12. Sufian

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"La stanza che mi avete dato era infestata. Sentivo che ci fosse qualcosa che si muoveva e quando ho sentito il verso di un gatto, sono scappato qui." Brontola Abdul. Mi sento infastidito.

"Infatti, questa è la mia seconda notte peggiore da quando sono venuta in Pakistan. Non ho chiuso occhio tutta la notte. Guarda le mie occhiaie sono peggio dei due panda disegnati sulla mia maglietta." Dice Aysha arrivando alle spalle di suo cugino.

"Quale maglietta? Vedo solo il burqa nero che stai indossando." Distoglie lo sguardo, imbarazzata.

"Non ti riguarda!"

"Si, che mi riguarda. E lui non è sempre non mahram per te. Lo hai lasciato tutta la notte nella tua stanza. E a me anche di giorno mi dici di uscire."

"Lui è come un fratellino per me. Non eravamo da soli. Razza di pervertito. Non so cosa ti gira in testa. C'è anche Nora in stanza."

"Dove?" Entro in stanza per vedere e Nora è appoggiata sul schienale del letto, vedo una coperta sul chaise longue.

"Buongiorno, Sufian!" mi saluta Nora.

"Buongiorno." Tiro un sospiro di sollievo.

"Avevo specificato alle cameriere di dare una stanza a ciascuno. Ci sono così tante stanze nella villa, volevo che il vostro soggiorno qui fosse un'esperienza piacevole."

"Piacevole? Non direi proprio. Eravamo terrorizzati tutta la notte. Come fai a stare da solo? È la domanda che mi ha tormentato tutta la notte e a cui non sono proprio riuscita a dare una risposta. Una persona normale di sicuro non ci riuscirebbe."

"Mi stai dando del pazzo? Ma ti perdono, perché hai pensato a me tutta la notte." Sogghigno.

"Non ho pensato a te ma all'idea che stare in un posto così è impossibile. Non riuscirei a dormire neanche un giorno."

"Eppure questo posto una volta era diverso. Ho vissuto qui per 8 anni, ed erano gli anni più belli della mia vita." il cellulare mi vibra nella tasca del mio Kurta.

"Il tecnico è già qui. Avete 10 minuti di tempo per prepararvi. Poi arriverà Uncle Bilal che vi guiderà per arrivare nella sala dove ci sarà il tecnico."
Annuiscono.

"Il telefono è stato riparato signore."

"Perfetto!" Sono già le 8 ma non vedo nessuno. Uncle Bilal è da mezz'ora che è andato a prenderli ma non è ancora tornato.

"Signora Laiba, vai a vedere. Cosa stanno facendo. Perché non sono ancora arrivati?"

Blacky mi gira tra le gambe. La prendo in braccio e le accarezzo la testa.

"Tu ieri hai spaventato un mio ospite. Birichina. Come hai fatto a intrufolarti nella sua camera?" Miagola e cerca di spiegarmelo. Mi siedo sul divano e Blacky si siede tranquillamente sulle mie gambe. È in modalità -coccolami-.

"Malik. La stanza è vuota. Non c'è nessuno. Ho chiamato il signor Bilal ma non mi risponde." A questo punto ho solo un dubbio.

Lascio andare Blacky senza volerlo e, offeso mi dà un paio di zampate graffiandomi la mano, come per dire -come osi interrompere le coccole  prima che lo decida io!" Il mio gatto ha un bel caratterino.

Il mio sogno è Aysha MuhammadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora