B R I A N
Lo sapevo, sapevo che sarebbe successo qualcosa.
Emily e Axel sono svenuti, Emily per il pugno sul naso, ed Axel perchè gli succede spesso quando ci sono situazioni del genere.
"Si sveglieranno?" chiede Tom, deluso e preoccupato.
Mi dispiace davvero per lui, il giorno del suo compleanno, rovinato così.
"Noi speriamo di sì, Tom..."
"Ma se gli facciamo uno scherzo? Tipo, gli diciamo che sono passati dieci anni ed hanno inventato le ali da attaccare al culo, per non far sentire la puzza delle scoregge?"
"Tom ma può essere mai una cosa da dire a qualcuno appena risvegliato da un coma?"
"E va bene.."
Sembrava quasi esserci rimasto male.
"Purtroppo dobbiamo tenere la ragazza per più tempo. Per Axel è tutto apposto."
Mio fratello arrivò, a testa alta, senza guardarci, dirigendosi direttamente alla macchina.
"Grazie."
"Si può sapere che ti prende Axel?"
"Lo so Ryan, faccio schifo, sono un mostro. Se vuoi insultarmi, è perchè non mi conosci davvero, non lo faresti se sapessi il perchè di tutto."
Mi chiedo perchè abbia avuto quella reazione.
A X E L
Mi chiedo perchè io abbia avuto quella reazione.
Si, l'attacco di rabbia, ma perchè l'ho avuto?
Potrebbe esserci una risposta, ma non la voglio dare. Non ne sono sicuro nemmeno io.
"Scendi."
La voce ferma di Brian mi risvegliò dai miei pensieri.
"Senti Axel, se vuoi possiamo parlarne."
"Perchè dovremmo? Vuoi sempre avere ragione tu, dirai 'si ma quello che hai fatto non aveva senso, avresti potuto contenerti', quando sai perchè io faccio così."
"Non si può parlare con te?"
"Si può, si può eccome Brian," la rabbia mi assaliva. "Sei tu il testardo, che continua a fare il bambino, per una ragazza.
Entrammo in casa, e andammo direttamente in camera.
"Tu non sai ragionare!"
"Cosa hai 5 anni che continui a rispondere così? Le bambine sono più mature di te."
Lui si sedette, con i gomiti sulle ginocchia, e le mani sulla fronte. La gamba gli tremava.
"Stai avendo un'attacco di rabbia? Poverino..."
"Non sai quanto vorrei alzarmi e farti male in tutti i modi possibili."
"Fallo."
Mi guardò, come se fossi scemo.
"Ti ho detto di farlo, o hai paura? Devo..." lo presi per il collo del maglione facendolo alzare. "...iniziare io?"
La porta si spalancò.
"Stai bene?"
"Avevano detto che saresti tornata domani mattina.""Smettetela."
Mollai Brian, d'istinto, e feci un passo avanti.
"Continuate a litigare, ed il motivo sono sempre io. Un motivo, migliaia di problemi diversi. Dovete trattenere la rabbia. Axel mi hai quasi uccisa, me e Diego!"
Chiusi i pugni, a sentire quel nome, ma lei mi prese le mani, e le rilassai. "Non so per quale motivo ti dia fastidio, e non so per quale motivo tu abbia quasi ucciso parecchie persone a causa mia, ma voglio solo che tu la finisca."
Brian fissava le nostre mani. "E tu, devi superarla."
"Non sei piccolo Brian, svegliati!"
Lei mi scosse un pò la mano, per farmi capire di smetterla.
Probabilmente se non fosse arrivata lei gli avrei fatto del male serio.
"Non voglio andarmene, e non posso, vi chiedo solo, per l'ennesima volta, di smetterla."
Brian fu il primo a spostarsi.
Poi, mollai la mano di Emily, e andai, come al solito, a dormire sul divano.
Durante tutto questo tempo, forse ero arrivato ad una conclusione.
Forse avevo capito il perchè di queste litigate per Emily.
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BROKEN HEARTS
RomanceEmily è una semplice ragazza, castana, liscia, con gli occhi azzurri. Fino a quando aveva 4 anni ha vissuto a Valencia con sua madre, che morì pochi mesi dopo il compleanno della figlia a causa di una grave malattia incurabile. Appena lei lo scoprì...