Capitolo 12

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Il tragitto fu molto silenzioso.

Marshall era molto concentrato a guardare fuori dal finestrino mentre io ero concentrata ad annusare il profumo della felpa che avevo addosso.

Era come se fossi abbracciata a lui e quella sensazione mi faceva sentire più che bene.

«è tutto ok?» gli chiesi

«si..è solo che non sono mai stato dall'altra parte della città» disse

«non ti perdi nulla...è una noia»

Arrivati davanti casa «benvenuto nel mio castello»

«è davvero stupenda Mad» disse osservando casa mia incantato

«seguimi e non far rumore» dissi andando dall'altra parte del giardino.

«io entro dalla porta davanti, ti apro questa finestra ed entrerai proprio da qui» dissi e lui annuì «cerca di non farti scoprire »

Corsi verso la parte davanti e aprì con le chiavi.

Mi muovevo come un ladro cercando di non fare rumore per non svegliare i miei, ma ovviamente Shelly il segugio era in salotto ad aspettarmi.

«sono le 3» disse facendomi sobbalzare

«lo so mamma»

«domani devi andare a lavorare...posso sapere dove sei stata fino a quest'ora?» mi chiese incrociando le braccia

«ero al cinema con Audrey poi abbiamo perso tempo in chiacchiere»

«sei andata agli allenamenti?»

«si ci sono andata questo pomeriggio presto»

«ora va a dormire e non uscirai più in settimana»

«mamma ho quasi 20 anni non puoi mettermi in punizione, se dormo di meno saranno fatti miei» dissi stizzita

«se dormi poco non sei abbastanza riposata per gli allenamenti...ora vai non voglio sentire ribattere»

Sentì il sangue ribollirmi nelle vene e un senso di nervoso che mi partiva dai piedi fino ad arrivare alla testa.

Chiusi gli occhi e feci dei respiri profondi per mantenere la calma.

Le voltai poi le spalle e me ne andai in camera mia.

Chiusi la porta a chiave e andai ad aprire la finestra per Marshall.

«ce l'hai fatta» mi disse

«ho trovato mia mamma come ostacolo»

Con molta agilità poi riuscì a scavalcare la finestra e ad entrare in camera mia.

Sistemai tutto come stava per non destare sospetto.

«è molto bella la tua stanza» disse

«grazie»

«questa sei tu?» chiese indicando una foto che avevo sulla libreria che rappresentava me durante un concorso di danza

«in persona» risposi affiancandolo

«devi essere molto brava» disse poi guardandomi

«faccio danza classica da quando ho 3 anni...ma non mi è mai piaciuta veramente»

«e perchè continui a praticarla?»

«sono costretta» dissi sedendomi sul letto «non voglio deludere mia mamma»

«ma devi fare ciò che piace a te...cosa ti piacerebbe fare?»

«vorrei studiare giurisprudenza»

«fallo Mad...la vita è solo una ed è un peccato sprecarla»

Le sue parole mi rimasero impresse nella mente.

Aveva ragione...

Avevo il coraggio di affrontare 5 pazzi che stavano per uccidere Marshall ma non per affrontare mia mamma.

Notando la mia espressione pensierosa, Marshall cambiò discorso «allora dove mi farai dormire?»

«quella poltrona si apre e diventa un letto»

Così insieme sistemammo il suo letto

«puoi girarti? devo cambiarmi e se esco dalla stanza c'è il rischio che i miei si sveglino» dissi

«certo» rispose voltandosi di spalle

Feci la stessa cosa io e mi tolsi la felpa.

Avrei tanto voluto dormire con quella per avere il suo profumo dritto nelle narici, ma avevo paura che Marshall mi avrebbe presa per una psicopatica.

In quel momento nella mia mente si fece spazio l'immagine di noi due che, credo, stavamo per baciarci.

Avrei voluto accadesse.

Speravo accadesse.

Indossai il pigiama continuando a pensare a quel momento e poi mi girai nuovamente di fronte a lui.

«finito » esclamai e si voltò anche lui

Mi squadrò attentamente «come fai ad essere bella anche in pigiama?»

Sentì le guance avvamparmi «non fare il ruffiano» risposi

«sei diventata tutta rossa» mi sorrise avvicinandosi pericolosamente a me

«probabilmente è l'effetto che mi fai tu»le parole mi uscirono sole dalla bocca, non riuscì a fermarle e una volta che mi accorsi effettivamente di ciò che avevo detto, sentì le guance diventarmi ancora più rosse

Lui in risposta rise delicatamente, e a quella risata mi sciolsi completamente.

Rimasi ferma ad osservare attentamente i particolari del suo viso.

E credo che lui se ne accorse perché mi disse «non guardarmi così Mad» avvicinandosi ancora di più

«perché?» chiesi perdendomi all'interno dei suoi occhi chiari

«la mia vita è un casino, io sono un casino...è come se vivessi con intorno delle fiamme e se ti avvicini troppo a me finirai per scottarti» disse

«e se non mi scottassi? e se fossi l'acqua che riuscisse a spegnere l'incendio?» dissi facendolo sorridere «anche la mia vita è un casino, si ho una bella casa, un lavoro e i soldi non mi mancano...ma dietro tutto questo si nasconde molto di più Em»

«siamo due cocci vetro scheggiati» disse avvicinandosi ancora di più e posando la fronte sulla mia e incrociando le nostre mani

«finiremo per tagliarci?» chiesi chiudendo gli occhi e concentrandomi solo sulle nostre fronti a contatto l'una con l'altra

«o magari levigheremo gli spigoli in modo da essere meno aguzzi»

Entrambi, dopo quella conversazione, eravamo arrivati alla conclusione che tra noi stava nascendo qualcosa.

Non sapevamo cosa fosse e cosa sarebbe diventato.

Ma eravamo certi ci fosse qualcosa.

E che sarebbe stato solo il tempo a farci capire cosa io e Marshall saremmo stati.




SPAZIO AUTRICE

Ciao raga come state? Questo capitolo credo sia effettivamente l'inizio di tutto. 

Fino ad ora c'è stata un'approfondita conoscenza dei personaggi ma da questo momento in poi entriamo nel clue della storia. 

Come sempre spero vi sia piaciuto, fatemelo sapere con un commento o con una stellina se vi va. 

un bacioo

From differents sides- Marshall MathersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora