Adesso che è andato via, mi sento al sicuro persino nella stanza che fino ad adesso ho ritenuto simbolo di prigionia, non che la pensi diversamente, ma in questo momento è l'unico posto che ritengo mio. Personale.
Voglio levare ogni traccia di lui, così mi getto dentro la vasca piena di acqua e dolce schiuma, raschio la mia pelle con le unghie anche se mangiucchiate e corte.
Le bollicine di saponata sul mio corpo coprono il rossore che solo adesso riesco a vedere, mentre mi asciugo e rivesto.
Lascio perdere il resto e cerco di dormire per qualche ora, tra le lenzuola che però sanno di lui.
Sembra io sia in dormiveglia, perchè lo scoppiettare proveniente dal camino ogni volta mi fa aprire gli occhi.
Quando finalmente il sonno sembra avere la meglio su di me, mi appare l'immagine di me e Krim davanti gli occhi.
Vedo tutto come se fossi uno spettatore, inizialmente, vedo la sua figura dietro la mia, io con il volto imbarazzato e lui con un sorriso.
Sembra essere ubriaco, o almeno non sembra in lui, perchè ridacchia e ha gli occhi stanchi, quasi spenti del loro colore naturale.
Improvvisamente sono me, e questa volta come se mi trovassi veramente in questa sgradevole situazione, sento solo il suo fiato sul mio collo e le sue mani che mi afferrano lentamente la vita, sono umide e appiccicose, come la linfa di un albero.
Adesso, mentre si fanno strada verso il mio ventre le sento incollarsi a me, guardo in basso e la mia pelle e la sua come sciolte in una cosa sola si stanno unificando.
Tra fili sottili e gocce fatte di noi che colano sul mio corpo, sento ancora il suo alito caldo sul mio orecchio e senza accorgermene ho le sue labbra sul collo e le sue mani sul mio petto.
Sento qualcuno piangere, un lontano lamento che però sembra avvicinarsi di più come l'odore dell'uomo che ho di fronte a me, che così come il resto è fin troppo reale.
Un istante e sono di nuovo lo spettatore, vedo me stessa in piedi, con gli stracci che ho addosso sporchi di sangue e con il corpo di Krim ai miei piedi, anche lui sporco di sangue, mi avvicino alla mia figura stante e guardo ciò che sta guardando lei, il pugnale trapiantato nel cuore del biondo.
Come sincronizzate ci abbassiamo, ma sono io ad estrarre la lama.
Del sangue mi sporca le dita che porto vicino il naso, e straordinariamente, sento il suo odore.
Cado all'indietro e sono nel mio letto, nella stanza illuminata dalla luce del pomeriggio.
Ho il volto bagnato di lacrime, di sudore.
Mi lecco le labbra ed un sapore metallico mi inonda la bocca, automaticamente mi tocco il naso con indice e medio e il sangue vivido mi è finito già sotto quel poco di unghie a me rimaste.
Mi alzo di fretta e asciugo il resto.
Sembra io mi sia tranquillizzata, mi adagio sul letto ed il suo profumo è sempre lì, impresso.
La rabbia, il rimpianto, la vergogna sembra mi abbiano accecato, strappo via tutto ciò che compone il letto, le fodere, le lenzuola, le coperte.
Quando un ammasso bianco è sul suolo realizzo.
Le getto di lato senza pensarci due volte e finalmente quando il materasso morbido è l'unica cosa sotto il mio corpo riesco a trovare la pace, non per molto, ma quanto basta per dimenticare e andare avanti nella mia impresa, raggiungere la libertà.
Non credo sia passato molto ma adesso non sento più il bisogno di dormire e immaginarmi fuori da qui.
Mi alzo e busso sulla porta nella speranza che qualcuno sia nei paraggi.

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Bull Bones'
FantasiFaye è una manipolatrice, dotata di un dono raro ma anche pericoloso, con la sola forza del pensiero può comandare i movimenti altrui. Da sempre in fuga per non cadere nelle mani di chi vorrebbe solo sfruttarla per raggiungere le vette più alte dell...