𝐍𝐘𝐌𝐄𝐑𝐈𝐀
La penna d'oca scorreva veloce sulla pergamena già marchiata dal sigillo reale, l'inchiostro rimarcava il mio desiderio di tornare a casa, anche se ero stata costretta a menzionare la richiesta del re. Erano stati due giorni particolari che avevo apprezzato soltanto per il pungente battibecco con il Principe Aemond, ma adesso sentivo davvero ch'era giunto il momento di andare via. Firmai elegantemente il fondo del foglio, ripiegai con cura e feci spedire la lettera, poi mi concessi una passeggiata per i cortili della Fortezza Rossa. Il cielo era plumbeo, e dal cortile udivo il cozzare rumoroso delle spade. Non c'era momento in cui non mi mancasse duellare con la spada o colpire bersagli con la mia balestra, bisticciare con il Maestro per gli unguenti da applicare sulle mie ferite causate dalle armi e gli sguardi di apprensione di mio padre che mi vedeva come la sua unica fonte di felicità. Ero la sua unica erede, l'unica donna della sua vita che fosse rimasta al suo fianco e la paura di perdermi com'era accaduto con la mamma sembrava inevitabile per lui.
Sovrappensiero, mi resi conto di aver raggiunto il luogo di addestramento, dove avevo sentito le spade affrontarsi. C'era un uomo dai capelli scuri, arrivati a pizzicargli il collo a causa della lunghezza, che stava porgendo una spada al Principe Aemond. Ne avevo ignorato l'esistenza, fino a quel giorno. Quando si accorse che li stavo guardando mi porse un inchino, chiamando il mio nome. "Principessa Nymeria, avete smarrito la via per i giardini?" Sembrava gentile, e il suo accento mi fu subito familiare. "Come ti chiami, cavaliere?" e nel frattempo anche il Principe si era voltato a guardarmi. Il suo occhio baluginò di furbizia. "Ser Criston Cole, Principessa"
Cole.
Il cognome mi fu subito chiaro.
"Vieni da Blackhaven, non è così? E' impossibile non conoscere la casata che vive ai margini di Dorne"
Il cavaliere chinò il capo in cenno di assenso, giocando nervosamente con i bordi della sua armatura. "E' bello sapere che qualcuno di quelle terre sia riuscito ad emergere," confessai contenta. Ed era bello vedere qualche volto vicino alla mia casa quando ero lontana miglia e miglia da essa. "Mi lusingate, Principessa. Vi prego di lasciare che vi scorti nei giardini, questo non è il luogo adatto ad una donna.."
"Oh, non serve" ridacchiai divertita "Sono cresciuta tra spade e balestre, questo è proprio il luogo adatto a me" e dicendo ciò, i miei passi si mossero nel fango del campo di addestramento senza preoccuparmi di sporcare gli stivali, sotto lo sguardo sbalordito del cavaliere e quello ipnotico dell'argenteo. "Noi siamo chiamate le Serpi delle Sabbie" spiegai, togliendo di mano la spada che Aemond stava reggendo. "Non abbiamo paura," e la feci roteare agilmente a destra e sinistra in una snodata danza proprio come un serpente. Fendenti tagliarono l'aria sibilando, i piedi sgusciavano scaltri nel fango senza mai perdere l'equilibrio. "E' incredibile quanto potere si percepisca reggendo un arma così pericolosa. Perché è inevitabile che faccia del male"
Criston Cole applaudì con meraviglia, dimenticando quasi di essere in compagnia del suo protetto dall'occhio ametista. "Siete incredibile, Principessa. Non avevo mai visto maneggiare una spada in modo così leggero, è come se fosse parte del vostro corpo"
"E' così, Ser" sorrisi soddisfatta, facendo per restituire la spada al Principe Aemond. Tuttavia egli la rifiutò. "Mi domando se vi andrebbe un duello con me, Principessa."
E sapendo quanto i Dorniani fossero orgogliosi, non mi passò neanche per la mente di rifiutare una simile proposta. "Aemond, non mi sembra il caso..-" provò a controbattere Criston Cole, con un tono piuttosto amichevole nei confronti del Principe, ma questi insistette. "Nymeria Martell è letale, non le accadrà nulla di male" mi lodò con finta ammirazione, e a quel punto ero troppo curiosa di scoprire come si sarebbe battuto per potermi tirare indietro. Ero assurdamente attratta dalla sua sicurezza e dall'aura di mistero che avvolgeva la sua figura.
"Avrete questo duello, Principe, così ricorderete per sempre il nostro ultimo incontro con l'amaro in bocca"
✵彡
Sotto le mie ciglia vibrava vivido il ricordo di quell'incontro. Le spade che strisciavano le une contro le altre, la concentrazione nel mantenere la presa, il sorriso derisorio del Principe che si era trasformato in delusione quando lo avevo disarcionato e spinto nel fango. Mi ero sentita invincibile, ed ero certa che lui avrebbe ricordato per sempre quella sconfitta.
Era trascorsa una settimana, più di quanto avevo sperato di trascorrere tra le mura fredde della Fortezza e la risposta di mio padre non era ancora giunta. Le opzioni erano due: che non avesse ancora deciso, o che avesse deciso e la lettera fosse ancora in viaggio verso la Capitale. In entrambi i casi, il sesto senso mi suggeriva che quel dolore che percepivo alla bocca dello stomaco non era solo una brutta sensazione. Era di più.
La conferma arrivò insieme alla cena quella sera, portatami nelle stanze private dal momento che preferivo mangiare da sola godendomi la vista dalla terrazza che dava sulla città. Scoperchiando il primo piatto, vi scoprii un fumante arrosto ambrato e speziato, accompagnato da patate viola e crema di funghi. All'estremità del carrello una brocca di vino di Dorne, e sotto al fondo bottiglia uno spesso foglio di carta marchiato dal sigillo rosso trapassato da una lancia arancione. Il sigillo di Casa Martell.
Afferrai la lettera e la srotolai con foga, dimenticandomi del cibo e del buon vino. Uscii in terrazza e cominciai a leggere.
«A mia figlia Nymeria,
per quanto questa decisione possa pesare al mio cuore da padre, non posso che prendere in considerazione la proposta del re. Quaggiù sei rilegata ad una vita di pochi stimoli, nonostante l'orgoglio con cui mi riempi ogni giorno, e sono certo che trascorrendo del tempo a corte potresti fare esperienze nel campo politico, rivendicando il nostro nome contro quelli che un tempo hanno provato a conquistarci, fallendo. Sarà solo per qualche mese, e quando questo tempo sarà giunto al termine, ti riaccoglierò a braccia aperte a Lancia del Sole.
Nymor Martell»
Di colpo il mio stomaco si richiuse.
↪𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
mi disp Nymeria ma ti tocca
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𝐔𝐍𝐁𝐎𝐖𝐄𝐃, 𝐔𝐍𝐁𝐄𝐍𝐓, 𝐔𝐍𝐁𝐑𝐎𝐊𝐄𝐍 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
FanfictionDorniani e Targaryen sono da tempo immemore ostili l'un l'altro: da una parte abbiamo i fieri e mai spezzati Principi e Principesse di Lancia del Sole, che nutrono rancore verso i signori dei draghi per ciò che avvenne ai tempi del Conquistatore; da...