Cosa mi ha lasciato questa esperienza mi chiedono tutti.
Per le prime settimane non sapevo dare una risposta lo ammetto.
A distanza di qualche mese, credo che le parole di Davide Scavolini rendano appieno tutto quello che tengo dentro, custodito come il tesoro più prezioso e ve le cito qui:
"Quando ho scelto di partire da solo per l'Africa, non sapevo che quel viaggio mi avrebbe cambiato la vita per sempre, perché a volte pensi che per essere felici servano cose grandi, ma poi capisci che, i cuori grandi si riempiono con le cose piccole"
E questo è vero perché nuovamente come dice lui: "Pensa a loro, che non hanno nulla e hanno tutto, che camminano nudi per strada, e non hanno nulla di quello che hai tu e stanno bene, e sorridono perché sanno che ciò che conta è l'amore."
In queste poche frasi si racchiude tutto ciò che mi porto dentro da quando sono tornata.
Non mi lamento più per le cose futili.
Cerco di donare il sorriso ovunque io vada e appena ho occasione videochiamo i ragazzi giù alla Fondazione, perché mi mancano, mi manca tutto quello.
Mi manca anche quella Martina che ero con loro, e che qui a volte non riesco ad essere ancora.
Mi manca Francesca, la sento per messaggio, ma il rapporto che ci ha legato con questa esperienza non sarà mai sostituito da un paio di messaggi.
Mi mancano le lezioni di Maiblam nella lingua dei segni.
Mi mancano i gemelli del nido, Hassan e Husseni anche se erano due terremoti.
Mi mancano le risate dei bambini quando li porti sull'altalena.
Mi manca l'Africa, anche dopo quasi sei mesi.
Il Mal d'Africa esiste, eccome se esiste.
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I ringraziamenti vanno in primis alla Fondazione Betlemme per avermi accolta a braccia aperte.
Vanno a Francesca per avermi fatto sentire a casa anche a chilometri di distanza, facendomi vedere sia gli aspetti belli che quelli brutti.
Vanno alle ragazze e ai ragazzi della Fondazione, che mi hanno accolto fin da subito con i sorrisi che solo loro sanno fare.
Vanno a tutte le ragazze che mi insegnavano la lingua dei segni.
Vanno ai ragazzi scesi con me che sono diventati amici.
Non ho altro da dire, se non GRAZIE!
Esattamente 6 mesi dopo, durante un normale controllo per tornare a donare sangue nell'AVIS della mia provincia, scopro che in realtà non sono state quelle famose costolette di capra, ma la malaria.
Ebbene sì, i risultati parlavano chiaro...nel mio sangue c'erano gli anticorpi della malaria.
Ora posso spuntare la casella del:
Prendere la malaria in un paese africano ✔
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NASAARA
Short StoryNasaara! Nasaara! Si innalza così il grido dei bambini mentre ci corrono incontro, lungo la strada, che percorriamo per arrivare alla scuola elementare di Moussourfouk. Nazareno! Il bianco! Ma torniamo un attimo indietro, qualche settimana prima di...