𝐔𝐍𝐁𝐎𝐖𝐄𝐃, 𝐔𝐍𝐁𝐄𝐍𝐓, 𝐔𝐍𝐁𝐑𝐎𝐊𝐄𝐍 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]

𝟕. 𝐍𝐞𝐞𝐝𝐲

𝐍𝐘𝐌𝐄𝐑𝐈𝐀

Brezza frizzante soffiava con dolcezza, infilandosi tra le pieghe dei nostri abiti. Profumo di fiori appena sbocciati deliziava invece il nostro olfatto. Re Viserys camminava di fianco a me poggiandosi ad un bastone: era felice di sapere che sarei rimasta ad Approdo del Re per tre mesi, ben conscio dei sacrifici che stavo compiendo nel soddisfare le sue richieste. "Ovunque vada mi dicono siate dei selvaggi, voi di Lancia del Sole, ma mai per un giorno ho creduto a quelle parole.." schietto, l'uomo che regnava sui Sette Regni non aveva scrupoli sui suoi pensieri, proprio come Aemond. "Forse hanno dimenticato che abbiamo tradizioni diverse" replicai con altrettanta sincerità, curiosa del perché egli avesse deciso di intavolare la nostra conversazione in quel modo. Sembrava voler arrivare a parlare proprio del conflitto che ci aveva schierati da lati opposti.

"Immagino ti abbiano raccontato centinaia di volte della resistenza di Meria Martell, dell'audacia che ebbe nel fronteggiare un drago e conscia che questo sarebbe potuto tornare a bruciare le sue terre"

"E' la storia della nostra casa, Vostra Maestà. È fonte di orgoglio per tutti noi, fonte di orgoglio per me, che sono cresciuta con l'esempio della mia antenata. Sarò onesta con voi..non ho accettato a cuor leggero la scelta di venire qui e di rimanervi, ma per me l'onore è tutto. Mio padre non ha mai ricevuto dispiaceri da parte mia e non intendo iniziare adesso"

Gli occhi violetti dell'argenteo brillarono di una luce fiera, forse sognando la stessa devozione da parte dei propri figli. La sera del suo compleanno aveva trascinato la Principessa Rhaenyra in giro per la sala come un trofeo, desideroso di mostrare agli occhi del regno la bellezza e l'intelligenza della sua erede al Trono, ma tale trattamento era stato riservato soltanto a lei. Perfino laggiù, a Dorne, sapevamo venisse chiamata Delizia del Reame. L'unica delizia che Viserys avesse mai amato. Da quando aveva sposato la fanciulla di Vecchia Città, per dovere più che per amore, sembrava che i suoi figli fossero soltanto percepiti da lui come contorno, soprammobili da tenere impalati nelle situazioni che richiedevano la loro presenza. Ed era triste pensare che un uomo buono come lui non amasse tutta la sua progenie.

"Le terre rosse sono la casa dove il vostro cuore riposa," asserì con certezza, fermandosi e reggendosi tremante al suo bastone. Re Viserys non era stupido, era cieco dinanzi a ciò che non voleva vedere. "Non temete, Principessa. Con me al vostro fianco imparerete quanto fondamentale sarà la vostra presenza qui a corte, e quanto confortante potrà essere per il popolo sapere che i dissapori sono stati messi a tacere"

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𝐀𝐄𝐌𝐎𝐍𝐃

L'avevo vista tornando dagli allenamenti. Dita intrecciate dietro la schiena scoperta, che lasciava intravedere la sua pelle abbronzata, e andatura dolce, mentre chiacchierava con mio padre passeggiando nei giardini reali. Nymeria era un'abile lettrice di menti, che sapeva dove colpire e quando rigirare le cose a proprio favore. Non mi sorprendeva essere rimasto folgorato da lei. La seguivo da lontano con lo sguardo, mosso da una nitida calamita che mi attirava con violenza e che mi impediva di pensare razionalmente. Dopo la disastrosa caduta nel fango da parte della fanciulla, Ser Criston Cole aveva cominciato ad adottare l'abitudine di prendermi in giro per spronarmi a fare di meglio. "E' una spadaccina migliore di te, ammettilo" 

Io, che mi ero sempre sentito invincibile, alla fine mi ero piegato dinanzi alla sua caparbietà.

Mi resi conto di averla persa di vista quando l'occhio aveva cominciato ad annebbiarsi dalla stanchezza. Era una tortura continua arrivare alla fine della giornata con il pulsare della pelle attorno allo zaffiro, e il prudere della cicatrice. Nymeria era sparita come il sole all'orizzonte, costringendo i miei passi a tornare sulla propria via, i quali mi condussero tra le quattro mura dei miei appartamenti. Una vasca d'acqua calda attendeva di lenire i muscoli doloranti del mio corpo, l'unguento di essere applicato sulle vecchie ferite, e un nuovo desiderio, come una fiamma, di essere soddisfatto.

Mi spogliai dei miei abiti e mi immersi velocemente tra le acque profumate preparate dalla mia cameriera personale, rilassandomi con un sospiro. Non ci volle molto affinché il volto di Nymeria tornasse a tormentarmi. Era un tale richiamo, e il fatto che non si impegnasse nell'apparire desiderabile era persino più sfiancante per quella fiamma. Schiusi l'occhio, e prima che me ne rendessi conto, una delle mie mani scivolò sul mio membro desideroso di attenzioni. Non era mai accaduto prima d'allora. Soltanto la Madame soddisfaceva i miei bisogni. Eppure quando mi sfiorai un repentino ansimo mi sfuggì dalle labbra e la presenza di Nymeria tra le mie braccia divenne impellente. Mentre mi toccavo, desiderai la sua bocca, il suo corpo, la sua pelle liscia e abbronzata. Sempre più veloce, a corto di fiato, immaginavo le scintille crepitare al contatto tra i nostri corpi mentre si muovevano sinuosi in una danza proibita. Gemiti sfuggirono al mio controllo, con il suo nome sulla punta della lingua e l'immagine di lei necessitante di me, il fuoco nel mio stomaco divampò e il mio piacere esplose tra le dita.

Per la prima volta dopo anni, il dolore del trauma venne completamente offuscato. Per la prima volta dopo anni, non mi sentii in colpa per essermi dato piacere. Perché non era grazie a Sylvie se mi sentivo di nuovo libero. 

Era grazie a Nymeria.

↪𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞

Ovviamente Aemond non ha trovato libertà solo con quel gesto bricconcello, il fatto che Nymeria lo intrighi così tanto lo sta aiutando a spostare il baricentro del suo piacere non collegandolo soltanto alla causa del suo trauma :)