Dopo quasi una settimana il clima in casetta era un clima amichevole, affettivo.
Diciamo che il mio carattere solare mi ha aiutato a fare amicizia con, più o meno, tutti.
Mi sono trovata bene con Pietro.
Eravamo molto simili di carattere, anche se lui era molto incoerente in certi versi. Gli piaceva istigare le persone. A me invece non mi donava l'istigazione, e se proprio dovevo esserlo lo ero con i miei amici, ma sempre nell'ambito scherzoso.
Mi ritrovavo sull'isola in cucina, mentre Pietro era intento a cucinare. Era arrabbiato perché Ilan, la notte precedente aveva abbassato un po' troppo la temperatura della stanza, causandogli un raffreddore.
Si stava, in questo momento, lamentando con Ilan, pretendendo delle scuse, e mandandolo a fanculo più e più volte.
Nella mia prospettiva, Ilan non aveva nessuno torto. Pietro continuava a dirgli che poteva spogliarsi e che stava 'sabotando' la sua performance per la puntata.
Mi intromisi, perché non riesco a stare zitta.
"Se Ilan poteva spogliarsi, te potevi vestirti. E comunque non mi sembra il modo di chiarire una questione questa. Gli stai urlando contro per una cosa innocua. Se tanto ti dava fastidio, potevi chiedergli di alzare un po' la temperatura, senza fare ste scene qua. È autunno e il raffreddore viene a tutti, di sicuro non è Ilan che ti ha lanciato il malocchio." Dissi tutto ad un fiato.
Mi dava altamente fastidio il modo in cui TrigNO stesse gridandogli in faccia.
Mi alzai dalla sedia per andare in camera mia. Non sopporto quando le persone pretendono delle scuse come se fossero delle vittime. Perlopiù se sono 'vittime' di cose stupide, come la temperatura in una stanza.
La prossima volta che gli verrà il raffreddore a chi darà la colpa?
Dopo qualche minuto la porta della stanza rossa si aprì. Un Pietro, molto incazzato, faceva ingresso nella stanza. Si buttò sul mio letto.
Non gli rivolsi parola. Non mi è piaciuto il comportamento che ha avuto con Ilan.
"Non c'era bisogno che mi andassi contro sai? Pensavo fossimo amici." Disse guardandomi dal basso.
"Per quanto possa essere amica tua, lo sono anche di Ilan. E non voglio essere amica di una persona incoerente e sbrigativa nelle accuse come te." Continuai a guardare lo schermo del mio computer.
"Incoerente? Io?" Chiese ironico puntandosi l'indice al petto.
"Sì, te. Non facevi altro che urlare contro a Ilan, pretendendo, pure, delle scuse. Chi ti credi di essere. Per non parlare della quantità di parolacce non necessarie che hai buttato dentro questa tua sclerata, non necessaria anche questa." Non lo guardai ancora.
Penso di averla presa peggio del cantante biondo.
"Se ho sclerato era per un buon motivo, non pensi?" Alzò gli occhi al cielo.
"No, Pietro, non penso. Se ti sei arrabbiato per un poco di aria fredda allora cosa succederà quando qualcuno ti tira uno schiaffo? Lo uccidi? E di sicuro il raffreddore non te l'ha fatto venire Ilan, mica è una strega. La prossima volta che ti viene il raffreddore a chi dai la colpa? A me?" Detto ciò mi alzai e mi chiusi in bagno.
Non volevo più parlare. Mi mancava la saliva.
Ho parlato troppo.
Mi venne una certa fame, quindi decisi di cercare qualcosa in cucina.
Vidi Ilan fare irruzione, bruscamente, dalla porta di ingresso.
Si buttò sul divanetto, quindi decisi di seguirlo per parlargli.
Mi sedetti ai suoi piedi mentre con la mia mano destra gli toccavo il ginocchio.
Stava piangendo, ma si coprii la faccia per non farsi notare.
"Ilan, non hai colpe. Sai com'è Pietro. Esagera nelle discussioni, e capisco che ora sei giù perché hai saltato la lezione, ma prova a spiegarti a Pietro, senza che ti interrompa." Gli proposi di parlare con trigno per sbollentare un po' le acque.
Si alzò e andò verso la lavanderia davanti al divano.
A quel punto arrivò Pietro, abbracciando l'altro cantante e chiedendogli scusa.Trigno mi rivolse uno sguardo, come per chiedere scusa anche a me. Poi andò verso il telefono collegato alla redazione per chiedere di sostituire la lezione di Ilan con la sua.
Dopo aver messo giù la linea, il cantante dai capelli neri mi rivolse parola.
"Hai ragione." Un deja vu di quando eravamo in sala relax mi occupa la mente.
"Qualunque sia la tua scelta sarà quella giusta. E anche se non ne scegli uno, l'altro sarà sempre lì a farti il tifo. Spero." Ha ragione. Infondo se piacevo a tutti e due, continueranno a farlo.
Dita incrociate ovviamente.
"Hai ragione." Affermai, prima di alzarmi e uscire dalla porta senza salutarlo.
La sera arrivò, e dopo cena andai in camera. Nel chiudere la porta, una mano la fermò, per entrare, e poi cingendomi la vita.
Un sussurro nell'orecchio mi fece venire i brividi.
"Penso che 'hai ragione' sarà la nostra frase. Una volta io e una tu. So di aver sbagliato i modi oggi, e mi scuso anche con te. Alla fine sai come son fatto."
Le sue braccia non mi lasciarono, e iniziammo a dondolarci sul posto. Misi le mani sopra le sue.
Il suo viso nascosto nella mia piega del collo.
"Sai, ho un po' di caldo. Dovremmo accendere l'aria condizionata."
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𝑮𝑼𝑬𝑺𝑺/TrigNO
FanfictionDue ragazzi talentuosi entrano nella scuola più amata di tutta Italia. Amici di Maria de Filippi. Cosa succederà quando la loro "amicizia" verrà rovinata da una semplice frase detta con astio da parte del cantante. Si sistemerà tutto, o la loro sto...