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Era fatta

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Era fatta. Katherine era andata. Intrappolata nella cripta dove sarebbe dovuta essere per gli ultimi 150 anni. Damon era fermo all'ingresso, ad ascoltare le suppliche di Katherine, cercando di ignorare le sue parole disperate sul fatto che Elena fosse in pericolo, considerandole solo stronzate che la doppelgänger voleva usare per farsi liberare.
Il Salvatore aveva quasi sigillato la cripta, convinto che Katherine sarebbe rimasta chiusa, quando una voce lo interruppe da dietro.

"Che spettacolo meraviglioso" disse una voce con finta dolcezza.

Damon si voltò, inarcando le sopracciglia per la sorpresa prima che la sua espressione si trasformasse nel suo caratteristico sorriso sarcastico. Appoggiata casualmente all'ingresso della cripta c'era Emma Pierce, la sorella di Katherine.

""Ehi, piccola Pierce," scherzò Damon, guardandola con un sorriso arrogante. "Mi dispiace, ma le visite sono chiuse."

Emma roteò gli occhi, facendo un passo avanti. "Dammi solo un minuto," disse, lanciando un'occhiata alla sorella intrappolata nella cripta. La sua voce era leggera, ma Damon non si lasciò sfuggire il tremolio di qualcosa sotto di essa, qualcosa di più oscuro.

Damon socchiuse gli occhi, il sospetto divampò. "Spero che tu non stia progettando di lasciarla uscire. Per il tuo bene."

Emma sorrise, guardandolo di nuovo. "Non preoccuparti, non sono nel giro di liberare la mia sorella egoista." La sua voce grondava divertimento. "Ma grazie per la preoccupazione. So badare a me stessa."

Damon sbuffò, scuotendo la testa. "50 secondi," dichiarò, facendo un passo indietro ma tenendo i suoi occhi vigili su di lei mentre usciva.

Una volta che Damon fu fuori dalla vista, Emma si avvicinò alla cripta e incrociò le braccia, fissando Katherine. La doppelgänger sembrava logorata, disperata e più vulnerabile di quanto Emma l'avesse mai vista.

"Allora," cominciò Emma con un sorriso beffardo, "hai un aspetto orribile."

Katherine sbuffò, le labbra che si curvavano in un sorriso amaro e familiare. "La mia sorellina. Non credo che tu sia venuta qui per un addio lacrimoso. Cos'è questo? Vuoi dire qualcosa di poetico come 'finalmente stai ottenendo ciò che meriti' o forse una predica morale?"

Emma sollevò un sopracciglio, lasciandosi sfuggire una breve risata. "Pff, per favore. Non sono Stefan." La sua voce si abbassò, diventando più seria. "Stronza o no, sei ancora mia sorella, anche se hai cercato di rovinare la mia vita, e quella dei miei amici."

La risata amara di Katherine echeggiò nella cripta. "Amici? Tu?" Guardò Emma con un sopracciglio alzato. "Per favore, dimmi che non ti sei unita al 'team di salvataggio della povera piccola Elena'."

Emma fece una smorfia, disgustata. "Cosa? No. Ew. Non sono stupida. E amo la mia vita, grazie mille. Non ci tengo a rovinare tutto per proteggere quella troietta è cosí fastidiosa. Voglio dire, forse è la sua faccia." La sua voce era leggera, ma il sottofondo di irritazione era chiaro.

𝙄 𝙡𝙤𝙫𝙚 𝙮𝙤𝙪, 𝙄'𝙢 𝙨𝙤𝙧𝙧𝙮 || 𝓮𝓵𝓲𝓳𝓪𝓱 𝓶𝓲𝓴𝓪𝓮𝓵𝓼𝓸𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora