11. Aysha

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Sialkot, PAKISTAN

Ho i brividi. Questa Black Villa è inquietante. Ho cercato in tutti i modi di non venire qui, usando come l'ultima scusa che -la nonna non vuole quindi non posso andare-. Ma lui è riuscito anche a convincere la nonna e alla fine non ho avuto scelta.

"Dov'è? Dove sarà andato. No, non è questo. Neanche questo! Voglio quello glitterato fucsia." Nora fruga nella valigia per trovare il pigiama. Staremo qui solo per questa notte, ma sua madre le ha preparato così tanti vestiti come se dovesse stare via per un mese intero.

"Sii. Trovaaato! Ora vado a cambiarmi." Dà troppo nell'occhio, quel pigiama fucsia glitterato.
Come sempre, tutto quello che fa deve fare scalpore altrimenti non gli piace.

Tolgo il burka e sotto ho il pigiama con il pantalone nero e la maglietta bianca con due panda che si abbracciano. Nulla di più comodo. Mi sdraio sul letto gigante e guardo attorno la camera. È quasi uguale alla camera in cui sono stata l'ultima volta. L'orologio è quello, anche i mobili. Haye Allah, non mi dire che... Corro nel bagno e apro la porta.

"Api mi sono cambiata. Come mi sta?"

"È veramente... la stessa camera" il mobile del bagno è lo stesso anche il lavandino e i prodotti sopra.

"Quale stessa camera? Ti sto chiedendo come mi sta e tu dici altre cose, senza senso. Lascia stare. Fammi guardare allo specchio." Mi sposto.

"Che bella luce e lo specchio è gigante. Mando il mirror-selfie alle mie amiche loro mi diranno sicuramente come sto. Questa camera mi ha lasciato senza parole. È bellissima!! Di sicuro saranno tutte invidiose, e se scoprono che siamo ospiti a casa di uno dei miliardari in Pakistan, chissà che faccia faranno?!"

"E' meglio se non lo dici in giro, poi sai bene per cosa siamo qui"

"Si, lo so. Ma ogni occasione va colta, non tutti i giorni hai il lusso di stare qui, anzi occasioni così capitano una volta nella vita." Fa spallucce ed esce dal bagno.

Anche se siamo al quarto piano, mi ricordo bene che la stanza in cui mi aveva portato è alla fine del corridoio.
E la stanza in cui siamo adesso è vicina alle scale. Quindi questo significa, non mi dire che anche le stanze, in questa casa, sono tutte uguali.

Stranamente mi ritornano in mente le parole di Sufian che a quest'ora non c'è nessuno da questa parte della dimora. Rabbrividisco!

"Ahhhh." Urlo.

"Api tutto a posto?" Nora si precipita in bagno.

"Si. Anzi no. Questo posto... Non mi sento tranquilla. Chiudi a chiave la porta della camera"

"Così, metti ansia anche a me." Nora corre verso la porta e la chiude a chiave.

"La scorsa volta sai cosa mi ha detto Sufian? Che in questo piano, a quest'ora non c'è nessuno. Tutte le stanze sono vuote. E puoi urlare quanto vuoi ma nessuno si accorgerà, che anche alla servitù non è
permesso stare qui."

"Api, non me lo potevi dire prima. E adesso cosa facciamo?" Nora si attacca a me. Ha sempre avuto paura, e io sono quella che non si spaventa davanti a nulla, non ho paura a guardare neanche i film horror da sola. Ma quando ti ritrovi in una situazione simile nella vita reale allora capisci davvero cosa significa la
parola -paura-.

"E' per questo motivo che non venivo qui. Ma tu e Abdul avete dato la parte di Sufian, aiutandolo a convincere anche la nonna."

"Perché ci hanno dato questa stanza, oggi?
La scorsa volta ci hanno fatto alloggiare nelle stanze degli ospiti al piano terra e-" Nora si stacca da me apre la finestra e si affaccia.

Il mio sogno è Aysha MuhammadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora