CAPITOLO 4 | svuotatasche

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Uno svuotatasche ci farebbe comodo
Che non lo sposti da lì, così lo trovi poi
Così sai cosa hai e cosa abbiamo noi
Per non scordarci mai

Genova, 26 giugno 2022

Alma stava guardando il soffitto, lo faceva sempre quando era soprappensiero.
"Non posso farlo"
Continuava a ripetersi, facendo muovere nervosamente la gamba sinistra.
Era da tutto il giorno in ansia.
Sapeva che era lì, sapeva che sarebbe stata una grandissima cazzata.
Sapeva che avrebbe fatto arrabbiare la maggior parte dei suoi amici, facendo quello che voleva fare.
Ma non ce la faceva più.
Doveva sapere, doveva vederlo, doveva sentirlo.
Senza nemmeno pensarci un secondo, non curandosi nemmeno del suo make up e del suo outfit, prese le chiavi della moto e si fiondò al Parco degli Erzelli.

Marietto🌟
So quello che stai per fare, ti conosco. Per favore, sii prudente. Se hai bisogno chiamami, ti voglio bene❤️

Grazie Mario, ti voglio bene anche io. Non dire agli altri che sono qui❤️

Quando parcheggiò, tirò fuori il telefono e sorrise alla vista di quel messaggio.
Tedua non si faceva sfuggire niente.
Guardò l'orologio sul cellulare e mancavano esattamente 10 minuti all'inizio del concerto.
Fece vedere il biglietto alla sicurezza e dopo qualche minuto di camminata riuscì ad avanzare per un po', nonostante fosse arrivata all'ultimo.
Le luci si spensero e la gente si ammassò verso il palco, spingendo Alma involontariamente ancora più vicino.
"Buonasera Genova!"
Ed eccolo lì.
Alma poteva sentire le sue pupille luccicare e le sue gambe tremare.
Non lo vedeva da troppo tempo, le sembrava quasi un ologramma.
È davvero lui?
Saltellava da una parte all'altra del palco, cantando la prima canzone di tutta la set list. Alma non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, era come una calamita.
La seconda canzone parlava di lui, Andrea, e non poteva esserne più che fiera. Si guardò intorno e tutti la stavano cantando.
Andrea non canterà mai più da solo, pensò.
La terza, svuotatasche, era più personale.
"Tutti insieme raga"
Il pubblico intonò i primi versi della canzone, rendendosi protagonista.

"Una foto con mia madre che torna dal lavorare, ai tempi siam stati distanti ma non fartene una colpa, era normale. Ci metto la pedivella, la mia ragazza più bella, la malossi, l'F-10 e la pagella"

Non era sicura che fosse stata scritta anche per lei e se effettivamente lui la volesse inserire all'interno del suo svuotatasche.
Ma si convinse che fosse così, perché anche se la parte della ragazza poteva non essere riferita a lei, sicuramente lo sarebbe stata la:

"Metterò il mediterraneo, i sassi di una scogliera. Dai vicoli la notte, agli amici miei la sera"

E solo Dio sa di quante furono le sere passate in gruppo tutti insieme, a divertirsi nei vicoli oppure a casa di qualcuno. A bere, a fumare, a scherzare e ridere fino a piangere.
Le mancava il suo vecchio gruppo di amici: quello in cui c'erano lei, Andrea e gli altri.
Il solito vecchio gruppo.
Quando partì guasto d'amore, l'emozione non riuscì più a contenerla.
Vedere la canzone che aveva scritto per il grifone avere così tanto successo le scaldò il cuore.
Le venne in mente il loro primo incontro: era mezzogiorno ed era una delle prime volte allo stadio di Alma.
Aveva ereditato l'abbonamento in Nord dalla nonna e andava sempre con il nonno.
Quel pomeriggio erano arrivati un pochino prima del solito e il papà di Andrea si era messo a chiacchierare con il nonno di Alma.
"Questa è la mia nipotina, si chiama Alma"
La bambina salutò timidamente con la mano.
"Io sono Andrea"
Il ragazzetto con i ricciolini neri rimase un attimo fermo ad osservare quei tratti così morbidi e delicati che incorniciavano il viso di Alma.
"Falle conoscere i tuoi amici Andre"
Disse il padre, risvegliandolo dai suoi pensieri.


"Siete bellissimi!"
La gente intorno a lei applaudiva, piangeva, cantava ed urlava.
Ce l'aveva fatta, come lei credeva sempre.
Canzone dopo canzone, il concerto si concluse, portando l'ondata di persone fuori dagli Erzelli.
Ad Alma venne la voglia di prendere il telefono e chiamare Mario, ma alla fine non lo fece.
Non voleva rovinare la serata a nessuno, le era bastato vederlo e sentirlo cantare.
Si diresse verso il parcheggio, prendendo la moto e tornando a casa.

Bellissimo concerto, davvero. È stata un'emozione❤️ Io vado a casa, sono un po' stanca, ci vediamo nei prossimi giorni magari. Notte!

Marietto🌟
Va bene Alma❤️ Qualsiasi cosa io e gli altri ci siamo, lo sai. Notte💋

Genova, 16 aprile 2016

"No, non mi ha scritto niente. Ti giuro, non sto scherzando"
Disse Alma al telefono con una sua cara amica del liceo.
"Ma vedrai che avrà qualcosa in mente e ti sta facendo una sorpresa, mi sembra molto strano che non ti abbia fatto gli auguri"
Quel giorno era il compleanno di Alma e l'aveva passato principalmente a studiare, nient'altro.
"Lo spero, non per altro ma io a ste cagate ci tengo. Non mi aspetto gli auguri da tutti, ma almeno da lui si cazzo. Mi ha scritto solo il buongiorno e basta"
"Tanto adesso lo vedi no?"
"Si, almeno credo. Viene sempre a casa mia dopo lavoro, quindi credo proprio di si"
Sentì citofonare.
"Come non detto, grazie Ce' e scusa per questo piccolo sfogo"
"Amo' io sono sempre qua, lo sai"
Si salutarono e andò ad aprire.
"Ciao bella"
Andrea entrò, togliendosi le scarpe e dandole un bacio sulla guancia.
Lei ricambiò, sedendosi poi sul divano.
Il moro prese un pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto, porgendogliene una.
"Andiamo fuori?"
Alma annuì, prendendo l'accendino.
Si misero in piedi in balcone, guardando i palazzi davanti.
"Come è andata a lavoro?"
"Faticoso, come al solito"
Aspirò il fumo, per poi ciccare dentro il posacenere.
"Te?"
"Tutto a posto, ho studiato"
Cercava di guardarlo negli occhi e capire se le stesse nascondendo qualcosa.
"Che hai Alma?"
Lei scosse la testa, portandosi la sigaretta alla bocca.
"Dai, so che c'è qualcosa"
A sto punto si girò, guardandolo dal basso.
"Ma sai che giorno è oggi?"
Andrea ci pensò un attimo, per poi mettersi una mano sulla testa.
"Cazzo. Scusami, Alma. Mi sono totalmente scordato"
"Non sei l'unico, tranquillo"
Tornò a guardare altrove, spegnendo la sigaretta finita.
"Sono un coglione, scusami"
"Evidentemente sono passata in secondo piano da quando Giorgia ha iniziato a farti il filo. O sbaglio?"
Giorgia era una ragazza che avevano conosciuto in discoteca e subito non le era stata molto simpatica.
Andrea, a quelle parole, si pietrificò.
"Ma stai scherzando?"
"No. Se fossi stata così importante te lo saresti ricordato, invece no. E sai quanto ci tengo a ste cazzate"
"Mi sembra esagerata la reazione che stai avendo"
"Niente. Sono esagerata allora, senti già ho i cazzi miei per la testa e ho le palle girate. Non ti ci mettere pure te"
"Vuoi fare qualcosa?"
"Vorrei che tu te ne andassi"
Le uscì spontaneo, non ci fece nemmeno caso.
"Ma ti senti?"
Non rispose.
"Va bene, me ne vado"
Tornò in casa di fretta, infilandosi le scarpe e prendendo le sue cose.
"Andrea-"
"No, adesso sono cazzi tuoi. Non mi cercare"
Aprì la porta di casa e scese le scale.
"Aspetta!"
"Vaffanculo Alma"
Sentì, mentre Andrea apriva il portone.
Corse subito giu, vedendolo salire sul suo scooter.
"Andrea"
Aveva le lacrime agli occhi: già non era stata una giornata okay, in più litigare con il suo migliore amico poteva veramente darle il colpo di grazia. Si pentì subito delle cose che aveva sputato dalla bocca in toni così acidi.
Lo raggiunse, mettendogli le mani sul collo.
Lui spense il motorino, restando seduto e togliendosi il casco.
"Scusa. Io non volevo risponderti in quel modo. Mi sono comportata da immatura, non ho ragionato. Capisco se te ne vuoi andare adesso, però mi farebbe tanto piacere passare almeno la serata con la persona a cui voglio più bene"
Qualche lacrima le solcò il viso, che subito venne fermata dai pollici del suo amico.
Le prese il viso tra le mani, guardandola negli occhi e non riuscendo a resistere al loro luccichio.
"Anche a me dispiace di non essermi ricordato il tuo compleanno, so che ci tieni a ste cose e per questo non ho scusanti. Però davvero, non l'ho fatto apposta.
Sei l'estensione della mia anima e nemmeno te ne rendi conto"
Alma lo abbracciò, affondando il viso nel tessuto del suo maglione.
Andrea le diede qualche bacio sulla testa, stringendola a sé.
"Tieni, prendi un casco"
Le porse le chiavi per aprire il bauletto.
"Dove andiamo?"
"A bere nei vicoli. Scrivilo sul gruppo"

ALTAMENTE MIA | breshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora