solo come un cane

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Trigno's pov

Era da mezz'ora che stavo aspettando Milla sul suo letto.

Volevo in qualche modo bloccarla per farle sentire ciò che avevo da dire.

Non sarebbe stato facile, d'altronde ha ragione la ragazza. Le mie scelte le ho fatte.

Ogni volta devo rovinare tutto ciò che ho creato.

Ho voglia di dirle che tutto quello che ho fatto con Chiara era solo un modo per vederla ingelosire.

E lo so che non è una cosa bella da fare, ma non volevo che Milla pensasse fossimo solo amici.

Solo amici.
Solo amici.
Solo amici.

"Pietro?" Una voce alle mie spalle risuona nelle mie orecchie, speranzoso fosse una certa ballerina.

Era Alessia.

"Lo so che non dovrei immischiarmi tra te e Milla, ma l'altro giorno l'ho sentita piangere al telefono con il suo amico. Sei stato uno stronzo, e non voglio vedere la mia amica piangere per certe stronzate che cacci fuori da quella testa vuota. Lascia in pace Chiara, chiarisci con Milla e poi trattala bene. Non se lo merita." Disse la compagna di stanza della ragazza che mi stava offuscando la mente.

"Sto provando a parlarle ma non vuole. Sto aspettando che esca dal bagno."

"La chiamo." Si girò per andare verso la porta del bagno, dove era chiusa Milla.

La seguii per vedere se non fosse morta.

"Milla! Milla!" Alessia iniziò a battere i pugni sulla superficie, continuando ad urlare il suo nome.

Ad un certo punto la maniglia si abbassò. Sia io che Alessia facemmo un passo indietro, aspettandoci di vedere la ragazza.

Quando si aprii, finalmente, uscii Cri. Aveva gli occhi spalancati, con le sopracciglia che toccavano quasi l'attaccatura dei capelli.

"Ragazzi, già stavo facendo la cacca, in più mi spaventate così?" Chiese, mettendosi una mano sul cuore.

"Dov'è Milla?" Domandai, confuso del perché non l'avessi vista uscire.

"Pie', è in cucina. È uscita tipo venti minuti fa." Commentò Cri.

In un attimo fui in cucina.

La vidi prepararsi una tazza di tè caldo.
Era appoggiata con i gomiti accanto al fornello, aspettando che l'acqua si riscaldasse, mentre guardavo fuori dalla porta.

Sembrava persa nei suoi pensieri.

Forse avrei dovuto lasciarla sola.

Mi avvicinai, lentamente, attento a non fare movimenti troppo bruschi.

"Milla..." Feci con un tono di voce basso, che quasi sembrava un sussuro.

"Pietro, veramente." Scosse la testa, come per dire no, mentre mi guardava con uno sguardo deluso.

"No, lasciami parlare. Ascolta solo un secondo, poi puoi pure andartene."

Non ricevetti risposta.

"Milla, tutto ciò che ho fatto con Chiara era per farti capire che non possiamo essere amici soltanto. Era per vedere, se te come me, avessi provato un senso di gelosia, e mi saresti corsa dietro chiedendomi di smetterla di essere amici. Speravo che capissi quanto tu possa essere bugiarda. Perché nonostante tu cerchi ti autoconvincerti di non provare niente per me, io sarò sempre qua, a confessarti che ti voglio Milla. Ti voglio con me. Voglio svegliarmi la mattina con te, voglio assaporare le tue labbra, voglio baciarti dopo che hai fatto la tua coreografia, voglio avere la certezza che te, come me, sei pronta a mettere a nudo i tuoi sentimenti."

Mi fermai per prendere un grosso respiro.

La fissai. Non diceva niente. Mi fissava con una faccia alquanto schifata.

"Senti, te lo dico adesso così almeno non mi rompi più." Sbatte la tazza che teneva in mano sul ripiano.

"

Se quello che volevi era una mia reazione per trarre la conclusione che sono come tutte che ti cadono ai piedi, allora hai fallito. Si lo ammetto, mi piaci. Ma se tutto quello che sai fare è una stronzata del genere, stare con un'altra ragazza per farmi ingelosire, allora Pietro datti una svegliata. Non ti voglio come mi vuoi te, perché non voglio intorno a me un ragazzo che è tutto tranne che un ragazzo di venti e passa anni."

Hai ragione.

Non aveva finito però, perché appena vede che apro di nuovo la bocca per parlare, mi interruppe.

"Quindi, se vuoi starmi vicino, come amico o che per esso, vedi di cambiare l'atteggiamento che hai nei miei confronti. Perché farmi mettere i piedi in testa così, da un ragazzo, non mi va. E voglio delle scuse. Sia io che la tua ex. Perché se per amarci ci devi trattare come bambole, allora è meglio che non parliamo mai più."

Detto questo se ne andò.

Lasciandomi solo come un cane.


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Non so se ci sono errori grammaticali, l'ho scritto molto in fretta.

In caso fatemeli notare, così li correggo.

𝑮𝑼𝑬𝑺𝑺/TrigNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora