CAPITOLO 8 | lumiere

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Guidami in tutte le notti in cui non ho più casa, non trovo il mio posto
stai con me, scaldami il cuore sotto la montagna di neve che ho addosso

Genova, 27 novembre 2022

Era stata una settimana intensiva: all'ospedale c'era tanto da lavorare e nel mentre Alma si era mobilitata per iscriversi ad una scuola di psicoterapia.
Era riuscita comunque a trovare uno spazio per uscire con i suoi migliori amici, Diego e Mario, che erano anche loro molto impegnati con la musica.
Li ammirava molto, tutti quanti, perché non è un mondo per niente facile il loro e lottando con determinazione e costanza erano riusciti a fare tanta strada.
In quel momento erano seduti in un piccolo bar nei vicoli di Genova, un po' nascosto, per non essere interrotti troppo dai fan di Tedua ed Izi.
"Io non ne sapevo nulla di sto viaggio. O meglio, non che ti volesse coinvolgere. Era un'idea buttata lì, non pensavo nemmeno avesse un seguito, onestamente"
Disse Mario, prendendo un sorso del suo spritz.
"E che dovrei fare secondo voi? Perché un'idea già ce l'ho, ma ho voluto prima confrontarmi con voi"
"Beh, sicuramente lui vuole riprendere i rapporti con te. Si è percepito e pure visto. Dovresti accettare, tanto che hai da perdere?"
Intervenne Diego.
"Sarebbe un viaggio di un mese raga"
"Magari questo vi aiuterà a riconciliarvi"
"Tu cosa pensavi di fare?"
"Di andare. Come ha detto Diego, non ho nulla da perdere e il Sudamerica è sempre stato il viaggio dei miei sogni"
Mario scosse la testa.
"Attenta però"
Diego rise, sapeva quanto fosse protettivo nei confronti della loro amica.
"Agli ordini"

[...]

Alma
Ciao Andrea, sta sera vieni a far serata con gli altri?

Era in letto, un po' stupito dal messaggio che gli era arrivato.
Quella mattina si era svegliato con un mal di testa allucinante e un mal di ossa che non gli permetteva di stare in piedi.
Si era misurato la febbre e, come già se lo sentiva, era risultato averne fino a 38.
Aveva dormito praticamente tutto il giorno e si era alzato giusto per prendere la tachipirina e mangiare qualche cosa.

Ciao Alma, no, non mi sento bene e preferisco restare a casa.

La risposta da parte di lei non tardò ad arrivare.

Alma
Che hai?

L'influenza

Alma
Hai bisogno che ti porti qualcosa? C'è qualcuno con te?

Andrea era a Genova, si era preso un appartamentino vicino a casa dei suoi e stava lì ormai già da qualche mese.

