Capitolo 2

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Ashley


Non ho mai avuto così tanta paura di tornare a casa come in questo giorno.

Quando mi ritrovai davanti alla porta, dovetti prendere un grande respiro prima di aprirla; appena entrai trovai mia madre seduta sul divano impegnata a leggere uno dei suoi libri di psicologia; quando si accorse della mia presenza mi salutò con un sorriso e mi fece spazio invitandomi a sedere sul divano accanto a lei.

<<Com'è andata la festa?>>

chiese con un tono dolce.

<<Benissimo, le ragazze sono sempre molto gentili>>,

<<Mi dispiace per non esserci stata oggi, ma sai che sono molto impegnata. Devo lavorare tanto, soprattutto da quando...>>,

lentamente i suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime e capì che stava parlando di mio padre.

Non aveva ancora superato il tradimento, o almeno non come me, non ho mai avuto un buon rapporto con mio padre, se così si può definire.

Quando ero ancora una bambina di 5 anni, lui tradì mia madre con un'altra donna, ebbero una figlia e lui la amava così tanto da dedicarle tutto il tempo che avrebbe dovuto trascorrere con me.

Non lo perdonerò mai per tutto quello che mi ha fatto, ma soprattutto per aver tradito e fatto soffrire mia madre.

<< È tutto ok ,anzi guarda il lato positivo, abbiamo un'intera serata tutta per noi>>

Cercai in tutti i modi di farla sorridere, non volevo piangesse per lui.

<<Ah mamma>>,

questa storia mi fece quasi dimenticare il discorso di questa mattina.

<<Cosa dovevi dirmi di così importante?>>,

nel sentirmi pronunciare quelle parole, il viso di mia madre cambiò subito espressione e le lacrime diedero spazio ad un sorriso, così mi tranquillizzai perché sicuramente sarebbero state buone notizie, o almeno speravo.

<<Sai, tesoro, mi dispiace dirtelo oggi... nel giorno del tuo compleanno>>

il discorso si stava prolungando troppo e la cosa non mi piaceva affatto;

<<Non preoccuparti, dimmi tutto>>

cercai di nascondere ogni traccia di panico che si stava sprigionando nel mio corpo

<<Va bene. È da un po' di tempo che frequento un'uomo>>

disse imbarazzata e felice allo stesso tempo.

Non volevo interromperla, così tacqui e la lasciai proseguire.

<<Si chiama Eric Anderson, lavoriamo insieme spesso e da subito abbiamo capito di provare qualcosa l'uno per l'altra>>.

<<Sono molto felice per te>>

risposi sorridendo, ho sempre voluto che mia madre andasse avanti per dimenticare il passato e ora che finalmente ci stava riuscendo ero molto fiera di lei.

<<C'è anche un'altra cosa che dovrei dirti>>,

disse abbassando lo sguardo.

<<Cosa?>>

Questo cambiamento di tono non mi convince per niente.

<<Eric ci ha invitato a trasferirci da lui a New York, così possiamo vederci più spesso. Gli ho parlato molto di te, vorrebbe conoscerti. Ha anche una figlia, così non sarai più sola>>

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