Mi ha tolto tutto

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POV SOLE

Gurdo fisso mio fratello svenuto per terra, e sento le voci in sottofondo della mia famiglia. Stiamo andando tutti nel panico, io compresa. Gridano tutti quanti, e ciò mi ricorda quando Nika e Richard. Tutte le volte che mi urlavano contro anche per la più minima cosa. Li odio. E amo la mia famiglia, ma non devono sapere di ciò, non mi vorrebbero più o mi tratteranno con pietà cosa che io non sopporto. Vengo ridestata dai miei pensiari da un urlo << BASTAAA>> mio padre grida, ha le lacrime agli occhi. Prende Julien dalle braccia di Leo e dice << Dobbiamo portarlo in ospedale, è grave>> Stava per girarsi ed andarsene ma venne fermato dalla voce di Nando << Papà quando hai detto ospedale si è terrorizzato, non peggioreremmo le cose se si svegliasse lì? Leo non puoi curarlo tu qui, hai una laurea in medicina per cosa sennò?>> Leone sembrò pensarci un attimo e poi fece un cenno a papà, che scese subito giù. Tutti lo seguimmo. Vedevo Archi, Luco e Dadi piangere addosso all'altro e sostenersi a vicenda. Nicki era rosso di rabbia,a aveva i pugni chiusi, tanto che le nocche gli diventarono bianche, aveva gli occhi lucidi ma non piangeva, anche se qualche larima sfuggiva al suo controllo. Tato e Ricki piangevano disperatamente, singhiozzavano. Erkie inveceera quello che mi preoccupava di più, era in silenzio che fissava il vuoto con le lacrime agli occhi, i suoi capelli biondi gli coprvano in parte il viso, ma non tanto da coprire i suoi occhi, e avevala mascella serrata. La mamma si stava tenendo si vedeva, male lacrime dai suoi occhi celesti cadevano. E io, io piangevo tanto ma in silenzio, perchè nonostante fossi stata via 8 anni, non li ho mai dimenticati, li ho sempre amati, anche a distanza, non ho mai smesso.

SKIP TIME

Siamo ancora tutti qui dopo 5 ore di pura ansia e tristezza e rabbia, seduti a piangerci addosso aspettando che Leo esca da quella fottuta stanza. Guardo per la stanza per la stanza e vedo la mamma attaccata al muro per terra con la testa tra le mani e la sento singhiozzare. Mi avvicino cautamente e mi siedo accarezzandole una spalla. Lei alza la testa e mi guarda negli occhi. I suoi sono rossi, stanchi, tristi, lacrimanti. Avvicino le mani alla sua guancia e le asciugo una lacrima << Stai tranquilla mamma Juji è forte>> Lei mi sorride grata e poi abbassa di nuovo la testa << Quando ti hanno rapita, tutti noi siamo peggiorati, ma non abbiamo mai smesso di amarti, io ti ho amato più di quanto immagini, e sapere che non ti sei dimenticata di noi è stato un solievo.>> A quelle parole mi si è scaldato il cuore sapevo di potermi fidare, sono la mia famiglia. E lei è mia madre, colei che mi ha dato la vita, che mi coccolava, colei da cui andavo se avevo fame. So di potermi fidare. Lei vedendomi così pensante decise di parlarmi, e di chiedermi qualcosa che mi fece cedere...<< Tesoro lo so che c'è qualcosa che devi dirmi, se vuoi io sono qui, io capisco che non ti fidi completamente di noi, ma puoi dirmi qualsiasi cosa...>> Mi dice mentre mi abbraccia, e con questo gesto attira tutta l'attenzione degli altri, e io decido di aprirmi, nonostante tutti ci stanno ascoltanto, tanto prima o poi lo avrebbero scoperto << Quando mi hanno rapito mi portarono in un posto chiuso e stretto, mi sentivo soffocare, era terribile. L'unica cosa che mi permetteva di non uscire paza era il pensiero di voi, che mi volevate bene, la certezza che mi stavate cercando e la speranza che mi aveste trovato. Dopo mesi arrivarono Nika e Richard, quei due mostri. Pensavo che avrei comnciato una nuova vita, non vi avevo dimenticato, vi sognavo la notte e non vedevo l'ora di dormire per rivedervi, e la speranza di rincontrarvi un giorno non era svanita. Dopo un pò loro iniziarono a diventare violenti... a 10 mi accoltellavano, bruciavano, mi lasciavano morire di fame. E i sogni con voi cominciarono a diventare incubi, vi sognavo raramente, e quando succedeva cadevo in pianti disperati perchè mi mancavate. A 13 iniziarono a vendermi, perchè avevano perso il posto di lavoro. Ero diventata una fottuta schiava e un sacco da box o una " bambolina con cui divertirsi" o così mi definivano loro. Non si sono mai spinti oltre perchè lo impedivo, ma non sono riuscita a farlo per sempre. Il mio 15 compleanno mi diedero una torta e mi costrinsero a mangiarla. La mangiai, ma dopo 2 morsi cadetti a terra incapace di muovermi. Richard mi prese e mi portò sul letto ero cosciente ma non potevo muovermi. Dopo poco entrò con altri 2 uomini e- e... n-n-non c-ci s-ono r-riuscita>> dissi tutto ciò guardando il pavimento, ma quando sentì un ringhio alzai la testa e vidi gli sguardi colmi di rabbia, tristezza, colpa... nessuno osa parlare finchè Matteo non chiede << possiamo vedere?>> io non dico niente alzo soltanto la maglietta e non sento niente, poi mi giro di schiena e la stanza si riempie di sussulti. Poi papà esclama << se non fossero già morti potrebbero considerarsi tali... quando Leo finisce ti facciamo controllare da lui>> io annuisco semplicemente.

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