Epilogo

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Fu quasi doloroso per lui sollevare le palpebre, quando un profondo e lancinante dolore cominciò a pizzicargli ogni centimetro corporeo, propagandosi in lui.
Uno sbuffo profondo lasciò le sue labbra, sdraiato su quel terreno freddo e decisamente poco comodo, mentre delle monete ruzzolarono ad ogni suo piccolo movimento.

Non c'era un cinguettio intorno a lui, o il vociare delle persone... solamente silenzio, e qualche goccia che echeggiava nel toccare il suolo.

"Dio... che dolore...". Parlò con voce roca, come se gli mancasse il fiato, come se nella sua gola avesse tanti aghi che infilzavano la sua carne ad ogni lettera pronunciata.

Le palpebre, pesanti come macigni, si sollevarono, lasciandolo avvolto in una densa penombra. Era quasi palpabile, e soffocante, con i contorni sfumati e quelle ombre danzanti che si innalzavano sulle pareti rocciose.

La testa pulsava, come se si fosse risvegliato da una notte di alcool e qualche altro tipo di sostanza capace di annebbiargli la mente, con i pensieri che faticavano a distinguere il confine tra la realtà ed i sogni.

Ma sul proprio corpo, i segni di ciò che era stato realtà erano veri.
Sulla sua pelle, come tracce di inchiostro lasciate da una mano incerta, si disegnavano graffi di forme diverse e morsi che avevano violato quella cute con passione... una passione decisamente feroce.

Sembravano firme, marchi a fuoco di colui che era passato su quel corpo. Si rincorrevano su quella pelle, sulle braccia e sul petto, ancora pulsanti di un rosso cupo.

Semplici frammenti di quella notte...

"Katsuki...?". Sussurrò, provando a mettersi seduto con un gemito dolorante.

In quella penombra, che sfumava le sue linee, spiccavano quei lividi dalle tonalità profonde, come pennellate violacee su di una tela intonsa.
Tutto sembrava essere stato fatto con estrema intenzionalità.
Un equilibrio, tra pulito e sporco...

Quella non era stata una notte di sesso normale... chi diavolo lascia dei segni di quel tipo?!
E tutto gli faceva male! Ogni muscolo era intorpidito, e necessitava di un bagno.

Rivoli di sangue secco si ramificavano lungo il suo corpo nudo, per non parlare di scie di saliva e macchie secche di sperma... un bagno, necessitava di un bagno. Ma non poteva certo andare in quello stato, come se niente fosse!

"Ehi, Kat- Che stai facendo?". Borbottò, strizzando gli occhi nel sollevare lo sguardo e vedere quella figura così perfetta da sembrare irreale.
Le splendide squame che spiccavano in quell'oscurità, riflettevano su di esse le luci tremolanti dei fuochi, intrecciando quelle trame ancestrali.

Come se, ammirando quei bagliori, assimilando quella perfezione di movimento, egli potesse vedere una figura scolpita dai miti stessi.

Le parti di pelle, che si univano in maniera così pulita alle zone squamate, erano intatte.
Pulite e chiare, con qualche piccolo segno che sembrava essere stato lasciato da un timido incapace...

"Fame?". La sua voce lo fece ridestare da ogni pensiero, mentre quegli occhi, dalle iridi rosse così belle e luminose, incrociarono il suo sguardo.

"Sì, come sempre. Ma... che cosa stai-".

"Topi!".

"No! No, non mangio ratti - Rise Denki, maledicendosi immediatamente nel sentire la gola bruciare - Però, potremmo fare una cosa...".

I due rubini spiccarono in quella penombra, mentre si avvicinò a carponi a lui, smuovendo la coda in aria, con la punta che tremolava.

Era come se non avesse passato una notte come la sua! Pieno di energie, un'esplosione di vita!
E fu quasi fastidioso pensare di non aver lasciato il segno!

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