Il cuore esplose contro le mie costole, come un tamburo impazzito. I suoi occhi scuri brillavano. I miei erano rigati di lacrime.

''Dici davvero? Sei capace di amare una come me...''
Si avvicinò ancora, per donarmi un bacio sulla fronte e mentre stavo per dirgli che lo amavo anch'io...
Il mondo rimase sospeso... Due rintocchi contro la porta.

''Chi è?''
Trasalii e lui si ritrasse.
Una voce maschile ruppe il silenzio.
Trattenni il fiato, mettendo a fuoco solo in quel momento cosa stava accadendo. 

''Posso entrare?''
''No, per favore...''
Non mi fece terminare la frase. Vidi solo la maniglia che si abbassava e Brian che faceva il suo ingresso, con il suo solito portamento regale. In una mano, un enorme bouquet di rose bianche.
Indossava una fragranza che sapeva di melograno. Proprio come un principe aveva abiti all'ultima moda.

''Rea...'' si precipitò accanto a me e si sedette sul mio letto.
''Per te'' mi tese i fiori.
''Puoi poggiarli sul tavolo'' dissi, con un tono di voce scortese.
Obbedì, dirigendosi verso il tavolino, al centro della mia camera e tornò da me.
Mi prese entrambe le mani. 

Le allontanai di scatto. Mai più avrei causato dolore a James, che era accanto a me, in piedi e avevo paura di guardarlo negli occhi.

''Come stai, principessina? Mi sono precipitato qui, non appena ho saputo... Devi mangiare...''
Mi disse, poi osservò James e gli lanciò un'occhiata di compassione.
''Cameriere... Non ricordo il tuo nome, potresti lasciarci soli?''

James aggrottò le sopracciglia e strinse le labbra. Il volto livido, come una contusione.
I pugni serrati non ne volevano sapere di celare la sua rabbia.

''Sono al servizio della signorina. Obbedisco ai suoi ordini, non agli estranei''
Da quelle parole, percepii tutto il suo tormento e lo stomaco mi fece male, come se avessi appena deglutito dei chiodi.
James mi fissò, per farmi capire che l'ultima parola sarebbe spettata a me.

''Rea, vorrei restare da solo con te, potresti ordinare al tuo cameriere di uscire?'' 

''No'' risposi, piccata ''Sono molto stanca.  Il dottore ha detto che devo riposare. Quindi, se non ti dispiace, vattene''

Vidi la ferita allargarsi sul suo viso. Abbassò gli occhi. Di sicuro, non era abituto a essere rifiutato. Ma da perfetto gentiluomo qual era, deglutì e fece per alzarsi. Mi sorrise in modo dolce, nonostante il mio atteggiamento scortese e capriccioso.

''Capisco perfettamente... Perdonami se sono piombato qui senza avvisare...''

Si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte, come stava per fare James prima che lui entrasse.

Mi scostai di scatto, ma fu troppo tardi, perché qualcosa si ruppe in mille pezzi...

''Me ne vado, signorina Rea. Vi lascio soli'' disse James, amaro.

Avrei voluto sparire.
Non essere mai esistita.

''Resta per favore... Ho bisogno di te'' lo supplicai, senza respiro.
''Sei in ottime mani. La mia presenza non è necessaria''
''Non andartene, te lo ordino. Mi devi obbedire, James'' comandai alterata.
Non mi ascoltò e si diresse verso l'uscita, lasciando che il mio cuore si frantumasse in mille pezzi. Rimasi da sola con Brian, che era divenuto pallido come un lenzuolo, avendo visto il mio atteggiamento arrogante.
Provai ad alzarmi dal letto per raggiungere James, ma i capogiri erano troppo  forti...

''Brian, fermalo. Lui è l'unico che conosce le manovre di pronto soccorso.'' Mentii.

''Le conosco anch'io. Mio zio è un medico. Sei in ottime mani con me.'' La delusione era sul suo viso.

''Brian... Sono cambiate tante cose... Preferirei che tu non venissi più qui.''

''Per quale motivo?''

''È chiaro che vieni qui perché sei interessato a me. Ma io sono innamorata di un altro.''
Lo vidi morire sotto i miei occhi.

''Cosa stai dicendo? Se solo ieri notte ci siamo baciati. Pensavo che...''
''Ho commesso un errore. Se vuoi, mi perdonerai, altrimenti non mi importa.''

''Non capisco, Rea, davvero... Non capisco'' scosse la testa e delle microespressioni di rabbia gli si formarono ai margini degli occhi. Si portò una mano al naso. Si alzò pronto ad andarsene.

Il dolore che per l'ennesima volta avevo causato a James, mi fece salire le lacrime agli occhi.

Brian si intristì, vedendo in che stato emotivo ero.

Mi fissò di nuovo.
''Non sono il tipo di ragazzo che nutre rancore. Se preferisci che io non venga più, rispetterò la tua decisione. Voglio solo vederti sorridere.''

Sgranai gli occhi. La sua gentilezza, alleggerì il macigno che sentivo sul cuore.

''Davvero? Non mi aspettavo tanta comprensione, sei speciale, Brian. Ma adesso è meglio che tu vada via.''

Mi salutò con un bacio sulla guancia.
Si avvicinò alla porta e la chiuse con eleganza. Provai un senso di colpa immenso per James, per la sofferenza che sopportava da sempre solo a causa mia e, in misura minore, anche per Brian.

Lo cercai al telefono, ma ero ancora bloccata tra i contatti. La disperazione mi avvolse...

Mi alzai piano dal letto. Avevo forti capogiri, la vista appannata, ma avanzai, tenendomi alle pareti.
Caddi tre volte, prima di raggiungerlo...

❤🧡💛💚💙

Davanti a me il campetto di lillà. Trovai James lì, mentre distruggeva quei petali innocenti, il volto rigato dalle lacrime.
''James...'' gridai.
Si voltò, come si sarebbe voltato un soldato, dopo aver perduto ogni cosa. Mi corse incontro e mi prese tra le braccia, prima che cadessi sull'erba.

''Sei impazzita, dovresti essere al letto!''
Il tono di voce disperato.
''Voglio essere dove sei tu...''

''Non avresti dovuto uscire nelle tue condizioni.''
''E tu non avresti dovuto lasciarmi da sola. Come ti sei permesso di disobbedire? Ti odio, stupido schiavo!''
Gli diedi un pugno sul costato, con le poche forze che avevo e mi lasciai andare a un pianto violento.
In risposta, mi strinse più forte e io mi aggrappai a lui come mi sarei aggrappata a una corda su un precipizio.

''Non mi servono le tue lacrime, James, voglio la tua presenza.'' Lo colpii ancora, una volta, due, tre... 
Scivolai dalla sua stretta, cadendo sull'erba.

''Ti riporto a letto.'' Tentò di prendermi in braccio, ma mi ribellai, dandogli uno schiaffo.

''No.''

''Rea... Non devi stressarti, è pericoloso.'' la voce dura e preoccupata.

''È pericoloso solo se non sei con me... Perchè io scelgo te... Scelgo te prima di chiunque altro...''

''Rea...'' Abbassò lo sguardo... ''Non potrei mai...'' si interruppe.

''Continua''

''Perché hai rischiato così?''
''Non riesco a restare in un luogo dove tu non ci sei...''
''Perdonami, Rea, perdonami...'' Mi strinse tra le braccia con più forza, le sue lacrime caddero sul pizzo della mia camicetta Chanel.

''Mi sono sentita ferita e sola, quando mi hai lasciata con lui. Io voglio te... Solo te. Quando lo capirai, stupido schiavo?'' Le lacrime mi caddero sulle guance... Lo colpii ancora e lo spinsi.

Fu proprio in quel momento, che mi afferrò il viso e mi baciò ancora. Uno di quei baci che ti tolgono il fiato, solo per farti tornare a respirare.

''L'amore è una cicatrice piena di veleno, Rea, una di quelle che durano per sempre.''

''Non è vero. Perché allora, continuai a baciarmi e a guardarmi come se... Mi desiderassi con ogni fibra del tuo essere?''

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