𝐍𝐘𝐌𝐄𝐑𝐈𝐀
Non mi ero mai allontanata così tanto da casa, e affacciata alla finestra del solarium il cielo ad Approdo del Re era plumbeo e statico. Confidavo che dopo un paio di giorni sarei potuta tornare a Dorne e lasciarmi alle spalle quella soffocante città infestata dai draghi. Ne avevo visto uno, quando era arrivata: era dorato e volava sopra i tetti delle case con vanità, quasi avesse una personalità tutta sua. Il Primo Cavaliere, che mi aveva accolta alle porte del castello, mi aveva spiegato che quello era il drago del Principe Aegon. Non che mi importasse, ma per buona educazione mi finsi stupita.
Quando la mia mente tornò al presente, l'ancella che si era occupata di rinfrescarmi con della frutta e brocche di vino dolci, si inchinò con le guance porpora e la timidezza che solo una ragazzina ancora ignara della vita vera poteva avere. "Il Re e la Regina desiderano incontrarvi prima dei festeggiamenti, Principessa. Attendono nella Sala del Trono," chinai immediatamente lo sguardo sull'abito nuovo che avevo indossato, un giallo bellissimo che entrava in contrasto con i toni abbronzati della mia pelle, e mi preparai mentalmente a mettere su una facciata di garbo. In verità volevo soltanto confondermi con il resto dell'ambiente, per evitare di essere troppo fredda e orgogliosa, ma sapevo che non sarei passata inosservata. Non io, una figlia del sole. Così lasciai che l'ancella mi facesse strada per i corridoi di quella che chiamavano Fortezza Rossa. A Dorne avevamo spazi più ampi e meno austeri di quelle pietre fredde che circondavano il castello reale. Palme erano situate nei giardini, e fiori e piante provenienti dalle città più lontane.
La fanciulla si fermò fuori dall'immenso portone, già aperto, da cui potevo intravedere almeno una manciata di persone, e si inchinò nuovamente. "Io non proseguirò oltre," e dopo aver indicato il mio nome e la mia provenienza, l'araldo all'angolo del portone attirò tutta l'attenzione su di me. "La Principessa Nymeria Martell di Dorne, figlia del Principe Nymor Martell"
Mossi i miei passi con sicurezza, un gradino dopo l'altro, con sguardo alto e portamento regale: dinanzi a me, il Re e la Regina sedevano l'uno accanto all'altra, e ai loro piedi tre ragazzi giovanissimi si distanziavano da una donna con i capelli d'argento, quello che supposi fosse suo marito e i loro tre figli. Il silenzio era spettrale, quasi riverente, come se ci fossimo trovati in un luogo sacro in cui anche solo parlare avrebbe recato disturbo. Infine giunsi ai piedi del Trono di Spade, e mi ritrovai in mezzo a persone che non avevo mai visto, troppo uguali tra di loro da far paura. "Vostre Altezze," chinai il capo, senza piegarmi troppo. Re Viserys appariva pieno di vita, le guance piene e gli occhi vispi. Al suo fianco la Regina dimostrava il contrario, avvolta in un abito verde scuro con una stella a sette punte cucita sul petto, e una piccola coroncina che raccoglieva i suoi capelli ramati, dava l'impressione di una donna sofferente.
"Nymeria Martell" il Re masticò il mio nome lentamente "Secoli di storia ci legano in modo singolare," progredì, benché la storia che citasse non fosse affatto singolare. Piuttosto l'avrei definita brutale, dal momento che avevano provato a conquistarci con la forza. "Sono onorata di essere qui in vece di Dorne" replicai, ignorando di proposito quel commento e irrigidendomi in un sorriso di circostanza. "E noi siamo lieti che abbiate accettato, Principessa" la Regina Alicent si infilò nel discorso "Lasciate che vi presenti i miei figli," scese gli scalini del trono e raggirò i tre giovani che avevo individuato all'inizio. "Lei è Helaena, la mia unica figlia femmina" e la Principessa dai capelli d'argento mi sorrise con dolcezza. Le replicai sinceramente. "Lui è Aemond, il mio terzogenito" non potei fare a meno di notare la durezza del suo volto e quella benda di pelle nera che gli copriva un occhio. Vi era una brutta e sicuramente dolorosa cicatrice che gli sfregiava la pelle. Ma era bello; una bellezza particolare che molte donne probabilmente non vedevano. Ad ogni modo, non mi rivolse alcuna riverenza, anzi parve occhieggiarmi con disinteresse. La madre sorrise in imbarazzo. "E lui è Aegon, il maggiore, primogenito del Re" il ragazzo in questione era piuttosto basso, e non aveva il fisico slanciato di cui invece avevo sentito narrare. Mi guardò languido, facendo vagare il suo sguardo su tutto il mio corpo, e lì capii che me ne sarei dovuta tenere lontana.
"Io invece vorrei avere l'onore di presentare mia figlia, l'erede al Trono di Spade, e suo marito con i loro figli" dichiarò Viserys. Non ero certa avrei ricordato tutti i nomi e le loro facce, ma decisi di fare uno sforzo. Era per mio padre, dopotutto, che lo facevo. Mi voltai nell'altra direzione e il re mi introdusse Rhaenyra Targaryen, una Principessa bellissima, e fiera come me. Non abbassò mai lo sguardo e il suo sorriso fu il più intrigante che avessi mai visto. Poi giunse il turno di Daemon Targaryen, suo consorte, che chinò il capo con educazione. Infine mi furono introdotti i tre ragazzini, tutti con un'insolita chioma scura che stonava con i toni dei loro genitori. "I Principi Jacaerys, Lucerys e Joffrey" i quali arrossirono ma salutarono con la stessa compostezza della loro madre.
"Mi auguro abbiate un soggiorno confortevole, qui a corte" il Re si alzò dal Trono e scese gli scalini per venirmi incontro. Poi mi prese la mano con delicatezza e vi posò un bacio sul dorso. "I festeggiamenti cominceranno questa sera alle sette, ci assicureremo non vi manchi niente e per qualsiasi cosa vi basterà chiedere." ma mentre il sovrano mi inondava con la sua gentilezza, un'occhio freddo e violaceo mi attirò in gabbia, come una calamita. Era il Principe Guercio, che mi fissava indecifrabile ma con un fascino ben lontano da quello a cui ero abituata.
Non mi bastava altro che presiedere alla festa, e vedere cosa sarebbe successo.
↪𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
Rhaenyra Targaryen è il mio punto debole, lo ammetto
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𝐔𝐍𝐁𝐎𝐖𝐄𝐃, 𝐔𝐍𝐁𝐄𝐍𝐓, 𝐔𝐍𝐁𝐑𝐎𝐊𝐄𝐍 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
FanfictionDorniani e Targaryen sono da tempo immemore ostili l'un l'altro: da una parte abbiamo i fieri e mai spezzati Principi e Principesse di Lancia del Sole, che nutrono rancore verso i signori dei draghi per ciò che avvenne ai tempi del Conquistatore; da...