No no, tranquilla. Sono solo, ma va tutto bene, non preoccuparti
visualizzato

Dopo l'ultimo messaggio, si era rimesso a dormire un po', gli occhi li sentiva pesanti e tutto ciò
che voleva fare era proprio riposarsi e non pensare a nulla.
Dopo un'oretta passata a dormicchiare in letto, sentì il campanello, un po' strano visto che non aspettava nessuno.
Andò con fatica alla porta chiedendo chi fosse, e dopo un "Sono Alma", aprì di fretta la porta, non aspettandosi di certo una sua visita.
"Tutto okay?"
Le disse, appena entrò in casa sua.
"Dovrei essere io a chiedertelo. Tieni, ti ho portato un po' di cose"
Andrea afferrò il sacchetto, dove ci trovò dentro delle tachipirine, aspirine e un po' di roba da mangiare.
"Non dovevi"
Lui le sorrise, appoggiando il regalo sul tavolo.
"Ora vai in letto. A te ci penso io"
Stava in piedi ad osservarla, mentre trafficava in cucina cercando gli ingredienti per fare una zuppetta.
"Che c'è?"
Si girò, guardandolo e mettendo le mani sui fianchi.
"Niente"
Andrea sorrise ancora, scuotendo la testa.
"Vai, su!"
Lo girò, spingendolo leggermente verso la sua camera da letto.
Quando non fu più nel suo campo visivo, andò in cucina ed iniziando a tirar fuori una pentola e gli ingredienti dalla borsa della spesa che aveva fatto prima di andare là.
Prese il pollo che sciacquò accuratamente, per poi metterlo da parte e concentrarsi sulle verdure. Sbucciò e tagliò le carote, insieme al sedano e alla cipolla, versando il tutto nella pentola con il pollo, aggiungendo circa due litri d'acqua.
Non era una grande cuoca, ma il brodo di pollo era una sua specialità che sapeva fare anche molto bene.
In quei cinquanta minuti di attesa per la cottura, preparò il piatto e le posate da portargli in letto.
Quando mancavano circa dieci minuti, andò in camera sua, trovandolo mezzo addormentato su un fianco.
Si accovacciò verso di lui, sedendosi a lato del letto.
"Ehi"
Gli accarezzò la testa lentamente, facendo dei movimenti leggeri sulla cute.
Lo vide muoversi, per poi aprire gli occhi.
"Come ti senti?"
"Meglio, ora che ci sei tu"
Alma sorrise, lasciandogli un bacio sulla fronte.
"Hai fame? Ho preparato un po' di brodo di pollo che ti aiuterà a riprenderti"
Andrea annuì, tirandosi su con le poche forze che aveva.
Alma tornò in cucina, prendendo il pentolino e versando il tutto in due ciotole.
Prese le posate e portò prima la porzione del suo amico e poi la sua.
"Mi sembra di star avendo un déjà vu, sai "
"Si?"
Disse lei, prendendo un sorso dal suo piatto.
"Si, quando stavi male e tua madre non c'era, mi pregavi in turco per venire da te. Quando in realtà, stavo già dietro la porta"
Lei arrossì, dandogli leggermente le spalle per non fargli notare quel rossore improvviso.
Andrea la guardava attentamente, notando ogni cosa.
"Io ho finito. Ti porto la medicina così te la prendi e ti metti a dormire. Vedrai che starai meglio, già di febbre non ne hai più"
Tornò in camera dopo qualche minuto, passato a lavare quelle poche cose che avevano sporcato, con una bottiglia d'acqua e la tachipirina.
"Tieni"
Gli porse le cose e lui ingoiò la pillola, senza smettere di guardarla negli occhi.
"Bene, ora rimettiti sdraiato. Qualsiasi cosa io sono di la"
"Di la?"
Alma fece una smorfia di confusione.
"Perché di la?"
"Boh, non pensavo che volessi dormire nello stesso letto"
"L'unico motivo per cui non vorrei è la probabilità di attaccarti qualcosa, quando so che hai preso ferie per qualche giorno"
"Siamo stati vicini tutto sto tempo, a quest'ora se mi dovevi attaccare qualcosa, l'hai già fatto"
"Allora resta con me"
Le fece spazio nel letto, invitandola a sdraiarsi accanto a lui.
"Posso prendere qualcosa di tuo almeno non ti sporco le lenzuola con i miei vestiti"
Andrea annuì, indicandole l'armadio.
Dopo essersi cambiata in bagno, tornò da lui, sdraiandosi sotto le coperte.
Spense la luce piccola e si girò verso Andrea, che con un braccio la attirò verso di se.
Gli mise una mano nei capelli, giocando con alcune ciocche e massaggiandogli la testa.
Lui si appoggiò al suo petto, beandosi di quel tocco che tanto gli era mancato.
"Vedrai che starai meglio domani, mh"
Gli baciò la fronte dolcemente, continuando ad accarezzarlo.
"Sei speciale, non hai mai smesso di esserlo. Nonostante siamo ancora in rapporti un po' così e cosà non hai esitato a fermarti e prenderti cura di me"
"Come potrei non farlo Breshino"
Lui sorrise contro la sua pelle, accarezzandole i fianchi e la schiena.
Un brivido si fece spazio lungo la colonna vertebrale di Alma, non passando inosservato ad entrambi.
"Vengo"
"Dove?"
"A fare il viaggio con te. Voglio venire"

ALTAMENTE MIA | breshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora