Il maestro riprese a dirigere gli allenamenti, mentre Matteo era rimasto in disparte con Daniele.
«Ma come cazzo ti è saltato in mente di smettere? Tutto questo dall'oggi al domani?» Matteo si alterò e non poco di fronte a quell'improvvisa decisione.
«Ho bisogno di una pausa per riflettere, non sto passando un bel periodo. Penso sia del tutto normale, no?»
«Sì, ma potevi quantomeno avvisarmi. Ora con chi mi allenerò per europei e mondiali?»
«Mi dispiace, davvero. So di averti deluso e mi sento in colpa. Mio padre ha un male che sembra essere incurabile, le terapie non stanno andando come speravamo. In più ci si mette il ginocchio e l'esclusione dal team della nazionale. Cos'altro dovrei dirti che in questo periodo mi sento davvero una merda?»
«Scusami tu, anzi. Sono io che dovrei essere perdonato per essermi rivolto verso di te in questo modo. È che ci tenevo, ecco. Non avevo mai avuto un partner così determinato, agguerrito e con la voglia di spaccare il mondo. Di essere il migliore.»
Daniele lo ascoltò attentamente studiando il suo sguardo. Cosa avrebbe potuto fare per cercare di rincuorarlo e di garantirgli la sua presenza in futuro?
«Guarda che non ho detto che smetto per sempre, eh? Si tratta di un breve periodo. Chi può mai dire che un giorno tornerò qui, alle solite otto e mezza a iniziare il riscaldamento e ricominciare a combattere? Voglio che tu stia sereno, davvero. Sii sempre con il sorriso, in qualunque situazione ti troverai di fronte.»
Gli sorrise, infondendogli fiducia e serenità. Era sempre stato un ragazzo onesto e che manteneva sempre la parola, nonostante la classica bugia che capita a qualunque essere umano. Avanzò verso di lui e lo abbracciò a sé in maniera così intensa da lasciare il segno nell' animo di Matteo. Lui era questo. Un ragazzo serio in tutto ciò che faceva, ma di animo, sensibilità e amore puro. Una rarità di questi tempi.
«Assisterò al tuo allenamento oggi. Mi farebbe molto piacere. Voglio vedere che livello hai raggiunto. Sono curioso!» Disse, accennando una risata amichevole.
«D'accordo. Vediamo se ti stupirò, mister!» Ribatté Matteo, lanciandogli un'occhiata di sfida in ottica futura.
* * * * * *
«Sei diventato incredibile. Io invece sono rimasto molto indietro.» Meravigliato dagli enormi progressi raggiunti dal ragazzo, Daniele era forse consapevole che il suo tempo qui era finito.
«Ogni lezione si migliora sempre di più. Se si è fermi per cause di forza maggiore è inevitabile. Mi manca lavorare con te, sai? Ora mi sto allenando con altri ragazzi, ma con te è tutta un'altra cosa.»
Matteo cercava in qualche modo di spronare il suo amico a non mollare tutto il lavoro fatto fin qui. A volte è dura accettare la realtà, ma nella vita bisogna anche andare avanti e non rimanere ancorati al passato.
Daniele si alzò dalla sedia e cominciò a sistemarsi le proprie cose per uscire dalla sala e ritornare alla sua dimora. In viso era pensieroso e allo stesso tempo abbattuto e incapace di reagire. Si sentiva un fallimento, reputava la sua esistenza inutile. Quella disciplina che tanto gli aveva dato e a cui lui ha dato tutto se stesso, forse non poteva più offrire la stessa positività e la stessa felicità di un tempo. Erano ai ferri corti e il ragazzo era sempre più fermo sulle sue scelte.
Forse era davvero la fine di un sogno?
«Aspetta, aspetta!» Matteo scese dal tatami e corse verso di lui, fermandolo davanti l'uscio. Non voleva lasciarlo andare in quel modo senza liberare tutto quello che aveva dentro il suo cuore «voglio che tu sappia che qualunque scelta tu prenderai, la rispetterò. Comunque vada, sei stato il miglior partner con cui mi sia confrontato in campo. Non posso far altro che augurarti il meglio per la tua vita e, nel caso dovessi ripensarci, la porta qui sarà sempre aperta. Prenditi tutto il tempo che ti serve, capirò perfettamente!»
