settimane, sorrisero di nuovo e continuarono a darsi del tu, proprio come se nulla fosse cambiato.
"Quindi hai intenzione di ignorarmi ancora?" Chiese in maniera strafottente irritandomi di parecchio.
"Perchè dovrei darti diretta?" Ribadii io
"Magari perchè stiamo insieme!" Non mi aspettavo questa risposta da parte sua ma, continuai a far finta di nulla.
"In una relazione è importante il dialogo Albè, tu hai preferito rimanere in silenzio e non dirmi assolutamente niente di ciò che ti passava per la testa, quindi adesso cosa vuoi?"
"Voglio te!"
"Potevi pensarci prima!"
"Dai non fare la scemina, so benissimo quanto ti sono mancato e anche tu mi sei mancata Mi."
"Si mi sei mancato lo ammetto ma non significa che ti perdono."
"Troverò il modo di farmi perdonare, vedrai." Disse con sorrisino ammicchevole, facilmente fraintendibile.
"Smettila, sai gia la risposta, è un no"
"Ah no?"
"No"
"Quindi non vorresti ora che scendessi lentamente con la mia lingua sempre piu in basso e iniziassi a darti tutto il piacere che meriti e che Mattia non ti ha mai fatto provare?"
"Smettila!"
"E un tuo modo antipatico per supplicarmi di farlo, lo sappiamo entrambi!"
"Dammi una possibilità Mi, una soltanto..."
"Mhh, sii più convincente!"
"un altro modo antipatico per dirmi si?"
"vaffanculo Albe"
"Dai smettila, ti ho portato le barrette che ti piacciono tanto."
"Ok con queste ti ho perdonato🙂!"
"Ah si? Preferisci loro a me?"
"Vi metto sullo stesso livello dai."
"Ah pure, ok."
"Dai smettila, piuttosto spiegami cosa è successo ultimamente, non ti ho mai visto stare così male"

Alberto si irrigidì subito dopo aver pronunciato queste parole, provò a spiegarmi un po' la situazione ma, anche questa volta non ci riuscì, si riempì solamente di lacrime che gli rigarono il volto copiosamente, sentendosi particolarmente in colpa per avermi trascinata in questo vortice nero, dal quale non sapevamo entrambi come uscirne.

Non dicemmo niente, ci abbracciammo solamente, ancora una volta, mentre si scusò in maniera sincera senza darmi nessuna colpa.

Non dicemmo niente, ci abbracciammo solamente, ancora una volta, mentre si scusò in maniera sincera senza darmi nessuna colpa

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 29 ⏰

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