Capitolo 5

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Ashley

Il primo giorno di scuola era ufficialmente finito.

Avevo aspettative molto basse, invece tutto sembrava diverso, mi sono sentita accettata, parte di un gruppo.

Mia madre aveva un colloquio di lavoro, quindi l'unica scelta che avevo era quella di tornare a piedi, sperando di non perdermi tra quelle strade che sembravano interminabili.

Il rumore delle macchine, dei campanelli delle biciclette e le varie chiacchere delle persone erano diventate insopportabili, così collegai le cuffiette sperando di isolarmi un po' dall'esterno.

Tutto quel caos durò poco, perché dopo alcuni metri mi ritrovai in una strada isolata e tranquilla.

Decisi però di tenere le cuffiette e continuai a camminare, fino a quando delle voci maschili così forti da sovrastare la musica nelle orecchie attirarono la mia attenzione.

Era un gruppo di ragazzi. Ero troppo lontana per poterli riconoscere, ma le loro voci arrivavano forti e chiare. Restai a fissare quella scena per troppo tempo, perché uno dei ragazzi mi notò e iniziò a venire nella mia direzione con uno sguardo minaccioso.

Iniziai a tremare dalla paura, volevo solo scappare e tornare a casa.

<<Ehi tu>>

disse il ragazzo guardandomi con uno sguardo minaccioso; mi guardai intorno per poi tornare con lo sguardo su di lui.

<<Si, proprio tu. Tua madre non ti ha insegnato che spiare gli altri è da maleducati?>>

rimasi ferma senza parole.

Volevo rispondere a tono e fargli capire chi ero veramente, avevo le parole già pronte nella mente ma non volevo complicare la situazione.

Quando il ragazzo si avvicinò, finalmente lo riconobbi. Era Travis Warner.

Vederlo sempre più vicino mi spinse ad indietreggiare

<<Che c'è? Prima ti diverti a spiarci e poi scappi?>>

disse con un tono di sfida

<<Io...io stavo andando via>>

risposi con la voce tremolante

<<Cazzo Trav. Perché ci metti così tanto? Dovevi solo mandarla via, non ti abbiamo mica chiesto di scopartela>>

ci girammo entrambi a guardare la figura che si stava avvicinando.

<<E se invece volessi fare proprio quello?>>

i due iniziarono a parlare dimenticandosi completamente della mia esistenza.

Rimasi sconvolta da quel discorso, ma soprattutto dalla tranquillità con cui dicevano certe cose, come se fossero le parole più gentili del pianeta.

<<Bene... forse è meglio se vado>>

dissi mentre mi allontanavo a passi lenti

<<Tu non vai proprio da nessuna parte>>

mi fermò il ragazzo che era appena arrivato

<<Se provi a spiarci anche solo un'altra volta, finisce male>>

la loro attenzione venne richiamata da un'altra figura che si avvicinava sempre di più

<<Che sta succedendo qui?>>

riconobbi subito quella voce insopportabile, era Jackson.

<<Niente Jax, stavamo per tornare>>

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