«Se non fosse stato per te, neanche sarei stato convocato per le nazionali. Ricordatelo. In fondo, tutto questo è anche merito tuo, non solo mio. In bocca al lupo per tutto, e sono orgoglioso di te. Io ora mi ritiro e vado a casa. Buon proseguimento, teniamoci in contatto!» Con la grande umiltà tipica di un ragazzo come lui, Daniele elogiò il suo collega e, prendendo le sue stampelle, lasciò la struttura.
Lo sguardo era spento, amareggiato da quella tremenda delusione verso tutti, rivolto verso il basso a guardare le piccole pietruzze rimbalzare sull'asfalto a ogni passaggio di automobile. Avrebbe voluto gettarsi in mezzo al traffico e farla finita lì, davanti la palestra che lo aveva forgiato in questi dodici lunghi anni. La vita, però, era troppo importante per compiere quel gesto folle. Aveva ancora tanti progetti nella sua testa. Era forse giunto un momento di pausa da tutto?
Gli studi non procedevano come lui pensava. Era continuamente distratto dai pensieri verso il padre e quando desiderava mettersi in testa di studiare e portarsi avanti, pochi giorni dopo il cervello smetteva di funzionare e mollava tutti i suoi programmi.
«Che cosa devo fare nella mia vita? Ho fallito tutto, ho sprecato tempo. Mi sento inutile.» Ripeteva queste parole continuamente mentre ritornava verso casa con la sua Punto Evo. Quella persona dall'animo sempre tenace che affrontava ogni sfida con il sorriso, improvvisamente è come se non esistesse più. Solo un lontano ricordo.
Giunto all'abitazione, non scese subito dalla macchina come era solito per prepararsi e gustarsi la sua cena iperproteica dopo ogni allenamento e giocare con il fratellino qualche partitella di calcio alla console. Stette seduto, con un silenzio tale da sentire persino il ticchettio dell'orologio al polso. Le lacrime scesero copiosamente lungo le sua guance. Era arrivato il momento di sfogarsi, di isolarsi dal mondo come non aveva mai fatto finora.
"Everybody hurts somedays,
Everybody screams,
Everybody feels this way.
It's okay to be afraid.
So many questions so much on my mind
So many answers I can't find
I wish I could turn back the time
I want to"* * * * * *
«Mamma, sono a casa. Scusate il ritardo ma ho voluto stare in macchina per un po'.» Daniele entrò in casa e poggiò le stampelle sul divano del soggiorno, sedendosi poi completamente privo di forze.
«È successo qualcosa?» Domando Giulia, che nel frattempo si occupava di uscire un buon formaggio fresco da gustare in compagnia di una squisita pasta con i piselli.
«Sono molto giù in questo momento, tant'è che ho deciso di interrompere il jujitsu per un po' di tempo fino a quando non mi sentirò di nuovo pronto. Ho bisogno di staccare la spina.»
«A volte è la cosa migliore da fare. Hai fatto la scelta migliore tu potessi fare in questo momento.»
«Ho deciso, inoltre, di sospendere temporaneamente la mia carriera universitaria. Non riesco a concentrarmi e non voglio studiare male le discipline del mio futuro. Spero che questo non sia oggetto di scontro qui dentro.» Si mise subito sulla difensiva, pronto a ogni severo giudizio.
«Assolutamente no, tesoro. Sai che io e papà condividiamo ogni decisione presa in questa famiglia. Spendiamo ogni anno tanti soldi per permettervi di realizzare ciò che voi volete. Vogliamo che voi rendiate al meglio che potete. Se questa scelta per te è opportuna, sei libero di fare ciò che hai pensato. Non siamo robot, ma esseri umani ricordatelo. A volte uno stop per riordinare la propria vita è il passo migliore per poi avere successo!»
«Avevo maturato da un po' questa mia intenzione. Ho deciso, sospendo tutto!»
La giornata era appena conclusa. Daniele aveva bloccato il tempo di sé stesso.
Per ricominciare a vivere. Forse in maniera migliore.
Azzerando tutto.
Spazio autore
Un capitolo breve, ma intenso. Non so che dire, davvero! Povero Dani. La sua vita non è mai stata così in dubbio. Eppure, a volte dobbiamo affrontare grandi ostacoli per riuscire a raggiungere la felicità eterna! Che cosa succederà d'ora in avanti?
Fatemi sapere nei commenti se vi va!
Buona lettura :)
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Dojo
Ficción GeneralDiventare il migliore al mondo nella propria disciplina? È sempre un grande traguardo, ma con dietro grandi sacrifici e dedizione. Daniele Garofalo, uno tra i più talentuosi atleti della Dai-ki Dojo, è pronto a raggiungere questo obiettivo, seppur c...