"Parlano di un mostro... là, nei bassifondi, dove necessitano di denaro. Una creatura spaventosa, dalla pelle fatta di spine e squame... un mostro che possiede il più grande dei tesori-".
"Una birra".
"Sì... stavo dicendo... un mostro temibile, dai denti aguzzi e gli occhi iniettati della furia dell'inferno-".
"Uh, che cosa sono questi?".
"Quel mostro... dicono che possieda la forza di trenta uomini! E alla sua singola vista, il sangue si gela ed il cuore perde i battiti! Brutto, dalle fauci incrostate dal sangue delle sue vittime... per non parlare degli artigli, con i quali sventra le sue prede, agganciando la giugulare ed aprendo il busto, fino a-".
"Bleah! Ma sono amari!".
Un pugno venne fatto schiantare sul bancone di quel misero bar, ottenendo il silenzio da parte di tutti i presenti.
Solamente i respiri vennero percepiti, e qualche tintinnio di bicchieri appoggiati sui tavoli.Era un bar antico, logoro e pieno di cicatrici, cicatrici che ormai sembravano essere lì da decenni.
Tavoli graffiati e rotti, sedie sbilenche e scricchiolanti: chissà a quante risse avevano partecipato.Svariate candele erano sparpagliate sulle superfici di legno, consumate da quella notte che non voleva finire. Scie di cera sembravano volersi unire ai rimasugli di alcolici rovesciati su quei poveri tavoli, insinuandosi tra qualche ubriacone addormentato o semplicemente tra le vesti dimenticate.
Le fiamme illuminavano placidamente quell'ambiente inquietante, mostrando le pareti macchiate, con la carta da parati strappata in più punti, ed il soffitto contornato da ragnatele.
Quelle piccole fiamme vibravano nell'aria, creando ombre sinistre che danzavano su quelle pareti malandate.
Sembravano come essenze malefiche, capaci di diffondere il loro chiarore tetro su tutto ciò che le circondava.Il suono di quel pugno schiantatosi sul bancone sembrava echeggiare ancora, lasciando che tutti i presenti si voltassero nella direzione di quel ragazzo che aveva disturbato quella narrazione, sospeso nei suoi pensieri ed occupato a ripulirsi la lingua con un tovagliolo.
"Senti un po', ragazzo! - La voce profonda e tuonante di quell'uomo incappucciato riuscì ad ottenere la sua attenzione, con quegli occhi limpidi e luminosi che sembravano essere decisamente fuori luogo - Penso che tu abbia perso la strada di casa".
"Oh, no! Ho un ottimo senso dell'orientamento".
"Ed allora vedi di chiudere quella cazzo di bocca, se non vuoi-".
"Ma avete sentito quanto sono amare queste olive?!".
Tutto così veloce... una rapidità che egli non avrebbe mai affiancato a quell'uomo.
Il freddo metallo di quella lama tagliente si poggiò sul collo candido di quel chiacchierone, che si ammutolì con sorpresa.
Ma la sua espressione non lasciò intravedere nemmeno la più piccola ombra di timore... in quelle iridi ambrate sembrò scorrere una strana energia."Stavo dicendo... che se non chiudi la bocca, ti pianto questo fottuto coltello in gola... e ti guarderò mentre comincerai a chiedere pietà... osservandoti morire di stenti".
"Mh... ho già un'ascia con il mio nome sopra, o forse una picca... e credo che quei tizi non sarebbero molto felici di trovarmi morto, ucciso da qualcun altro! - Le ciglia chiare sfarfallarono appena, incuriosito dalla vista di quell'uomo, ignorando il pungolante dolore di quell'arma - Di quanto si parla?".
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Kage
Fanfiction"Io mi nutro di paura... Io mi gusto i tremori di voi, disgustosi umani. Amo sentire il vostro battito... Nel tentativo di sfuggire alla morte. Bramo le vostre lacrime... Nella chiara ricerca di una salvezza. Ma, nonostante voi lo sappiate... Cont...