13. Aysha

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Cos'è... tutto questo?"

"invece di chiedere, goditelo cugina. Usciremo nuove da qui."

Una spa in casa? Non l'avevo mai vista. Ma ormai in questa reggia non mi stupisce più nulla. potrebbero avere anche una giungla o uno zoo.

Nora mi trascina dentro e iniziano con i vari trattamenti. Maschere, massaggi, trattamenti ai capelli.

Dopo un paio di ore ci fanno uscire e mi sento stordita. Ritorniamo in camera. Il tempo di finire di pregare Maghrib e qualcuno bussa alla porta.

Entrano cameriere con vestiti e gioielli. E insieme a loro, due donne sulla trentina, accompagnate da altre ragazze.

"Wow, sono bellissimi!" esclama Nora.

"Noi siamo le truccatrici. Io sono Husna e lei è Sara. Fammi vedere. Tu, con il burqa, vieni qui. La signora Laiba ha specificato che devo truccarti io. Fai un giro di 360° su te stessa. Ahan. Questo vestito grigio è per te..."

Due ore e mezza dopo mi guardo allo specchio. Truccata e vestita così non penso di esserlo mai stata.

"sei-" Nora inizia a parlare, Husna la interrompe.

"Si lo so è bellissima. Se non avesse insistito che voleva anche l'hijab sarebbe stata ancora più bella."

"Si Api sei stupenda oggi. E senza quegli orrendi occhiali stai molto meglio"

"Oh, grazie! ma gli occhiali li ho tolti per farmi truccare. devo rimetterli"

"sei più bella senza" nora insiste.

"Sì, ma senza non vedo nulla. preferisco vedere che apparire bella." Ribatto.

Nora si sta ancora preparando, hanno messo un bel po' a fargli i capelli.

"potevi metterti le lenti" insiste ancora.

"sarebbe stato bello se le potevo mettere" A causa di un problema agli occhi non le posso indossare se non per speciali occasioni. Quindi oggi ho deciso di non metterle, anzi anche se avessi voluto non avrei potuto. Sarei dovuta ritornare a casa della nonna per recuperarle.

Ci sono troppe persone qui, mi sento soffocare. Salgo le scale, e vado all'ultimo piano, dirigendomi verso il balcone lungo e spazioso.

"Oh, finalmente respiro. Quanto è stressante, non vedo l'ora di andare a casa. Sufian, mi hai complicato la vita!" Urlo. Con la musica di sicuro nessuno mi sente.

"E tu chi saresti?" Me lo chiede un uomo, che sbuca dall'angolo del balcone. Speravo che almeno qui sarei stata sola, ma no.

"Io" mi indico.

"Si, proprio tu!"

"solo una persona di passaggio" lui scoppia a ridere. Sembra che l'abbia preso per una battuta.

"Quindi non vuoi proprio dirmi chi sei. Mi hai seguito fin qui, ma vuoi fare la misteriosa, eh. Va bene così, dai. Oppure vuoi solo fingere di non avermi conosciuto, pensando che così riuscirai a catturare la mia attenzione." Perché ultimamente incontro persone piene di sé, che credono il mondo gira intorno a loro. Non voglio cacciarmi nei guai, così non dico nulla.

"Non emozionarti! Dopotutto anch'io sono una persona. Non comune, questo lo so! Ho origliato senza volerlo. Tu parli italiano? Mi sembrava come se ti stessi lamentando prima, per questo sono uscito dal mio nascondiglio. Volevo proprio sapere chi fosse. Lo ammetto mi hai incuriosito. Ti concedo, un servizio speciaaleee." Dice con entusiasmo.

"Questo è il sogno delle mie fan. Per i prossimi 10 minuti puoi farmi qualsiasi tipo di domanda, e io risponderò. Ma devi attenerti a una condizione, devi chiedermelo in italiano. E quando scadranno i 10 minuti sarà il mio turno." Ma che problemi ha? Io non gli voglio chiedere niente, anzi sarebbe strano avere questo tipo di conversazione con una persona appena conosciuta. Mi affaccio al balcone e mi godo la brezza notturna. C'è un po' di vento e sentirlo sulla faccia mi piace, mi fa capire che, anche se qua dentro c'è tutto questo caos, fuori c'è pace.

Il mio sogno è Aysha MuhammadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora