Capitolo 1.

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•LA NOTIZIA•

Charleotte's pov.
"Pronto?"

"Charlotte ci trasferiremo a New York fra una settimana!!"

"Ah, okay..."

"C'è qualcosa che non va?"

Si, mamma il fatto che sto abbandonando la mia vita qui. Ecco cosa.

"No, niente. Sto bene. Allora a dopo..."

"A dopo!"

- Fine della conversazione -

Inizia bene questa grandiosa giornata di Settembre. Non voglio partire per New York.

Adesso che ho appena scoperto che, dopo 10 anni di conoscenza, il mio migliore amico (Christian) prova qualcosa per me. Qualcosa più di una semplice amicizia.

Sospiro pesantemente.

Mi stendo sul letto della mia camera. Osservo il soffitto e penso a come sarà la mia vita a New York.

Devo per forza andarci, mia madre è l'ultima persona che mi rimane nella famiglia.

Tuttavia, devo anche accettare il fatto di rifarmi una vita; spero che non subisca bullismo anche lì.
Sono contenta e triste nell'abbandonare l'Italia. Lasciare tutto qui, i miei belli e brutti ricordi e parte e della mia vita.

Mi addormento in preda ai miei pensieri.

--

"Charlotte, svegliati!" Urla mia madre scuotendomi.

"Sono sveglia, sono sveglia!" ripeto ancora addormentata.

"Dai, aiutami a svuotare casa... tu inizia a mettere la tua roba dentro le scatole, okay?" Dice lei entusiasta, come una bambina di 5 anni quando le regalano una caramella.

A lei non importa nulla della mia vita, della nostalgia che mi sta divorando ora che sto per lasciare la mia città.
Lei pensa solo ed esclusivamente a lei.

"Si, va bene." sbadiglio cacciando tutti i pensieri che stanno facendo marcia indietro per continuare il loro assalto rendendomi ancor più triste.

Mi alzo e cerco di ricordare che è ora di cambiare pagina e iniziare una nuova vita.

Cominciare da zero.

Attraverso la soglia della porta e noto mia madre sorridere mentre prepara i bagagli per il trasferimento a New York.

New York... Da bambina avevo così desiderato andarci.
Avevo una prospettiva di vita diversa da bambina; ero veramente felice.
Avevo così tanti sogni nel cassetto, tante speranze e tanto ottimismo.
Ma tutto ciò scomparve non appena scomparve colui che stava rendendo la mia vita quasi un sogno... Mio padre.

Avevo 9 anni quando scomparve per sempre.

Passarono giorni, mesi... Anni dalla sua morte, persi la concezione dell'essere veramente felice; persi il sorriso, il quale lui riteneva il più bello del mondo.
Persi anche il significato di “vivere”; a cosa serviva vivere se poi tutti avevano lo stesso destino? Nessuno escluso?

Col tempo, iniziai ad escludermi dagli altri. Rimanendo sola.

Frequentavo le medie quando iniziai a tagliarmi e ad avere le prime crisi esistenziali. Poi subì bullismo.
Iniziai a perdere peso, ricordo che ero a rischio di anoressia.
Quelli furono i miei anni più bui della mia vita.

Dalla Parte Sbagliata {Z.M.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora