5 - (J) Idioti si nasce, non ci si diventa.

10 2 2
                                    


Ero più che soddisfatto.

Certo, avevamo lavorato come dei dannati, ma cazzo, ero davvero fottutamente soddisfatto.

Perché, dopo che Nate se n'era uscito con la sua "idea brillante", avevamo adattato il tutto alle nostre esigenze per poi girare in fretta e furia il videoclip della mia nuova canzone, che era stato poi montato in tempi record e pubblicato neanche una settimana dopo.

E, in pochissimi giorni, aveva ottenuto milioni di visualizzazioni, portandomi, in gergo tecnico e con mio grandissimo orgoglio, in "vetta a tutte le classifiche".

Talmente in alto che io e i ragazzi ci eravamo persino dimenticati di festeggiare.

Anzi, più che dimenticati, eravamo troppo esausti per farlo.

Ma ad oggi, dopo quasi due settimane dall'uscita della canzone, Johann si era magicamente svegliato con l'idea di festeggiare e aveva deciso di proporre un'uscita proprio per questa sera.

"Vi giuro che è un posto tranquillo e che avremo la nostra privacy e poi ragazzi, vi giuro che sarà un'esperienza mistica."

"Devo avere paura della tua concezione di esperienza mistica?" Joshua probabilmente era il più preoccupato tra noi.

In fondo, in qualità di mio manager, cercava solo di mantenere la mia immagine impeccabile, e gli dovevo molto per questo.

Quando avevo iniziato a lavorare nel settore musicale ero giovane e inesperto. Ero sempre stato una di quelle persone che credeva nella bontà della gente, e anche in questo caso ne ero convinto.

Ma quando i primi successi cominciarono ad arrivare e, di conseguenza, anche l'avvicinamento di molte persone a cui non importava nulla di me se non del mio portafoglio, mi resi conto di quanto mi sbagliavo, arrivando a capire quanto in quel settore bisognasse avere carattere.

Così, mi ero trasformato, mutando completamente la mia personalità.

Insomma, ero diventato il classico cattivo ragazzo stronzo che si vede in quei film idioti.

Il mio motto era diventato: "Impara a fottere gli altri se non vuoi restare fottuto" e questo la diceva lunga sul me di quel periodo.

Era stato in quel momento che Joshua, grazie anche agli altri ragazzi, era entrato nella mia vita e mi aveva aiutato sia in ambito lavorativo, ma anche a livello umano.

Mi aveva fatto capire quanto un sostegno in un'industria così tossica come quella musicale potesse essere di grande aiuto e aveva fatto tornare il vecchio me con le persone che se lo meritavano, con i miei amici, la mia seconda famiglia.

Mi aveva dato una nuova consapevolezza e, soprattutto mi aveva aiutato a maturare.

"Ragazzi miei, è solo un piccolo spettacolo, nulla di troppo preoccupante." Johann sorrise, ma un sorriso fin troppo finto.

Dove voleva portarci quel piccolo bastardo?

"Di sicuro non andremo a teatro a sentire un quartetto d'archi, quindi potresti essere così gentile da dirci a che spettacolo ti riferisci?." Theodore si intromise nella conversazione per cercare di capirci qualcosa in più.

"Ok, ok, va bene. Andiamo in un nightclub."

Joshua sputò l'acqua che stava bevendo. "Stai scherzando? Questa non è un'esperienza mistica, ma una cazzata mistica." Si tolse gli occhiali per poi massaggiarsi il ponte del naso, più che esasperato.

"Sai cosa potrebbe succedere se qualcuno dovesse vederlo in un posto del genere?" Joshua puntò il dito contro di me e in quel momento mi strinsi nelle spalle.

Precluderci la possibilità di festeggiare per colpa mia? No cazzo, assolutamente no.

"Abbiamo una stanza tutta per noi, con un ingresso privato. Dovete stare tranquilli ragazzi, non succederà niente." Questa aggiunta di Johann fece tranquillizzare un po' Joshua e decretò il consenso da parte degli altri, me compreso, anche se qualcuno rimaneva un po' dubbioso.

"Quindi per voi va bene? Oh mamma, andrà a finire molto male, me lo sento." Theodore si stava mordicchiando le unghie nervosamente, fissando ognuno di noi sei.

E tutti e sei, in risposta, chi in maniera più superficiale e chi in maniera più convinta, facemmo un cenno di assenso. Insomma, dopo esserci spaccati il culo, ce lo meritavamo.

"Mi state dicendo che l'unica persona intelligente in questo gruppo di idioti sono io? Beh, allora siamo messi proprio male." Questa sua constatazione ci strappò una risata.

Probabilmente eravamo messi davvero male, ma noi stavamo bene così.

Eravamo, a tutti gli effetti, il gruppo di amici più strano e meno compatibile della storia, ma le nostre menti, nella loro diversità, si trovavano bene e lavoravano alla perfezione.

Certo, non mancavano le incomprensioni dettate dai nostri caratteri diversi ma, alla fine, tornavamo sempre a fare i coglioni insieme. In fondo così era anche più divertente.

"Theo, ascolta" Sean prese parola, sapendo perfettamente di essere l'unico in grado di convincere il Chipmun.

"Johann ha detto che ci sono delle stanze private, parcheggiamo, entriamo tranquillamente dall'ingresso riservato e ci infiliamo in quella stanza. Nessuno ci vede e nessuno ci sente, c'è una possibilità su un milione che possa succedere qualcosa di brutto e fidati, non succederà. Sai quante persone importanti frequentano posti del genere, non è nulla di nuovo, quindi sta tranquillo."

In realtà quel discorso non faceva una piega, ma era proprio il timbro di voce e la sua espressione a trasmettere tranquillità e convinzione.

Theodore sospirò, sconfitto. "Mi chiedo cosa mi aspetto da voi esseri col cervello sottosviluppato. In fondo, idioti si nasce, non ci si diventa."

Dopo averci guardato ancora un po' e consapevole che non avremmo cambiato idea, acconsentì anche lui. "Eh va bene, facciamo questa esperienza mistica."

Johann esultò felice di averci finalmente convinti tutti mentre gli altri iniziarono a parlare tra di loro dell'ipotetica serata.

"Ma..." quando Theo riprese a parlare le voci si arrestarono in meno di un millisecondo.

"Se succede qualcosa non voglio saperne nulla, io ve l'avevo detto"

Hunter gli scompigliò i capelli "Va bene scoiattolino, nel caso dovesse succedere qualcosa sarai esonerato dai rimproveri di Joshua"

E nell'esatto momento in cui Theo lo guardò male Johann iniziò ad urlare "Andate a prepararvi gente. Fatevi non una ma due docce, puzzate come maiali."

"Senti chi par..." La frase di Nate venne interrotta da Johann che riprese a dettare ordini.

"Su, su, forza. Stasera dovete essere sexy a livelli stratosferici, ma non più sexy di me". Dopo averci fatto l'occhiolino Johann uscì dalla stanza e, subito dopo di lui, anche noi iniziammo a lasciare lo studio per andare ognuno a casa propria per "renderci sexy".

Stasera dovevamo divertirci, stasera non avremmo avuto pensieri.

Don't Let Me Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora