Le semifinali dei campionati del mondo arrivarono nella vita del giovane talento catanese con un grande avvertimento: non sarebbe stato più concesso sbagliare.
Quel 18 Luglio 2022 avrebbe segnato per sempre la sua carriera in maniera definitiva. Improvvisamente nella prime ore del mattino il suo cellulare fece tre squilli; Daniele non riuscì a rispondere nell'immediato, dovuto ancora al sonno arretrato che doveva recuperare dopo l'estenuante settimana appena trascorsa.
Ignorò il cellulare e mise nuovamente la testa sotto il morbido cuscino dell'albergo giapponese. Una nuova chiamata interruppe quel momento, ma come aveva sempre fatto decise di prendere il telefono e rispondere a chi in quel momento stava disturbando il suo riposo.
Quella chiamata che compariva sullo schermo del suo telefono proveniva dall'ospedale. Riconosceva quel numero ormai a memoria, e se la struttura chiamava vi erano sempre due possibilità: o che la situazione sarebbe 1migliorata o, peggio, che ci sarebbe potuto essere qualcosa di veramente tragico.
«Salve, parlo con il signor Garofalo?» A parlare era il dottore che per mesi stava seguendo suo padre nella terapia per sconfiggere il terribile male. Sentire nuovamente quella voce faceva sempre un certo effetto per Daniele; e quel timbro profondo e serio sembrava non trasmettere alcun ottimismo, ma fino a quando non avesse sentito pronunciare la diagnosi non avrebbe mai alzato bandiera bianca.
«Si, dottore. Allora? Ci sono novità? Ci sono progressi? Si sta riprendendo? Insomma, c'è qualche speranza che mio padre possa farcela?»
Tartassando il professore con troppe domande forse sarebbe stato del tutto fuori luogo, ma la paura era enorme.
«Purtroppo per noi non c'è più niente da fare, abbiamo fatto tutto il possibile. Suo padre, ecco, è ormai passato a miglior vita. Il male aveva ormai invaso tutte le zone del corpo. Le faccio le mie più sincere condoglianze...
Daniele seppe dire a stento soltanto un cordiale arrivederci, prima di chiudere il telefono e vedersi crollare tutto il mondo addosso. Doveva però farsi forza, e acquisire la consapevolezza che la vita fosse fatta di sofferenza, che fosse a volte bastarda con i più buoni e le persone migliori. Non poteva essere però anche una macchina, era pur sempre un essere umano dalle mille emozioni contrastanti.
Si lasciò andare a un pianto copioso di un paio di minuti, con le mani ormai pronte a essere inondate dalle lacrime fuoriuscenti dalle cornee rosse e umide.
Il suo mentore non c'era più.
Per sempre.
E avrebbe adesso dovuto affrontare tutta la vita da solo, compresi i momenti più duri. Da un lato aveva tremendamente paura di fallire, dall'altro lato ciò che gli consentiva di avere la forza di andare avanti era la sua enorme tenacia, l'essere sempre se stessi.
Aveva di fronte a sé la sfida più grande della sua vita. Diventare campione del mondo, combattendo i suoi demoni interiori di sempre. Sarebbe stata davvero la svolta giusta della sua vita? Di non aver più paura di nulla? Di non essere più il nemico di se stesso?
* * * * * * *
«Amore mio, non so che dire...mi dispiace veramente tanto...» con le lacrime agli occhi, Martina entrò in profonda empatia con il suo ragazzo, cercando di consolarlo e di assorbire ogni briciola del suo immenso dolore. Una delle qualità che Daniele ha sempre amato e che gli ha permesso di innamorarsi profondamente di lei.
Amor vincit omnia, come direbbe un antico romano. È l'unica medicina in grado di guarire ogni forma di dolore. L'unica in grado di far risorgere dalle ceneri quando ormai le speranze di ripresa sono vane. L'unica cosa che è in grado di purificare l'animo.
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Dojo
General FictionDiventare il migliore al mondo nella propria disciplina? È sempre un grande traguardo, ma con dietro grandi sacrifici e dedizione. Daniele Garofalo, uno tra i più talentuosi atleti della Dai-ki Dojo, è pronto a raggiungere questo obiettivo, seppur c...