Capitolo 12 - Nec sine te nec tecum vivere possum.

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«Mi spiegate cosa stracazzo state facendo, voi due?»

Andrea era in piedi, sguardo assassino, stava fissando Dani e Lori, al solito tavolino della gelateria. Il ragazzino era seduto in braccio alla ragazza e si scambiavano dei bacetti.

«Lo sto motivando nello studio», rispose lei, continuando a sbaciucchiare Lorenzo che stava totalmente ignorando Andrea. Quest'ultimo strinse forte i pugni. «Ah quindi per voi è tutto normale?»

Lori si voltò verso l'amico. «Sì, è normale», commentò, asciutto. «Fa quello che dovresti fare tu e non fai. Non lo sai che un marito va a cercar fuori quello che non trova in casa?», riprese a dare bacini a Daniela.

Andre strabuzzò gli occhi, come se avesse ricevuto una manganellata sulla nuca. «Questo genere di stronzate sono fuori moda dal 1975! Abbiamo fatto la ricerca per educazione civica, ci abbiamo perso una settimana, non ricordi? Mai una volta che sei concentrato, sempre lì a pensare... a pensare ai cazzi degli altri!»

Lorenzo si alzò in piedi e si piazzò davanti all'amico, con aria di sfida.

«Penserei solo al tuo, se tu non ti ostinassi a tenertelo ben chiuso nei pantaloni! Non sia mai che abbia a consumarsi, eh!»

«Del mio corpo ne dispongo come mi pare!»

«Tu puoi e io no? Ti ricordo che per TUA scelta siamo solo "amici"», fece il segno delle virgolette con le dita. «Quindi non rompere e non dirmi cosa devo fare.»

«Daniela è impegnata.»

«Si ma non è tradimento perché Roberto lo sa e io sono innamorato solo di te.»

«La fiera della stronzata.»

«Mi bacio con chi mi pare e tu devi solo stare zitto.»

I due si fissavano con aria truce. Il viso di Lori, repentinamente e senza apparente motivo, si distese in un sorriso malizioso. «Sai che mi piace molto questo lato focoso di te? Me lo hai fatto diventare duro.»

Andrea arrossì e si posò una mano sulla fronte, producendo il suono sordo e gutturale.

«Però quando saremo sposati dobbiamo stare attenti a fare certi giochi solo quando mia madre non sarà a casa, altrimenti poi inizierà a rompere...»

Il giovane tolse la mano dalla fronte e spalancò gli occhi. «Che cosa? Hai intenzione di far abitare tua madre con noi? Ma tu hai visto un film alla radio, col cazzo che faccio vivere mia suocera a casa mia!»

«Beh, tecnicamente saremo noi a vivere a casa sua.»

«Ma non esiste proprio, piuttosto vado a vivere in stazione!»

«Abbiamo la casa di proprietà, c'è abbastanza spazio per tutti, perché pagare un affitto?»

«Meglio il dormitorio della Caritas!»

«Poi ci può dare una mano.»

«In cosa? Hai detto che non vuoi lavorare!»

Lorenzo sorrise. Allora fingevi di non sentire, brutto stronzo!

«Eh metti che si allarga la famiglia...» sussurrò imbarazzato.

Andrea sbuffò. «Queste sono tutte stronzate che ti ha messo in testa lei.»

«No», rispose Lori, arrossendo. Non era convincente.

«Tua madre in casa con noi, no!»

«Mia madre in casa con noi, sì!»

Si guardavano in cagnesco.

«Tua madre no!»

«Mia madre sì, sì e sì, non si discute. E il poster di Capitan Man rimane lì dove sta», incrociò le braccia con un sorrisetto di sfida.

Sarai il mio ragazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora