perchè menti?

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"Milla, dobbiamo parlare. Lasciami spiegare."

"Pietro, non c'è niente che devi spiegare. Siamo amici. Ti aspettavi che ti venissi a piangere tra le braccia perché sei fidanzato?" Non volevo essere cattiva o insensibile, ma non volevo neanche che mi ferisse i sentimenti.

"Milla..." Fece un passo avanti, allungando le braccia verso il mio corpo, che stava a qualche metro da lui.

"Pietro, veramente, lascia stare. Non me ne sono andata perché ero gelosa o che per esso. Dovevo solo provare la coreo." Mi maledico. Ma non vorrei che la fidanzata vedesse i video e che si arrabbi con me.

"Milla, perché menti?"

Disse quasi in un sussurro.

"Perché siamo amici. E rimarremo tali." Conclusi, per poi prendere il mio borsone e passargli accanto.

Decisi di andare direttamente in casetta.

"Milla, perché menti?"
"Milla, perché menti?"
"Milla, perché menti?"

Perché mento? Per proteggermi da una possibile delusione?

Ma infondo, che sentimenti sarebbero mai stati quelli che provavo per Pietro?

A malapena lo conoscevo da un mese.

Però forse era proprio per quello che sentivo una certa attrazione nei confronti del ragazzo. Era una cosa nuova, fresca.

Una nuova esperienza, dopo un lungo periodo nel quale non avevo avuto contatto con nessuno.

Magari. O magari no.

Fatto sta che siamo amici.

Anche perché non potrei mai mancare di rispetto alla sua fidanzata, facendomi certi pensieri del suo ragazzo.


Tornata in casetta fui accolta da Alessia.

"Cosa è successo? Sei scappata via e poi Pietro ti ha rincorso." Mi domandò, porgendomi una tazza di tè caldo.

"Niente. Dovevo solo provare la coreo che mi ha assegnato Deborah. E poi non ho visto Pietro, non è venuto da me."

"Milla, perché menti?"

"Ah ok, va bene. E le capre volano." Scherzò mentre mi guardò a sottecchi.

"Ma che mi stai prendendo per stupida Milla? Guarda che io capisco quando le persone mentono."

Feci una faccia scioccata.

"Sì sì, è venuto da te per spiegarti il fatto che è fidanzato, e tu gli avrai detto che siete solo amici e che non si doveva preoccupare."

"Probabile." Mi alzai per andare fuori, nel giardino sul retro.

Mi misi le cuffie nelle orecchie, iniziando ad ascoltare della musica.

Era la playlist che fece mio fratello prima che io partissi per Roma.

Quando ad un certo punto partii 'ragazzo triste', i miei occhi iniziarono a lucidare.

Forse era perché mi mancava la mia famiglia, forse era perché un certo ragazzo dagli occhi azzurri l'aveva cantata durante la puntata.

Parli del diavolo.

Non avevo fatto caso, per via della musica troppo alta nelle orecchie, che Pietro si era seduto al mio fianco.

Mi tolse una cuffietta, guardandomi con uno sguardo amareggiato, forse un po' dispiaciuto.

"Dimmi che non stai piangendo per quella cosa Milla. Dimmi che non ti ho fatto piangere io, perfavore." Mi chiese, asciugandomi una lacrima con il pollice.

"Pietro, veramente, basta. Te l'ho già detto, siamo amici, non sono rimasta male. Sto piangendo perché mi manca mio fratello." E in parte era la verità.

In parte.

"Ok. Allora ti dispiace darmi un abbraccio?" Chiese per poi aprire le braccia, invitandomi a porre il mio capo sul suo petto.

Mi strinse, forse più forte del dovuto. Più forte di quanto farebbe un amico. Troppo lungo.

Volevo veramente non pensare alla sua fidanzata ma non c'è la facevo.

Siamo amici.

"Allora, penso che andrò dentro. Sta iniziando a fare freddo." Cercai di smorzare l'aria.

"No aspetta!"

Prima che potessi alzarmi, mi arrivò addosso una felpa, molto probabilmente appartenente al ragazzo seduto accanto a me.

"Grazie"

"Non ti preoccupare" Rispose, cingendomi le spalle con il suo braccio sinistro.


𝑮𝑼𝑬𝑺𝑺/TrigNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora